Rimborsi M5s, ecco chi rischia l’espulsione
Sono una decina i morosi gravi che non presentano la rendicontazione dall'inizio del 2019, ma le espulsioni potrebbero riguardare soltanto alcuni di loro
di Andrea Gagliardi
2' di lettura
Gli oltre 40 parlamentari M5s giudicati dal comitato dei probiviri del Movimento non in regola con le restituzioni e la rendicontazione sono ancora in attesa del loro destino. In mancanza di una lista ufficiale, analizzando il sito tirendiconto.it, salta all’occhio la decina di casi di deputati e senatori che non presentano la rendicontazione dall'inizio del 2019. Sono quelli a rischio espulsione. Ma quest’ultima potrebbe alla fine riguardare solo una parte di loro.
I maggiori ritardi
Alla Camera i morosi gravi sono Nicola Acunzo, Nadia Aprile, Flora Frate, Paolo Romano e Andrea Vallascas. Al Senato il portale registra l'inadempienza dall'inizio dell'anno scorso di Cristiano Anastasi, Vittoria Bogo, Alfonso Ciampolillo, Fabio Di Micco e Mario Giarrusso. Ma provvedimenti disciplinari come la sospensione o il richiamo potrebbero arrivare anche a quei parlamentari in ritardo cospicuo. Come Andrea Colletti, Francesca Galizia, Dalila Nesci che non restituiscono da marzo. O Giuseppe D’Ippolitio, Michele Nitti e Mauro Coltorti in ritardo da maggio.
In lieve ritardo Bonafede e Spadafora
In lieve ritardo il ministro della Giustizia Bonafede, quello dello Sport Vincenzo Spadafora e il presidente della Camera Roberto Fico ai quali manca solo la restituzione di ottobre 2019. Tra i senatori, il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle mafie Nicola Morra deve ancora presentare il rendiconto di agosto, settembre e ottobre. In tema di ex ministri, la responsabile della Sanità nel Conte uno Giulia Grillo non presenta il rendiconto da settembre.
Modificato statuto restituzioni, stop a Rousseau
Da segnalare che andranno al fondo per la microimprenditorialità e non più all'associazione Rousseau i residui dei fondi diretti al Comitato per le rendicontazioni e rimborsi del M5s. Lo prevede la modifica allo Statuto del Comitato registrata il 10 gennaio. Le modifiche introdotte allargano il perimetro del Comitato anche alle restituzioni dei parlamentari europei e prevedono «la facoltà di utilizzo per i portavoce regionali». La durata dello stesso Comitato è inoltre prevista fino «all’integrale utilizzo dei fondi impegnati».
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