i dati bankitalia

Rimesse cinesi, non si arresta il crollo: -44% nel primo semestre 2017

di Andrea Gagliardi

Interno di una fabbrica cinese alla periferia di Firenze

3' di lettura

Il 2016 ha segnato una tappa ulteriore nel calo delle rimesse verso i paesi d’origine dei migranti presenti in Italia. E il 2017 si avvia a confermare il trend. Lo scorso anno, in base ai dati Bankitalia, per la sesta volta di seguito, infatti, il flusso di denaro in uscita dal nostro Paese attraverso i canali ufficiali (banche e money transfer) è diminuito. Dai 7,4 miliardi di euro del 2011 si è passati ai 5,1 miliardi del 2016. E la tendenza non si accenna ad arrestarsi. Se si guarda ai dati dei primi due trimestri del 2017, infatti, la tendenza è la stessa. Nel primo trimestre sono stati inviati all’estero 1,160 miliardi a fronte di 1,250 del corrispondente trimestre 2016. Leggera diminuzione anche nel periodo aprile-giugno (1,278 miliardi contro 1,298 lo scorso anno).

Il declino delle rimesse cinesi
Pare inarrestabile, inoltre, il crollo delle rimesse verso la Cina. Quest’ultima, per anni primo Paese per rimesse ricevute dall’Italia (con oltre un quarto del denaro in uscita e punte del 39% nel 2012), è crollata al decimo posto in graduatoria quest’anno. Nel 2016 la Cina ha ricevuto 238 milioni di euro dall'Italia (con un calo del 57,3% rispetto all'anno precedente). Una cifra tanto più esigua se si considera che nel 2012 i cittadini cinesi inviarono la cifra record di 2,7 miliardi di euro nel proprio Paese di origine. Sempre nel 2016, al primo posto in graduatoria per rimesse si è confermata la Romania, che dal 2014 costituisce il principale Paese di destinazione del denaro inviato (seguito da Bangladesh e Filippine) e oggi rappresenta circa il 15% di tutte le destinazioni.

Loading...

Dati che trovano conferma anche nei primi due trimestri 2017, sia per quanto riguarda il primato della Romania che il crollo cinese. Nel I trimestre 2017 le rimesse verso la Cina sono ammontate a 40,8 milioni (contro gli 83,5 miliardi del I trimestre 2016). Dato simile nel II trimestre (40 milioni), con annessa flessione rispetto al corrispondente periodo del 2016 (61,8 milioni). Il calo complessivo nei primi sei mesi dell’anno è stato del 44,3%.

Il flusso carsico dei soldi dall'Italia alla Cina

Le segnalazioni sospette
Quali le ragioni dietro il calo? Gli operatori di money transfer lo chiamano rischio-Paese. Troppe le segnalazioni sospette all’unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia che indaga sui fenomeni di riciclaggio. Troppe le indagini della Guardia di Finanza, braccio delle Procure, che hanno messo nel mirino diverse operazioni da migliaia di euro.Più recentemente (febbraio 2017), la questione del crollo delle rimesse cinesi è stata oggetto di un’inchiesta del Sole 24 Ore (vedi “Il mistero delle rimesse cinesi: spariti due miliardi di euro in tre anni” e il video “ Il flusso carsico dei soldi dall'Italia alla Cina”).

Per spiegare l’anomalo fenomeno, il Dossier statistico immigrazione del centro studi e ricerche Idos, presentato ieri, ha citato quanto riportato dal direttore dell’Unità informazione finanziaria (Uif) di Bankitalia, nell’audizione resa lo scorso aprile 2016 in Commissione Finanze alla Camera: «In linea generale si è rivelata la capacità, che rende ipotizzabile una sottostante organizzazione estesa ed efficiente, di cambiare con rapidità gli operatori di riferimento da parte di reti di agenti ad ogni avvisaglia di attenzione sulle loro attività (....). Emergono più precisamente - ha precisato il direttore dell’Uif - analoghi comportamenti volti a spostare l’attività su istituti di moneta elettronica comunitari (....) in grado di generare anche nuove scelte opportunistiche, basate essenzialmente sull’esigenza di ridurre i costi di “compliance”».

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti