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Riparte il turismo congressuale, nel 2023 il recupero del gap con il 2019

Nel 2022 organizzati 304mila tra congressi ed eventi. Il mercato è trainato dalle imprese che scelgono per meeting e convention gli hotel congressuali

di Enrico Netti

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3' di lettura

L’industria dei congressi e degli eventi aziendali nel 2022 ha cercato faticosamente la via della ripartenza. Lo scorso anno in Italia sono stati organizzati quasi 304mila tra congressi ed eventi business con un +251% rispetto al 2021. I partecipanti sono stati complessivamente 21,2 milioni di persone (+362%) e le presenze hanno messo a segno un +366% e raggiunto quota 31,7 milioni. Il comparto ha recuperato quasi i tre quarti degli eventi del 2019, ultimo anno di “normalità” prima della pandemia. Questi i dati dell’Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi (Oice), ricerca promossa da Federcongressi&eventi realizzata dall’Alta Scuola di economia e relazioni internazionali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri. Il 2023 ha visto l’accentuarsi del miglioramento e alla luce del trend visto nel primo semestre nel corso dell’anno verrà recuperato il gap con il 2019 e forse superato. Buone anche le prospettive sull'andamento del fatturato: oltre la metà delle sedi prevede nel 2023 un aumento dei ricavi rispetto al 2022. «Questi dati e i segnali del mercato sono molto positivi ma questo non ci impedisce di essere consapevoli di quanto il momento storico sia complesso, evidenziando ancora di più la capacità del Mice italiano di essere resiliente, propositivo e proattivo - avverte Gabriella Gentile, presidente di Federcongressi&eventi -. Per favorire in ogni ambito la crescita della meeting industry continuiamo nella nostra missione di valorizzazione dell’identità del settore e di supporto concreto agli operatori affinché lo sviluppo delle singole imprese coincida sempre più con lo sviluppo dell'intero comparto e viceversa».

Presenze e location

Lo scorso anno sono state le aziende il principale motore del settore: il 53% degli eventi erano aziendali come lanci di prodotto, convention e meeting, quelli delle associazioni medico-scientifiche valgono quasi un terzo del mercato mentre quelli delle Istituzioni pesano per il restante 16%. Da non dimenticare che nei primi mesi del 2022 le restrizioni sanitarie hanno condizionato la provenienza dei partecipanti: così quasi i due terzi degli eventi hanno coinvolto persone provenienti dalla stessa regione. Per il resto il 28,5% ha avuto una platea nazionale e l’8,3% internazionale. Per quanto riguarda le sedi impiegate gli hotel congressuali hanno fatto la parte del leone ospitando il 77% degli eventi. Le sedi istituzionali il 9%, gli spazi non convenzionali il 6% e le dimore storiche non alberghiere, tra cui abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville storiche il 2,5%. I centri congressi e le sedi fieristico congressuali hanno ospitato il restante 3,4% degli eventi. Secondo l’Ossservatorio gli alberghi rispondono in maniera specifica alle esigenze di chi organizza meeting, corsi di formazione e convention, mentre i centri congressi con i loro spazi espositivi, sala plenaria e sale di sottocommissione ai bisogni dei congressi associativi.

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Italia sul podio del turismo business

Per quanto il 2022 sia stato l’anno della ripartenza l’Italia conquista il podio nel mercato del turismo business. «Un segmento sulla cui crescita investe costantemente Enit. L’Italia legata al turismo business scala le classifiche mondiali Icca (International congress and convention association): è terza a livello globale e seconda in Europa con oltre 520 meeting dopo la Spagna (528) e gli Usa (690) saldi al primo posto (Enit su dati ICCA) - spiegano Ivana Jelinic, presidente e Ceo Enit con Sandro Pappalardo, consigliere cda Enit -. Nel 2022 circa l’85% dei meeting si sono svolti in presenza, circa 9mila su un totale di oltre 10.500. Roma e Milano sono al quattordicesimo e diciottesimo posto con 79 e 66 meeting rispettivi, mentre nel ranking europeo salgono entrambe di una posizione. I viaggi del futuro coniugano sempre di più tempo libero e business. Già nel 2021 si è assistito ad una ripresa del segmento business, cresciuto del +31% rispetto ai livelli del 2020, quando la spesa globale per i viaggi aziendali aveva subito un calo del -56% sul 2019».

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