Ripartono gli investimenti dei parchi a tema, 450 milioni di euro nel triennio
Si punta su nuove attrazione e più sostenibilità per in comparto che compreso l’indotto genera un business da 2 miliardi. Durante la stagione 2023 assunti 20mila stagionali
di Enrico Netti
2' di lettura
Un piano d’investimenti per il prossimo triennio da 450 milioni e 20mila assunzioni stagionali. Questo il perimetro di crescita dell’industria del parchi divertimento in Italia secondo i dati elaborati dall’Associazione Parchi Permanenti Italiani - Confindustria. Quest’anno verranno investiti oltre 120 milioni tra nuove attrazioni e ampliamenti che porteranno alla creazione di nuovi posti di lavoro (+20%). Il comparto così quest’anno assorbirà più di 30mila persone di cui 20mila stagioni che si aggiungo ai 10mila dipendenti fissi. Nel medio periodo le società che gestiscono i parchi a tema hanno in programma investimenti per 450 milioni destinati ad innalzare la qualità e la varietà delle attrazioni allineandole a quelle dei migliori parchi del mondo. Nuove giostre e attrazioni ma anche più sostenibilità nelle strutture e best practice per l’efficientamento degli impianti. Accanto all’installazione di impianti fotovoltaici si interviene per ridurre il consumo di acqua con impianti di filtraggio e ricircolo ancora più performanti, abbinati allo studio di nuove tecnologie, subordinate al benestare delle istituzioni, basate sull’utilizzo delle acque dei pozzi o del mare opportunamente trattate, evitando lo spreco di acqua potabile. «Il settore dei parchi divertimento è fondamentale per il turismo ed è un volano per il territorio, con il suo indotto in termini di giro d’affari e occupazione - spiega Luciano Pareschi, Presidente Associazione Parchi Permanenti Italiani – Confindustria -. Le aziende del comparto stanno confermando e sostenendo gli investimenti, pur avendo ricevuto, tra ritardi e cavilli burocratici, aiuti insufficienti dopo la pandemia. Chiediamo al Governo una maggiore attenzione per il nostro comparto, favorendo sia i piccoli e medi imprenditori che ne costituiscono l’ossatura e possono contare solo sulle proprie forze, sia i grandi gruppi che hanno alle spalle fondi di investimento o multinazionali dell’intrattenimento».
Il comparto si lascia alle spalle gli anni del Covid in cui sono stati persi oltre 250 milioni di ricavi e decine di migliaia di posti di lavoro. La ripartenza è iniziata nel 2022 quando molti parchi sono ritornati agli incassi pre pandemia. Sulla base di questo trend e in linea con la ripresa dei flussi turistici verso l’Italia, si stima che il comparto sarà destinato ad un nuovo periodo di sviluppo, superando già nel corso di questa stagione la barriera dei 20 milioni di visitatori italiani e 1,5 milioni di visitatori stranieri. Il comparto è composto da 230 strutture tra parchi faunistici, avventura, tematici e acquatici. Nel 2019, a fronte di 450 milioni di fatturato di biglietteria, l’indotto relativo a merchandising, ristorazione e altre attività interne ai parchi è stato di 1 miliardo di euro e di 2 miliardi se si considerano le attività esterne, come hotel, attività di manutenzione e altri servizi, per un totale di oltre 60mila addetti.
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