«Ripristinate le prove scritte alla maturità»: una prof lancia la petizione online
Ilaria Rizzini, docente di greco e latino a Pavia, fa partire una raccolta firme: «Scritti necessari per non privare l’esame di elementi qualificanti»
di Al.Tr.
I punti chiave
2' di lettura
«L'eliminazione delle prove scritte dagli ultimi due Esami di Stato ha risposto a una situazione di emergenza, ma è auspicabile che esse vengano ripristinate per non privare l'esame di elementi davvero qualificanti, in primis per chi lo sostiene». Inizia così l’appello lanciato in rete da Ilaria Rizzini, docente di latino e greco al liceo Foscolo di Pavia, che ha aperto una petizione su Change.org indirizzata al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per raccogliere le firme a sostegno del ritorno del tema di italiano e della prova di indirizzo agli esami di maturità. Negli ultimi due anni, infatti, a causa del Covid l’esame si è svolto in modalità “light”, ovvero con la sola prova orale suddivisa in 4 fasi.
«Scritti e orali misurano capacità e competenze diverse»
Secondo la prof «la produzione di un elaborato in lingua italiana, atto ad accertare le capacità espressive e le competenze argomentative che la scuola è chiamata a fornire; la prova di indirizzo, che misura e valorizza competenze specifiche del corso di studio. «Nell'arco del quinquennio, agli insegnanti si chiede di valutare gli studenti tramite prove sia scritte sia orali proprio perché diverse modalità di verifica valorizzano e misurano capacità e competenze diverse» spiega la prof nel testo della petizione, che non comprende «perché tale complementarità debba venire meno in sede di Esame, momento di sintesi del percorso scolastico».
«Il solo orale non è un sostituto efficace»
Per questi motivi «l'elaborato di indirizzo e l'analisi orale di un testo noto», ovvero le prove previste dalla maturità “light” in era Covid secondo la docente Rizzini «non possono rappresentare un sostituto efficace ed equipollente di prove svolte a prima vista, pertanto certamente prodotte dal candidato». E quindi «se la scuola che si auspica è quella che dota gli allievi di strumenti e non li infarcisce di mere nozioni - conclude la prof nella petizione - anche l'esame dovrebbe verificare l'acquisizione di tali strumenti attraverso le medesime strategie adoperate nei cinque anni precedenti».
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