ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùRegione.

Rischio idrogeologico, 5 milioni per interventi sulla rete idrica

L’obiettivo è quello di tenere sotto controllo le vie d’acqua anche in caso di eventi catastrofici
Le opere previste dal piano sono 23 e riguardano le province di Milano, Pavia, Lodi, Mantova e Cremona

di Michelangelo Bonessa

Capoluogo. Sul nodo di Milano sono stati investiti 194 milioni: i primi risultati, come le vasche di laminazione del Seveso, dovrebbero iniziare a entrare in funzione nel 2024

3' di lettura

Cinque milioni di euro contro il rischio idrogeologico.

«Sono 23 le opere di cui si compone il piano che interesserà i corsi d’acqua che attraversano le provincie di Milano, Pavia, Lodi, Mantova e Cremona», ha precisato Gianluca Comazzi, assessore regionale al Territorio e Sistemi verdi. La giunta di Regione Lombardia ha infatti approvato una delibera che stanzia cinque milioni di euro per interventi sulla rete idrica e salvaguardia del territorio. Un ultimo finanziamento parte dei 632,3 milioni di euro impegnati per interventi su tutto il territorio regionale, di cui «441,3 milioni di fondi regionali», ha sottolineato Comazzi. Finanziamenti necessari visti i numeri lombardi: il territorio lombardo presenta il 44% dei Comuni a rischio idrogeologico “elevato e “molto elevato”, 1224 Comuni (su 1504) sono a rischio frana e 1280 a rischio alluvione.

Loading...

E, per quanto avviati, i lavori sono ancora in fase di completamento: sul nodo di Milano sono stati investiti 194 milioni e i primi risultati storici come la realizzazione delle vasche di laminazione del Seveso dovrebbero iniziare a entrare in funzione nel 2024. Tra queste le vasche di Senago del valore di 37 milioni che dovrebbero essere completate a dicembre e messe in esercizio nella primavera 2024, la vasca di Milano Bresso del valore di 30 milioni dovrebbe entrare in funzione a gennaio. Ancora indietro invece quelle di Paderno Dugnano e Lentate sul Seveso. Così come altre per opere di laminazione di altri corsi d’acqua che convergono comunque sul nodo idraulico milanese e che nel complesso valgono 148,9 milioni e che sono completate solo in un caso su sette interventi principali: Fiume Lambro, Torrente Trobbia, Torrente Molgora, Torrente Guisa, Torrente Lura, Torrente Bozzente, Fiume Olona.

Un supporto considerevole arriva anche dal Pnrr visto che nell’ambito della Missione 2, Componente 4, Investimento 2.1b “Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico” sono stanziati 138 milioni di euro, per la realizzazione di 314 interventi di Protezione Civile, finalizzati al ripristino delle infrastrutture danneggiate e alla riduzione del rischio residuo nelle aree colpite da calamità, sulla base dei piani di investimento elaborati a livello locale da Regione e approvati dal Dipartimento della Protezione Civile: 64 milioni servono per sistemare i danni del maltempo 2018, mentre 74 per «122 nuovi progetti di riduzione del rischio in aree colpite da calamità naturali, per le quali sia stato deliberato lo stato di emergenza nazionale, in particolare gli eventi meteorologici connessi al maltempo 2019, 2020 e 2021» spiegano da Regione Lombardia.

Regione Lombardia oltre agli ultimi 5 milioni citati, per il 2023 ha creato un piano da 80 milioni che ha permesso l’attivazione di 38 interventi strategici. Ed era solo un primo passo: «A breve sarà avviato un secondo piano di interventi che utilizzerà circa 38 milioni di fondi regionali, già stanziati dal Piano Lombardia», aveva annunciato Comazzi in primavera.

Il tema del dissesto idrogeologico è stato al centro anche di un convegno organizzato da Inail Lombardia e l’Unità operativa territoriale di Como con la collaborazione del Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici Inail e in partnership con Confindustria Lecco e Sondrio. Secondo le ricerche citate in quella sede, in Lombardia le grandi frane monitorate sono 45 e i lombardi che vivono in zone con un pericolo medio di frana sono 300mila. La provincia col maggior numero è Sondrio (41.666), seguono Brescia, Bergamo (con 31.012 e 26.583) e Lecco e Como (12.359 e 10.439). Il 60% dei fenomeni, valutato su basi morfologiche, risulta attivo-riattivato-sospeso, il 30% circa quiescente, il 6% non determinato, il restante 4% è relitto. Solo lo 0,2% dei dissesti censiti risulta stabilizzato. Molti dei fenomeni attivi sono concentrati nella parte più a nord dell’Oltrepò Pavese.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti