risparmio

Rischio sovrano, da Visco idee semplici per tempi difficili

di Rossella Bocciarelli

Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco (Ansa)

2' di lettura

Non scherzate con il rischio sovrano, perché un rialzo prolungato dei rendimenti dei titoli di stato corrode il risparmio delle famiglie, rende più arduo per le imprese l'accesso al credito e agli investimenti, blocca le capacità d'intervento del settore pubblico. É un'idea semplice per navigare in questi tempi difficili quella trasmessa dal governatore della Banca d'Italia, nel suo intervento alla Giornata mondiale del risparmio.

Ignazio Visco ha ricordato infatti che, nonostante un rallentamento congiunturale più forte che nel resto d'Europa, il debito pubblico italiano è sostenibile e i fondamentali dell'economia sono buoni. Ma vivere bene e far marciare l'economia con una febbre forte che perdura non è possibile. E quella segnalata dal termometro dello spread è una febbre insidiosa.

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Il differenziale con i tassi a lunga tedeschi oscilla oggi sui 300 punti base, contro una media di 130 punti nei primi 4 mesi dell'anno, mentre i rendimenti sui buoni decennali sono arrivati a toccare il 3,7 percento; tra maggio e agosto gli investitori esteri hanno venduto 82 miliardi di titoli italiani, mentre i residenti hanno fatto acquisti netti di titoli esteri per 18 miliardi.

Ma i capitali in uscita non sono l'unico danno; c'è l'aumento l'aumento del costo dei contratti di assicurazione, i credit default swaps che, rimarca il governatore, è stato molto influenzato dal rischio di ridenominazione valutaria.
Un rischio che in Europa ha riguardato solo l'Italia (perché da noi si è a lungo conversato di piani B, ndr). Nel frattempo, il valore dei titoli di stato si è ridotto dell'8 per cento la borsa è scesa del 20 per cento. E, quanto al costo che tutto ciò può comportare per le pubbliche finanze, si tratta di un aggravio di 5 miliardi l'anno prossimo, che salirà a 12 nel 2021. Questo, ovviamente, trasformerebbe in una sorta di fatica di Sisifo lo sforzo per stabilizzare il rapporto tra debito pubblico e Pil.

Quanto alle banche, è loro la responsabilità di dimostrare nei fatti che non sono nemiche del risparmio e dei risparmiatori, ma non è giusto che vengano svantaggiate nella gara internazionale da queste tensioni finanziarie sul debito pubblico. Tensioni che, come ha già detto anche Mario Draghi, possono danneggiare una solidità patrimoniale faticosamente riconquistata dopo la grande crisi. Visco ha infatti spiegato che a giugno scorso il coefficiente patrimoniale relativo al capitale di migliore qualità delle aziende di credito italiane era risalito al 13,2 per cento.

Cosa potrebbe fare il governo italiano per rendere più agevole il collocamento di circa 400 miliardi di titoli di stato nel 2019? Dovrebbe cercare di far valere le proprie ragioni in Europa senza andare allo scontro istituzionale, dice Visco. Non solo perché per rilanciare il processo di riforma della guida europea è essenziale un clima di fiducia reciproca. Ma perché il destino italiano non può prescindere da quello dell'Europa.

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