Riscossione, Camere chiedono taglio magazzino cartelle
La risoluzione delle commissioni Finanze di Camere e Senato che chiede al Governo di procedere alla riforma della Riscossione, e al taglio di circa la metà delle cartelle del cosiddetto “magazzino”, è stata approvata da tutti i parlamentari di maggioranza delle due commissioni
I punti chiave
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La risoluzione delle commissioni Finanze di Camere e Senato che chiede al Governo di procedere alla riforma della Riscossione, e al taglio di circa la metà delle cartelle del cosiddetto “magazzino”, è stata approvata da tutti i parlamentari di maggioranza delle due commissioni. Si sono astenuti i rappresentanti di Fratelli d’Italia in commissione Finanze della Camera e in commissione Finanze del Senato. In Commissione Senato si sono astenuti anche i senatori del gruppo Misto, Elio Lannutti e Mattia Crucioli.
Camere chiedono taglio magazzino cartelle
Ridefinire la disciplina legislativa per poter gestire il magazzino dei crediti fiscali di difficile esigibilità o inesigibili e avviare la riforma della riscossione nel quadro della più ampia riforma fiscale. È quanto prevede la risoluzione delle commissioni Finanze di Camere e Senato approvata oggi, martedì 12 ottobre. Il documento impegna i Governo a prevedere un «discarico automatico dei crediti realmente inesigibili» e il «potenziamento del sistema di riscossione». Secondo il Mef a fine 2020 la consistenza del magazzino crediti «ha superato 999 miliardi, dei quali circa 400 difficilmente recuperabili e più di un terzo superiori a 10 anni».
Il magazzino crediti
«Il 78 per cento del magazzino fiscale - evidenzia la relazione delle commissioni Finanze di Camera e Senato - è costituito da 178 milioni di crediti di importo inferiore a 1.000 euro (per un totale di 56 miliardi) che impongono di valutare il rapporto costi/benefici rispetto alle operazioni di recupero». Il magazzino crediti evidenzia poi come ci siano circa 18 milioni di contribuenti in debito col fisco, di cui ben 15 milioni sono persone fisiche, delle quali 2,5 milioni hanno attività economiche, mentre dei carichi residui di competenza statale ben 133 miliardi sono dovuti da soggetti deceduti e ditte cessate, mentre altri 152 miliardi da soggetti con procedura concorsuale in corso. Dei circa 8 milioni di contribuenti destinatari ogni anno di cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivi, quasi il 90 per cento risulta avere già avuto iscrizioni a ruolo negli anni precedenti, a dimostrazione dell’alta recidività di coloro che non regolarizzano il debito nella fase antecedente l’inizio del processo di riscossione. Dei circa 16 milioni di nuovi atti che annualmente vengono notificati, circa il 20 per cento viene regolarizzato nel periodo immediatamente successivo alla notifica, mentre un ulteriore 25 per cento viene estinto attraverso le procedure di recupero e l’istituto della rateizzazione nei successivi 5 anni, il restante 55 per cento viene poi recuperato solo parzialmente nei successivi anni. Questi risultati sono molto inferiori a quelle di altri Paesi europei nei quali il non riscosso è alquanto limitato e si provvede a cancellarlo su base annuale.
Rientro soft per piani rottamazione cartelle
Le commissioni chiedono inoltre all’esecutivo di «rimodulare» i piani di rateizzazione dei pagamenti legati alla rottamazione delle cartelle sospese durante il periodo della crisi pandemica (dalll’8 marzo 2020 al 31 agosto del 2021) prevedendo «modalità di rientro graduale dei debiti derivanti dai piani di rateizzazione». D’altra parte la risoluzione impegna il Governo a «individuare meccanismi di riscossione più incisivi per i contribuenti cosiddetti recidivi» che eludono o tentano di eludere sistematicamente ed in modo ingiustificato l’attività di riscossione.
Camera, stop beneficio rateizzazione scatti dopo intimazione Agenzia entrate
Il Governo è impegnato «a valutare l’opportunità di stabilire che, anche a regime, la decadenza dai piani di dilazione consegua alla notifica di una intimazione dell’Agenzia delle entrate-riscossione a pagare le somme dovute entro 60 giorni e al conseguente inadempimento del debitore». È uno degli impegni, riformulato, indicato all’Esecutivo dalla commissione Finanze della Camera nella risoluzione sulla relazione del ministro dell’Economia sulla revisione della riscossione. Il documento è stato approvato, si apprende, da tutti i gruppi, con la sola astensione di Fdi, e sollecita, tra l’altro, il Governo a «procedere a una complessiva e organica revisione del sistema della riscossione».
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