Risoluzione Onu per tregua umanitaria a Gaza approvata da 120 Paesi: chi ha votato con l’Italia per l’astensione e chi contro
La risoluzione era stata presentata dai Paesi arabi. Gli Usa hanno votato contro, Italia Germania e Regno Unito si sono astenuti. Francia e Spagna a favore
4' di lettura
Dopo giorni in cui all’Onu va in scena un duro confronto sul Medio Oriente, l’Assemblea generale ha approvato la bozza di risoluzione presentata dalla Giordania, a nome dei Paesi arabi, per una tregua umanitaria tra Israele e palestinesi. Una risoluzione che il ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Eli Cohen, si è rifiutato di accettare, opponendo “l’aperto rifiuto dello spregevole appello per un cessate il fuoco” e rivendicando che “Israele intende agire per eliminare Hamas proprio come il mondo ha agito contro i nazisti e l’Isis”.
Francia e Spagna a favore, Usa contrari
La risoluzione - intitolata «Azioni illegali di Israele nella Gerusalemme Est occupata e nei Territori palestinesi occupati» - è stata presentata da 40 Stati, quasi tutti mediorientali e africani, con in più Russia, Venezuela, Corea del Nord, Indonesia, Bolivia e pochi altri (nessun Paese Ue). Si tratta di un atto non vincolante perché approvato dall’Assemblea e non dal Consiglio di Sicurezza, mira a garantire l’ingresso degli aiuti e a impedire lo sfollamento forzato. Il testo ha ottenuto 120 voti a favore: tra i Paesi Ue i sì sono arrivati da Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Irlanda, Lussemburgo e Malta. Al di fuori della Ue hanno votato sì tra gli altri Russia, Cina e Brasile. Solo 14 i voti contrari (tra cui gli Usa e Israele, oltre ad Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Croazia).
Tra gli astenuti Italia, Germania e Uk
Sono stati 45, invece, gli astenuti tra i quali figurano anche Italia, Germania, Regno Unito, Olanda, Svezia, Polonia, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Giappone e India. Per passare era richiesta la maggioranza dei due terzi di presenti e votanti dei 193 Paesi, gli astenuti non contano. “Oggi è un giorno che passerà alla storia nell’infamia, un giorno buio per l’Onu, che non ha più un briciolo di rilevanza o legittimità”, ha tuonato l’ambasciatore israeliano Gilad Erdan. La risoluzione era stata ostacolata anche dagli Stati Uniti che avevano più volte segnalato che il testo della bozza non conteneva le parole “Hamas” e “ostaggi”.
Le motivazioni dell’Italia
L’Italia si è astenuta nella risoluzione votata dall’Assemblea generale dell’Onu perché questa “non era equilibrata”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervistato al Gr1. Nella risoluzione, ha spiegato il vicepremier, “non c’era una condanna di Hamas”, mancava il riferimento “alla difesa di Israele” e “c’erano una serie di punti che non rendevano equilibrato” il testo.
Non passa emendamento su condanna Hamas
Bocciato, invece, l’emendamento presentato dal Canada con il quale Ottawa voleva aggiungere al testo una condanna diretta dell’attacco dei miliziani, un passaggio difficilmente digeribili dal fronte arabo. Nonostante la maggioranza che si è espressa con 88 Paesi a favore, l’emendamento non è passato perché non ha raggiunto i due terzi dei sì: 55 hanno votato contro e 23 si sono astenuti. “Gli obiettivi di Hamas sono disgustosi. Non c’è giustificazione per il terrorismo, dobbiamo condannare gli atti terroristici di Hamas”, è tornata a sottolineare l’ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro Linda Thomas-Greenfield durante i lavori, ricordando che “Hamas non si è mai preoccupato della sicurezza o del benessere della gente che dice di rappresentare, per loro i civili palestinesi sono scudi umani”. Nervi sempre più tesi, dunque, tra Onu e Israele in uno scontro che si era già esacerbato dopo le parole del segretario generale Antonio Guterres e la scelta dello Stato ebraico di negare il visto ai rappresentanti delle Nazioni Unite. A rincarare la dose le parole della portavoce dell’Ufficio per i diritti umani dell’Onu Ravina Shamdasani, che ha parlato di “crimini di guerra” che si stanno commettendo in Medio Oriente. E ha puntato il dito non solo su Hamas, ma anche sullo Stato ebraico: “Siamo preoccupati per la punizione collettiva degli abitanti di Gaza”, ha sottolineato Shamdasani, denunciando anche l’uso di esplosivi a lungo raggio in aree densamente popolate. Ma è anche tornata ad accusare i miliziani palestinesi per i rapimenti di ostaggi. Shamdasani ha quindi ribadito come a Gaza ormai “nessun luogo è sicuro” e “costringere le persone a evacuare in queste circostanze e mentre sono sotto completo assedio solleva serie preoccupazioni”.
Di tutt’altro avviso la missione israeliana nella capitale elvetica. Israele mette in chiaro che il diritto umanitario internazionale rimane il “punto di riferimento” dell’esercito israeliano, nonostante “la brutalità di Hamas e lo scudo offerto dalle Nazioni Unite”, e che starebbe “facendo tutto ciò che è in suo potere per proteggere i civili”. Una versione che non convince però neanche Ankara, già restia a definire terrorista il gruppo islamico pur condannando il massacro dei civili. Per il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, il diritto internazionale “è stato violato” e anche per lui i raid sulla Striscia sono “crimini contro l’umanità”. Dubbi affiorano anche nel Vecchio continente con il premier spagnolo Pedro Sanchez che ha definito “legittimo” chiedersi se Israele stia violando il diritto internazionale. La posizione spagnola si era manifestata anche nei giorni scorsi, quando Sanchez aveva mostrato solidarietà nei confronti di Guterres, tempestato di critiche per aver chiesto una tregua umanitaria e per la sua frase sugli “attacchi (di Hamas, ndr) non venuti dal nulla”.
loading...