I luoghi

Risparmio energetico ed efficienza produttiva L’«eco-fabbrica» sposa uomo e macchine

I nuovi impianti hanno pannelli fotovoltaici per produrre elettricità e centrali termiche alimentate con il legno di scarto. Ma anche vetrate e verde a beneficio dei dipendenti. Gli esempi di Lago, Porro, Molteni&C e B&B Italia

di Giovanna Mancini

Il nuovo Campus di Lago (Padova), uno spazio lavorativo ispirato a criteri di sostenibilità ambientale. Il legno è il principale materiale utilizzato, mentre le ampie vetrate e i 78 lucernari permettono l'ingresso della luce naturale

3' di lettura

Benissimo i prodotti realizzati con materiali riciclati e riciclabili. Bene i macchinari 4.0 che riducono gli scarti e aumentano l’efficienza. Ma la sostenibilità di un’impresa ha a che fare prima di tutto «con la capacità di creare un ecosistema di prosperità e benessere che coinvolga un intero territorio», dice Daniele Lago, ceo dell’omonima azienda padovana di arredo-design.

E allora la sostenibilità di un’azienda passa necessariamente anche per i luoghi della produzione e gli impianti. «La sostenibilità, oggi, è come il digitale: è l’aria che respiriamo, è la cultura che riusciamo a costruire intorno a una progettualità», aggiunge Lago. L’azienda ha recentemente inaugurato il nuovo Campus, con un progetto di ampliamento che si ispira all’idea di fabbrica come un laboratorio di pensiero e innovazione, in cui sostenibilità significa mettere al centro le persone e parallelamente incrementare l’efficienza produttiva. L’elemento base del nuovo edificio è il legno lamellare, che si alterna ad ampie vetrate attraverso cui la luce naturale è libera di filtrare e illuminare gli spazi lavorativi, circondati da ampie aree verdi.

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Il tema della luce e del verde è importante per il benessere dei dipendenti: lo sa bene Lorenzo Porro, che nel 2000 ha deciso di costruire un nuovo stabilimento accanto alla storica fabbrica fondata dal padre a Cantù nel 1955 e ampliata nel 1968. «Sarà che ho studiato architettura, ma per il nuovo impianto non volevo il solito capannone come se ne vedono tanti qui in Brianza», spiega Porro. Così è nato un sito produttivo con una superficie perimetrale interamente realizzata a vetrate che affacciano sul verde. Anche il tetto è per il 50% in vetro e per l’altra metà coperto con pannelli fotovoltaici che producono energia. Lo stabilimento lavora perciò in luce naturale, senza consumo di energia elettrica, per il’80% dei giorni dell’anno. Ma il beneficio va oltre il risparmio energetico: migliora la vita dei dipendenti, spiega Lorenzo Porro, ed è un biglietto da visita per l’azienda. «Quando i nostri clienti vengono a visitarci, per conoscere e acquistare i nostri prodotti, si portano a casa anche un pezzo della nostra storia e i nostri valori – osserva l’imprenditore –. Perciò anche il luogo in cui i mobili sono prodotti acquista importanza. La fabbrica è bella, bianca, pulita, ben verniciata: è un aspetto importante, perché rispecchia l’immagine del nostro marchio e della nostra azienda».

Un’idea non dissimile aveva avuto, molti anni prima, Pier Ambrogio Busnelli, fondatore nel 1966 di C&B Italia (poi B&B Italia, oggi parte del gruppo Design Holding), che nel 1972 affidò a un allora giovanissimo Renzo Piano il progetto della nuova sede dell’azienda a Novedrate (Como), ribattezzata «il Beaubourg della Brianza».

Oggi, quasi tutti i mobilifici italiani sono dotati di impianti fotovoltaici per coprire parte del fabbisogno di energia elettrica e di centrali termiche alimentate dagli scarti della lavorazione del legno. È il caso di Molteni&C che, grazie al nuovo impianto termico di Giussano (alimentato con gas naturale e residui del legno), gestisce la quasi totalità del fabbisogno energetico e limita le emissioni di CO2. Nei siti di Giussano, Turate e Verano Brianza, i pannelli fotovoltaici producono l’energia elettrica necessaria a illuminazione e climatizzazione degli uffici e a una parte della produzione. «La natura della nostra Industry ci avvantaggia rispetto ad altri settori della manifattura – osserva Giulia Molteni, responsabile marketing e comunicazione di Molteni Group –. Facciamo mobili di qualità, che durano nel tempo e con un ciclo di vita molto lungo. Inoltre, grazie a gli incentivi del Piano 4.0, negli ultimi 2-3 anni c’è stato un salto tecnologico, grazie all’adozione di macchinari e sistemi di controllo che riducono al minimo gli scarti». Detto questo, aggiunge Giulia Molteni, «la sostenibilità parte dalla progettazione di un prodotto, che deve tenere conto anche del suo fine vita, in un’ottica di economia circolare».

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