Risparmio, sulle famiglie pesa la paura del futuro. Perdere la chance Pnrr preoccupa più del lavoro
L’indagine in occasione della Giornata del risparmio in programma lunedì 31 ottobre: salel la quota delle famiglie che ritengono che faranno molta fatica a risparmiare ma i consumi hanno comunque una buona tenuta
di Laura Serafini
I punti chiave
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Crescono i timori e le preoccupazioni delle famiglie italiane per il futuro e per le prospettive di ripresa del paese: il 76 per cento è molto preoccupato o comunque ritiene sia necessario fare molta attenzione. Le ansie maggiori sono per le prospettive dell’economia nazionale, per i propri risparmi e gli investimenti. Ma, a sorpresa, l’idea che possa essere persa l'occasione del Pnrr preoccupa di più del posto di lavoro. Più di un italiano su 4 sa cosa sia il Piano di ripresa e resilienza e il ruolo importante che può avere per lo sviluppo green e delle infrastrutture. Sono in molti a ritenere che lo Stato e la pubblica amministrazione saranno sempre più importanti per accelerare la ripresa del paese. Aumenta invece la quota di coloro che sono preoccupati per il tenore di vita dopo il pensionamento.
Sono alcuni degli aspetti che emergono dall'indagine Acri-Ipsos condotta in occasione della 98esima Giornata mondiale del risparmio che sarà celebrata lunedì 31 ottobre a Roma alla presenza del presidente di Acri Francesco Profumo, del presidente di Abi Antonio Patuelli, del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, e, per la prima volta nella veste di ministro dell'Economia, di Giancarlo Giorgetti.
Non peggiora la situazione lavorativa ma cala il tenore di vita
La ricerca dal titolo “Il valore del risparmio nell'era dell'incertezza” evidenzia che nel corso del 2022 si è persa la ventata di ottimismo del 2021, legata alle prospettive di ripresa, facendo prevalere timori e preoccupazioni sia per il presente che per il prossimo futuro. Dallo studio emerge una crescente difficoltà economica per molte famiglie, accompagnata da una più marcata insoddisfazione: a fronte di un 6% che si dichiara molto soddisfatto per la situazione economica, il 17% ritiene di non esserlo affatto, dato in crescita di ben 6 punti percentuali nel 2021. Il peggioramento delle attese è legato all’inflazione, ma anche e soprattutto dalle preoccupazioni per il futuro.
Le famiglie colpite da una situazione lavorativa sfavorevole sono rimaste tutto sommato invariate, anche se nel frattempo il tenore di vita è peggiorato per il 19% (contro un 10% del 2021), il 38% ha vissuto difficoltà, mentre coloro che hanno vissuto un miglioramento sono solo il 7%, circa la metà rispetto al 2021.
Resta elevata la propensione per la liquidità
In questo contesto come si comportano le famiglie con i propri risparmi? Spendere il denaro a disposizione o tenerlo sul conto corrente è la soluzione verso cui propende il 63% degli italiani (era il 61% nel 2021; un dato che si mantiene costante dal 2001, anno d'inizio della rilevazione). Se i due terzi degli italiani propendono per la liquidità - anche se si riduce lievemente la propensione a tenere i soldi sul conto corrente - riprendono un po' quota gli investimenti percepiti come sicuri come fondi comuni o polizze e riprendono gli acquisti di BTp, obbligazioni e prodotti di risparmio postale complice anche la risalita dei tassi di interesse. Manca un prodotto ideale di investimento, anche se il mattone resta sempre un ancoraggio sicuro.
Fatica a risparmiare, ma non si rinuncia alla cena fuori casa
Due italiani su tre hanno adottato strategie per il contenimento dei consumi per contrastare gli aumenti. Risulta elevata la quota di coloro che risparmiano, anche se è in aumento l’incidenza di coloro che devono usare i risparmi per andare avanti o addirittura indebitarsi. Cresce la quota di coloro che pensano di non riuscire a risparmiare nei prossimi 12 mesi come quanto fatto sinora. Sale dal 18% del 2021 al 35% la quota delle famiglie che ritengono che faranno molta fatica a risparmiare, mentre solo una su 5 prevede un miglioramento. Nonostante tutto questo, i consumi hanno una buona tenuta, anche le spese per la cena fuori casa o per divertimento hanno ridotto il ridimensionamento rispetto al passato. Aumentano le spese per farmaci, salute e spostamenti e diminuiscono quelle per viaggi, vacanze, cena fuori, teatro e spettacoli.
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