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Ristoranti, hotel e agenzie di viaggio: 20mila a rischio infiltrazioni criminali

Le società di capitali con tensioni finanziarie sono più vulnerabili agli attacchi della malavita, in particolare al Sud. Boom di fatture inevase

di Bianca Lucia Mazzei

Bar e ristoranti chiusi. Confcommercio: "ci cancellano"

3' di lettura

Il lockdown della scorsa primavera ha fatto lievitare il rischio di infiltrazioni criminali e riciclaggio per alberghi, ristoranti e agenzie di viaggio, i settori più colpiti dalle chiusure decise per bloccare il diffondersi della pandemia. Il numero delle società di capitali vulnerabili è infatti quasi triplicato, passando dalle 7.228 imprese in difficoltà già prima del Covid alle 20.450 (13.222 in più) del dopo lockdown e cioé al 45% delle 45mila società che operano nei tre settori. I nuovi stop arrivati in autunno, così come le severe regole previste per Natale per evitare una terza ondata dell’epidemia a gennaio-febbraio, colpiscono quindi settori già fragili che rischiano di diventare terreno fertile per la criminalità organizzata, pronta a sfruttare le difficoltà economiche e finanziarie per acquisire proprietà e assetti di controllo, grazie alla disponibilità di liquidità proveniente dalle attività illegali.

Il quadro del Cerved

A fotografare la situazione è il Cerved che, insieme con la società specializzata Hawk, ha analizzato le società che operano in questi tre settori alla luce di una molteplicità di alert: problemi di liquidità, variazioni anomale delle strutture societarie, verifiche del titolare effettivo e presenza di persone segnalate da autorità giudiziarie. L’analisi considera solo le società di capitali, numericamente inferiori rispetto al totale delle aziende iscritte alle Camere di commercio (che includono anche le imprese individuali e quelle senza addetti), ma che generano più della maggioranza del fatturato dei settori coinvolti.

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GLI EFFETTI DELLE CHIUSURE
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I numeri

Secondo il Cerved il lockdown ha quasi triplicato il numero di ristoranti con forti tensioni finanziarie portandolo da 5.805 a 15.262. Per le agenzie di viaggio le società che potrebbero diventare oggetto di infiltrazioni criminali sono addirittura quadruplicate (da 506 a 2316), mentre per gli alberghi sono più che triplicate (da 917 a 2872). Il risultato è un’esposizione al rischio riciclaggio estremamente elevata: si tratta del 47% dei ristoranti (15.262 su 32.663), del 54% delle agenzie di viaggio (2.316 su 4.312) e del 36% degli alberghi (2.872 su 8.024).

Dove il pericolo era già forte

Percentuali elevatissime determinate non solo dal fatto che i settori legati all’accoglienza e al turismo sono quelli che più risentono degli stop a viaggi e mobilità, ma anche perché si tratta di comparti in cui il pericolo di infiltrazioni criminali era già forte ante-Covid: ristoranti e agenzie di viaggio erano considerati ad alto rischio riciclaggio da Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale , anche prima della pandemia per diverse ragioni fra cui l’uso frequente del contante e il ricorso a manodopera irregolare.

Fatture in evase oltre il 30%

I mancati pagamenti sono inoltre strutturalmente molto elevati: dai dati Cerved emerge che a dicembre 2019 le fatture inevase da parte delle agenzie di viaggio erano il 49,5% (una su due), un po’ meno quelle di alberghi (43%) e ristoranti (36%) ma comunque sempre superiori alla media delle Pmi (33,7 per cento). Poi è arrivato il lockdown e la situazione è esplosa: a maggio le fatture inevase delle agenzie di viaggio hanno quindi superato l’84,8%, gli hotel sono arrivati al il 78,8%, e i ristoranti a 72,6%, ben al di sopra della media generale del 44,7 per cento.

Mezzogiorno a rischio

L’aumento della vulnerabilità alle infiltrazioni criminali riguarda tutta la penisola, ma è particolarmente elevato per le società del Mezzogiorno. Il peggioramento della fragilità finanziaria ha colpito in particolar modo la Calabria , dove il 40% delle società di ristorazione e il 50% di quelle alberghiere registra problemi di liquidità causati dal Covid. In questi settori, la Calabria è anche la regione dove i segnali di allarme relativi al rischio di infiltrazioni criminali - segnalazioni di operazioni sospette o variazioni anomale della struttura societaria - sono più frequenti. La regione con le agenzie di viaggio rese finanziariamente più fragili dalla pandemia è invece la Puglia (68%), ma gli alert sui potenziali rischi di riciclaggio riguardano soprattutto Basilicata e Sardegna.

Per approfondire

Neppure la pandemia ferma Cosa Nostra. Sui giochi l’ombra di Matteo Messina Denaro

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