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Ristorazione mondiale, crescita del 16% nel post Covid. L’Italia spicca nell’offerta di qualità

Secondo il Foodservice Market Monitor di Deloitte il settore genera un valore complessivo pari a 2.221 miliardi di euro contro i 2.603 del 2019

di Emiliano Sgambato

(CHINE NOUVELLE/SIPA / AGF)

3' di lettura

La ristorazione nel mondo vale 2.221 miliardi di euro, in crescita del 15,6% rispetto al 2020, condizionato dalle restrizioni anti-Covid. Resta però ancora lontano il valore di 2.603 miliardi del 2019. E in questo contesto l’Italia si piazza al primo posto nella ristorazione di qualità in Europa (e al sesto nel mondo), con un rimbalzo del 14,5% sul 2020 e un valore generato di 31 miliardi di euro (Fipe Confcommercio stima una spesa complessiva di 63 miliardi di euro in bar e ristoranti nel 2021, una ventina in meno del 2019). A pesare il valore della ristorazione a livello globale è il Foodservice Market Monitor di Deloitte.

Il posizionamento dell’Europa rimane stabile, mantenendo il 18% del mercato con un’accelerazione del +16,7% sul 2020. L’area Asia-Pacifico si conferma il mercato principale, assorbendo da sola il 48% del totale (+13,7% il Cagr 20-21). Mentre «con il 24% delle quote il Nord America consolida l'espansione registrata nel 2020 e si dimostra l'area con tasso di crescita maggiore per l'anno in corso (+18% Cagr 20-21)», nota Deloitte.

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Il «full service restaurant» (ristorante con servizio al tavolo, di qualità) rimane il formato di ristorazione più diffuso a livello internazionale (48%) e risulta il secondo per tasso di crescita dopo lo street food (rispettivamente +18,8% e +21,3%), che tuttavia si ferma al 5% delle quote di mercato e solo all’1% in Italia.

Sebbene interessato da un aumento più contenuto, il «quick service restaurant» (fast food, delivery) costituisce il secondo formato di ristorazione (33%): un risultato sostenuto in particolar modo dal Nord America, «dove è adottato da 1 attività su 2, in confronto a un rapporto di 1 su 3 in Europa e 1 su 4 nell'area Asia Pacifico (Apac)», prosegue Deloitte. Café e bar, che a livello globale sono il terzo formato con il 14% dello share, sono invece una tipologia prettamente europea, area in cui raggiunge quota 30%.

Con il 44% di market share, la Cina guida per valore del full service, seguita a distanza dagli Usa (16%). L'Italia si posiziona sesta a livello globale per diffusione, con un rialzo del +14,5% dall'anno precedente e un valore di 31 miliardi di euro. Nel nostro Paese un attività ristorativa su due sceglie questo formato, mentre la restante metà si suddivide tra quick service (28%) e café-bar (21%).

Guardando alle occasioni di consumo, il retail (ristorazione all'interno di supermercati o centri commerciali) si dimostra il formato più dinamico in questa fase di ripresa economica, evidenziando un incremento del +27.6% dall'anno precedente (Cagr 20-21). A doppia cifra anche l'incremento per gli esercizi commerciali situati in destinazioni turistiche (Travel) o punti di intrattenimento (Entertainment).

Le catene di ristorazione – sottolina il report – rappresentano circa un terzo del mercato globale del Foodservice, registrando una crescita a doppia cifra dall'anno precedente (+14,8%). A fronte di una maggiore diffusione in Nord America (59%), le catene si distinguono in Europa per il più elevato tasso di sviluppo registrato nel 2021 (+18,8%). In Italia l'aumento è stato ancora più marcato (+23,2%), sebbene le catene costituiscano solo l'8% degli esercizi commerciali del settore.

«La pandemia ha lasciato un solco profondo nelle abitudini dei consumatori in ambito alimentare. Dopo cinque anni di crescita a doppia cifra, il formato delivery è più che raddoppiato nell'arco di 12 mesi, segnando un travolgente +53,7% – spiega Tommaso Nastasi di Deloitte –. Parallelamente, l'esperienza all'interno dei ristoranti ha subito le restrizioni anti-Covid, come dimostra il ritmo di sviluppo più contenuto delle attività on-site. Questi dati mettono in luce come sia sempre più necessario integrare la dimensione digitale, adeguando l'offerta e le modalità di fruizione per potenziare l'accessibilità del servizio».

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