Rito unitario e nuovi ruoli: rivoluzione per i familiaristi
Procedure più snelle con la possibilità di chiedere separazione e divorzio con un solo atto
di V.M.
2' di lettura
Un rito nuovo e unitario, che si applica ai procedimenti introdotti dal 1° marzo scorso di fronte sia al tribunale ordinario, sia al tribunale per i minorenni. Tempi più rapidi e meno adempimenti, con la possibilità di chiedere separazione e divorzio con un solo atto. Più attenzione ai minori. Nuovi ruoli per gli avvocati. E, da fine 2024, il percorso che porterà al nuovo Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie. Se c’è un settore che più di altri è stato innovato dalla riforma del processo civile (decreto legislativo 149/2022), questo è quello della giustizia familiare.
«Siamo passati da una disciplina distribuita tra Codice civile, Codice di procedura civile e leggi speciali a norme tutte raccolte nel Codice di rito, che regolano il nuovo procedimento unitario in materia di persone, minorenni e famiglie», spiega Filippo Danovi, partner dello studio Danovi & partners di Milano, che ha seguito direttamente la nascita della riforma: durante la sua elaborazione, quando ministra della Giustizia era Marta Cartabia, ha ricoperto l’incarico di vice capo dell’ufficio legislativo del ministero. «La riforma – spiega – offre nuove prospettive alla professione forense. Intanto sul fronte della negoziazione assistita, finora usata quasi solo in materia familiare e che viene potenziata: gli avvocati possono gestire in piena autonomia un divorzio che preveda la corresponsione di un assegno in un’unica soluzione, la cosiddetta una tantum, senza più passare dal giudice per la valutazione di equità. Inoltre, si dà spazio a figure come il curatore speciale del minore, il coordinatore genitoriale e il mediatore familiare». Più accordi, quindi, e maggiore collaborazione, per arrivare prima alle soluzioni, meglio se condivise. In questa direzione si muove anche il nuovo rito, che «è molto concentrato – prosegue Danovi – e prevede di depositare le memorie prima dell’udienza di comparizione, di modo che il giudice possa confrontarsi con una situazione chiara, con tutti gli elementi per pronunciarsi, anche in via provvisoria. Alle parti si chiede una disclosure piena sulle condizioni economiche e patrimoniali e si impone una leale collaborazione, con sanzioni economiche e processuali per chi non la rispetta».
Definisce la riforma un «terremoto» Paola Marchionni, senior partner e fondatore dello studio legale Marchionni Romagnoli di Foligno. Tanto che «dopo il 1° marzo c’è stato un momento di attesa per capire come applicare le novità. Ora i nuovi procedimenti sono partiti, ma continuiamo ad avere un canale di confronto aperto con magistrati e uffici». Marchionni promuove la riforma: «Mi piace, è al passo con i tempi. Ma quando ci sono cambiamenti così importanti è inevitabile una fase di adattamento». Mutano le procedure: «Diventano più semplici e veloci: è possibile chiedere la separazione e il divorzio con un solo atto». E poi cambiano i tempi: «Le scadenze ravvicinate e il fatto di dover depositare le memorie prima dell’udienza rendono possibile arrivare a una decisione con una sola udienza. È quindi indispensabile avere il quadro completo della situazione fin dall’inizio e sapere già, ad esempio, chi chiamare a testimoniare, perché diventa complesso “aggiustare il tiro” nel corso del procedimento. Cambia il rapporto con il cliente, che ora deve rivelare tutto da subito».
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