dal fai da te alle visiere

Ritorno a scuola: quali mascherine e visiere proteggono davvero?

Le mascherine fai da te, spiegano le principali ricerche scientifiche, garantiscono scarsa protezione. Le visiere hanno dei limiti. Cosa dicono gli studi

di Agnese Codignola

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3' di lettura

Via via che l'obbligo di indossare una protezione si estende agli ambienti chiusi, all'aperto, sui mezzi pubblici e così via, specie adesso che stanno riaprendo le scuole, crescono le soluzioni per così dire creative e, con esse, il rischio di vanificare almeno in parte gli sforzi per contenere la circolazione del Sars-CoV 2.

Perché anche se è già stato dimostrato, ed è ribadito da documenti quali quelli dell'OMS dei CDC americani, nonché dal Ministero della salute e da praticamente tutte le autorità sanitarie mondiali, non solo la mascherina va indossata il più spesso possibile quando si è contatto con il prossimo, ma deve anche essere fatta in un certo modo, e con materiali adeguati.

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Tutte le variazioni sul tema, e perfino le visiere, molto gradite perché lasciano vedere il volto e fanno respirare meglio, servono a poco, talvolta a nulla e anzi, possono dare l'illusione di essere al sicuro, e favorire così comportamenti pericolosi per sé e per gli altri. Non è certamente un caso se, in previsione dell'apertura delle scuole, lo stesso ministero ha ribadito, recependo le indicazioni del CTS che saranno fornite quelle giuste gratuitamente, e cioè quelle chirurgiche da cambiare ogni giorno.

Ora, a rafforzare ulteriormente le prove, escono due studi effettuati con metodi simili, e cioè simulando l'emissione di droplet e goccioline mentre si parla, si tossisce o si starnutisce e misurando poi, con l'aiuto di un laser, che cosa succede se, in quel momento, si indossano i diversi dispositivi.

Cosa dicono gli studi

Nel primo, condotto dai fisici della College of Engineering and Computer Science dell'Università della Florida Atlantica e pubblicato su Physics of Fluids, la simulazione riguardava le visiere e le mascherine con la valvola per l'espirazione e il loro effetto durante uno starnuto o un colpo di tosse. Come fanno vedere in modo chiarissimo i video e le foto allegati, la visiera contiene la prima ondata di gocce, ma non può nulla contro quelle che, comunque, passando lateralmente o dalla parte inferiore, escono e in piccola parte tornano anche indietro.

Le mascherine ai raggi X

Le mascherine esaminate dai ricercatori della Duke University di Durham (foto di Emma Fischer, Duke University)

Lo stesso vale per le mascherine con valvola, che sono ancora meno efficaci nel fermare le gocce emesse e per tutte quelle di fabbricazione domestica che, a meno che non siano molto aderenti al viso e realizzate con materiali multistrato, servono a poco. Le mascherine chirurgiche invece, pur non riuscendo a bloccare ogni goccia, sono decisamente migliori.Il secondo, pubblicato su Science Advances dai ricercatori della Duke University di Durham, in North Carolina, si concentra sulle varianti domestiche delle mascherine, realizzate con i più disparati materiali: ne analizza ben 14, insieme alla chirurgica e a quella chiamata N95, più protettiva per chi la indossa rispetto alla chirurgica, con o senza valvola.

La protezione delle mascherine

Secondo lo studio pubblicato su Science Advances, le mascherine maggiormente impermeabili ai droplets sono quelle sulla sinistra del grafico (La N95, la chirurgica e poi le altre)

Anche in questo caso, le prestazioni migliori sono proprio di quest'ultima, seguita dalla chirurgica. Tutti gli altri modelli, compresa la N95 con valvole, non evitano la dispersione di droplet. Le mascherine delle immagini sopra, e oggetto dello studio, sono di questo tipo:

1.Chirurgica (3 strati)
2.N95 con valvola
3.Lavorata a maglia
4.PolyPprop (2 strati di propilene, a grembiule)
5.Poly/Cotone (cotone-polipropilene-cotone)
6. MaxAT (uno strato di Maxima AT, polimero)
7.Cotton 2 (due strati di cotone, plissettata)
8. Cotton4 (due strati di cotone, stile detto Olson, più anatomica e lineare)
9. Cotton 3 (due strati di cotone, plissettata, senza uno stile particolare)
10. Cotton 1 (uno strato di cotone, plissettata)
11. Neck Gaiter- fascia per il collo (uno strato di poliestere e spandex, un altro polimero, peso 0,022 g per cm2)
12. Bandana: bandana a doppio strato, peso 0,014 g/cm2)
13. Cotton 5 (due strati di cotone, plissettata)
14. N95 senza valvola

Le mascherine del prossimo futuro

Intanto, però, alla questione stanno lavorando, tra gli altri, i bioingegneri della Georgia Tech University, da molti anni impegnati nel settore dei materiali innovativi, che hanno realizzato una mascherina in due parte che potrebbe convincere molti ad abbandonare il fai da te. Come illustrato, con foto, sul Journal of Textile Institute la prima, che sfrutta le caratteristiche di alcuni tessuti nati per gli atleti professionisti, è costituita da una tasca che ospita un materiale filtrante lavabile in poliestere e Spandex (un altro polimero), circondata da un bordo estremamente aderente, ma che permette di parlare e respirare confortevolmente, riducendo il desiderio di toglierla.

L'altra parte, collegata alla prima in modo da coprire il viso anche laterlamente, è in strech, sempre in polimeri (questa volta Spandex/Lyocell) con occhielli e gancetti per fissarla, e con i buchi per le orecchie, in modo da adattarla perfettamente alla circonferenza del capo di ciascuno (foto anche qui). L'idea è quella di aiutare le persone a portarla sempre e, al contempo, ridurre i costi e, soprattutto, lo smaltimento delle mascherine monouso, assicurando al tempo stesso la massima protezione possibile.

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