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Rivian, la startup spinta da Amazon verso una Ipo da 80 miliardi

Effettuato un deposito confidenziale della documentazione. La capitalizzazione potrebbe superare quella di GM. A settembre su strada il primo pickup

di Alberto Annicchiarico

(Afp)

2' di lettura

La startup californiana di veicoli elettrici Rivian ha dichiarato di aver effettuato un deposito confidenziale della documentazione per un’offerta pubblica iniziale che dovrebbe andare in porto entro dell’anno. È attesa entro qualche settimana una presentazione pubblica. Il quasi car maker (non si è ancora vista uscire dalla sua fabbrica di Normal, Illinois, operativa da un anno, una sola vettura da mettere in vendita), forte di una raccolta di 10,5 miliardi di dollari in due anni, punta a una super valutazione di circa 70-80 miliardi. In febbraio si parlava di 50 miliardi.

Rivian potrebbe avere così una capitalizzazione maggiore di quella di General Motors, prima casa automobilistica statunitense. Non sarebbe competitiva, ovviamente, con Tesla, che vanta una capitalizzazione di mercato di 700 miliardi di dollari e dovrebbe presentare nel 2022 il suo Cybertruck, concorrente diretto del pickup R1T di Rivian. Il debutto di quest’ultimo è slittato più volte: era atteso per giugno, poi è arrivato il rinvio ufficiale a settembre. R1T dovrebbe partire da 75mila dollari ma super accessoriato potrebbe stare poco sotto i 100mila. Al pickup dovrebbe seguire il suv R1S. Rivian, oltre a voler produrre vetture di lusso deve onorare un ordine da 100.000 furgoni elettrici per Amazon: 10mila da consegnare entro la fine del 2022, il resto entro il 2030. Tra gli investitori della casa di Irvine spicca proprio Amazon, accompagnata da Ford, Soros Fund Management e BlackRock. Il gigante dell’e-commerce ha investito 700 milioni nel 2019 in Rivian e ha guidato un nuovo round da 2,5 miliardi a luglio, proprio con Ford e T.Rowe Price.

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La società californiana sembra voler fare sul serio: all’inizio di agosto è emerso che era in trattative per investire almeno 5 miliardi in un nuovo stabilimento di veicoli vicino a Fort Worth, in Texas. Pochi giorni prima si era parlato di colloqui con il governo di Boris Johnson per aprire un impianto da un miliardo anche a Bristol.

Fondata nel 2009 come Mainstream Motors dal ceo RJ Scaringe, ingegnere trentottenne laureato al Mit di Boston, l’azienda ha cambiato nome in Rivian nel 2011. Rivian deriva da “Indian River” in Florida, un luogo frequentato da Scaringe da giovane.

La richiesta di quotazione di Rivian arriva mentre l’industria automobilistica sta compiendo il massimo sforzo per aprire definitivamente l’era dell’elettrificazione. È in gioco una torta da 5 mila miliardi di dollari entro il 2030 e gli attori si stanno moltiplicando, visto che stanno entrando in campo anche aziende legate al mondo della tecnologia come Xiaomi, società cinese fresca di leadership di mercato in Europa.

Oltre a Rivian, una serie di startup elettriche del mondo dell’auto sono saltate sul carro dei mercati dei capitali negli ultimi 12 mesi, in particolare grazie alle Spac (Special purpose acquisition companies), veicoli societari costituiti da uno o più promotori in vista della quotazione (“IPO”) su un mercato regolamentato. Tra queste Lucid Motors, Nikola, Fisker e Lordstown, che hanno tutti scelto di fondersi con blank-check company, società che, inizialmente, non hanno un progetto di investimento predefinito e il cui oggetto sociale consiste nell'effettuare un'operazione di fusione con un'altra società ai fini della quotazione.

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