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Rivoluzione Volkswagen. Ecco il piano del ceo Schäfer per il rilancio del marchio

Il gruppo sta preparando una rivoluzione per il suo marchio principale, che prevede forti risparmi e un netto aumento dei ricavi. «Poggiamo su una base economica non sufficientemente solida»

di Alberto Annicchiarico

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3' di lettura

Il gruppo Volkswagen sta preparando un’ampia ristrutturazione del suo marchio principale, che prevede un piano di risparmi e un forte aumento dei ricavi annui, almeno pari a 3 miliardi di euro. Sarebbero previsti poi processi più veloci, una revisione e semplificazione della gamma. Non c’è nulla di definito ma non sarebbe da escludere una riduzione degli occupati attraverso pensionamenti e mancata sostituzione delle posizioni. Anche perché la produzione dell’auto elettrica richiede meno personale. Il piano è stato rivelato grazie a una nota del ceo del brand Volkswagen, Thomas Schäfer (oltre a fonti interne all’azienda), riportata per primo da Handelsblatt e poi da Reuters. I dettagli dovrebbero essere pronti entro qualche mese.

Un gigante dai piedi d’argilla?

«Il nostro marchio, nonostante tutti i suoi punti di forza, non poggia ancora su una base economica sufficientemente solida», ha avvertito Schäfer nella nota. «Dobbiamo creare rendimenti buoni e competitivi in tempi di crisi e in un mondo continuamente instabile», ha scritto il top manager. L’obiettivo del brand è di un ritorno sulle vendite del 6,5%, rispetto al 3% raggiunto nel primo trimestre di quest’anno. Schäfer ha citato fra gli ostacoli di questa fase storica il clima economico difficile, che comprende rischio di recessione, conflitti geopolitici, catene di approvvigionamento instabili e prezzi alle stelle di materie prime ed energia. «La pressione sta aumentando. Il marchio Volkswagen deve agire», è la conclusione.

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Quanto all’ipotesi che l’azienda agisca sulla leva dell’occupazione (il gruppo ha 670mila dipendenti; il brand 200mila di cui 120mila in Germania), il capo del potente consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, ha detto ad Handelsblatt che il sindacato non è disposto ad accettare tagli ai salari o ai posti di lavoro, ma che non le risultano decisioni in questo senso.

Che ne sarà della fabbrica di Wolfsburg

La prima casa automobilistica europea sta ancora valutando, inoltre, le opzioni per convertire la sua fabbrica storica nel quartier generale di Wolfsburg o raddoppiare, costruendone una nuova. Il cfo Arno Antlitz ha affermato ieri, durante la conferenza Reuters Automotive Europe, che il ritardo nel lancio dei veicoli elettrici di nuova generazione Trinity potrebbe spingere Vw ad aggiornare l’impianto, evitando di spendere oltre 2 miliardi per costruirne un’altro. Volkswagen ha già in programma di realizzare il restyling della ID.3 elettrica a Wolfsburg a partire da quest’anno, oltre a un nuovo modello di suv completamente elettrico, sempre sulla piattaforma per le elettriche aggiornata, denominata Meb (Modular Electric Drive System) in attesa della più evoluta Meb+, che garantirà un’autonomia fino a 700 km e una potenza massima di ricarica da 150 a 200 kW.

La chiave per i profitti: le batterie

Altro capitolo chiave, per il futuro dell’intero Gruppo tedesco, è PowerCo, la società dedicata alla produzione di celle di batterie, che potrebbe accelerare la corsa verso la quotazione. Antlitz ha dichiarato che un investitore strategico potrebbe essere trovato già entro il 2024. Il capitolo batterie è strettamente legato a un obiettivo molto importante per il gruppo guidato dal ceo Oliver Blume, ovvero il pareggio dei margini di profitto tra auto con motori a combustione interna e vetture elettriche.

Antlitz ha spiegato che l’aumento dei costi delle materie prime farà sì che questo non possa avvenire prima del 2025, mentre quando il Gruppo aveva lanciato la sua nuova strategia New Auto per l’elettrificazione, nel 2021, il traguardo era stato fissato entro il 2024. «Gran parte della parità dei margini dipende dalle materie prime», ha detto Antlitz. Ecco perché l’obiettivo del pareggio della redditività dipenderà in buona parte dalla produzione in casa delle batterie, che oltre all’impianto tedesco di Salzgitter (produzione al via nel 2025) dovrebbe trovare sede anche nell’Europa dell’Est.

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