Arabia Saudita

Riyadh Art: Ilaria Bonacossa tra i protagonisti dello sviluppo artistico

Importanti progetti immobiliari abbracciano quelli culturali e artistici in una città che sta sperimentando una crescita ad un ritmo veloce con l'aiuto del know how italiano

di Maria Adelaide Marchesoni

4' di lettura

Un inarrestabile processo di urbanizzazione con importanti sviluppi immobiliari sparsi in tutta l'Arabia Saudita abbracciano progetti culturali e artistici. Tutto fa parte dell'ambizioso progetto Vision 2030, del quale parte integrante è Riyadh Art che prevede, tra l'altro, di commissionare oltre 1.000 installazioni di arte pubblica realizzate da artisti locali e internazionali in un progetto sostenuto da due festival annuali il Tuwaiq International Sculpture Symposium che si è svolto dal 15 novembre al 10 dicembre, che ha riunito 20 scultori di tutto il mondo per produrre una serie di sculture pubbliche permanenti. Lo scorso marzo si è tenuta l’edizione inaugurale del Noor Riyadh Festival che ha portato alla realizzazione di numerose installazioni d’arte pubblica sparse in tutta la città.

Il know-how italiano

Se la presenza italiana è da anni parte di questo sviluppo, come ad esempio le Ferrovie Italiane membri del Consorzio FLOW per la gestione e manutenzione delle linee della Metro Riyadh (contratto per 2,9 miliardi di dollari), un'altra società di ingegneristica, la Proger presente in Arabia Saudita dal 2012 impegnata in diversi importanti progetti, sta sviluppando il programma Riyadh Art “che mira a trasformare la città in una galleria d'arte a cielo aperto e renderla una meta turistica e culturale a livello mondiale”. In questa missione è impegnata anche Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima, presente a Riyadh in occasione del Tuwaiq International Sculpture Symposium insieme a Cristiana Collu (direttrice della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, Roma), Eike Schmidt (direttore Galleria degli Uffizi), Yuko Hasegawa (director del 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa). <L'esperienza – ci racconta Bonacossa – è Iniziata lo scorso marzo quando Civita, partner di Proger, ha cercato qualcuno che avesse esperienza in arte contemporanea internazionale per guidare l'art team composto da quattro persone stabili a Riyadh>. <Il mio ruolo insieme al core team di Riyadh Art è essere il facilitatore di questi progetti. L'attività viene svolta con un comitato curatoriale di indirizzo con il quale mi interfaccio per i selezionare i i progetti che in seguito vengono proposti allo Stearing Committee ovvero il CdA di Riyadh Art, composto da sauditi che sono ai vertici di varie istituzioni, dalla cultura alla finanza, che decide quali progetti portare avanti. È una macchina pubblica con bandi open o ad invito> spiega Bonacossa. E per quanto riguarda la sua esperienza a Riyadh la direttrice sottolinea che <Riyadh oggi è la Cina degli anni ’80 con un'energia, una velocità di trasformazione incredibile e con una qualità dell'arte molto alta. Ci sono artisti fantastici in tutta l'Arabia Saudita, c’è sicuramente talento e voglia di fare. Quando ti occupi di arte contemporanea e hai la possibilità di avere uno sguardo privilegiato su una scena artistica che si trasforma è eccitante, anche se qui il mio lavoro è mettere in atto delle macchine più amministrative>. Sul fronte del budget nessuna disclosure: <il budget di Riyadh Art è gigante, oltre la nostra soglia di immaginazione. Il progetto punta a trasformare una città a una velocità alla quale non siamo abituati, con un programma dedicato all'arte nei prossimi cinque anni> conclude Bonacossa.

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Twaiq International Symposium

Istituito con un bando aperto, le sculture che Riyadh Art ha commissionato sono 63. Nel 2019 la prima edizione al Tuwaiq Palace nel quartiere diplomatico, ha visto la partecipazione di 23 scultori, tra cui tre artisti sauditi e 20 stranieri, mentre la seconda edizione, nel 2020, ha presentato 20 scultori, tra cui due a sauditi e 18 dall’estero. Nel 2021 i 20 artisti sono stati selezionati tra 400 canditati provenienti da 71 paesi, i 20 scelti sono volati a Riyadh per produrre le opere realizzate con marmo proveniente dall'Oman. Alla selezione iniziale delle application il curatore Ali Jabbar insieme agli esperti ha nominato i tre vincitori: Anna Korver dalla Nuova Zelanda si aggiudica il primo premio (112.500 SAR, 26.500 euro), mentre Haider Alawi Al Alawi e Kim De Ruysscher sono stati nominati rispettivamente secondo (75.000 SAR, 18.000 euro) e terzo posto (56.250 SAR, 13.000 euro). A tutti i partecipanti è stata dato un compenso di 37.500 SAR pari a 8.850 euro. Il progetto vincitore «The Lighthouse» di Korver presenta forme astratte angolari che si riferiscono a figure umane, mentre Al Alawi, uno scultore e calligrafo saudita, ha vinto per il dettaglio della sua opera «Desert Lines» che richiama il paesaggio e le dune di sabbia increspate dell’Arabia Saudita. «Unseen» dell’artista belga De Ruysscher esplora le illusioni e l’occultamento con un tableau che sembra un panno drappeggiato.

Misk Art Institute

Sempe a Riyadh dal 2011 è attivo il Misk Art Institute un'organizzazione no profit con un programma di residenze per artisti emergenti e mid-career sia sauditi sia internazionali. Tra i premi, annualmente viene assegnato il Mix Art Grant. Prima nel suo genere nel Regno saudita, ogni edizione presenta un tema, programmi di mentorship con curatori e specialisti e supporto tecnico. L’edizione 2021 del Mix Art Grant ha allargato i suoi confini geografici per includere artisti e designer del Medio Oriente e del Nord Africa accanto ai sauditi. Inoltre, l’Istituto ha raddoppiato i fondi a 1.000.000 di Riyal sauditi (266.632 dollari). Il tema scelto per la seconda edizione del Grant, attualmente in mostra, è stato “Under Construction”, un tema molto attuale che si concentra sullo status simbolico della società araba come centro culturale emergente e si interroga sul suo futuro.

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