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Robert Schumann e le tante maschere della fiaba

Il saggio “Da genti e paesi lontani” di Leonardo Acone, Susanna Barsotti, William Grandi è in libreria per i tipi di Marcianum Press

di Marco Onnembo

2' di lettura

Il titolo del libro, “Da genti e paesi lontani”, è una libera traduzione di “Von fremden Ländern und Menschen”, brano introduttivo della raccolta pianistica “Kinderszenen” di Robert Schumann, composta nel 1838. Si tratta di una “narrazione musicale dell’infanzia” attraverso scene fiabesche e quadri di meravigliosa quotidianità. La fiaba, come l’aura musicale che introduce questo volume, porta tante maschere. Anzi, tanti mondi che si intersecano e che partendo da lontano arrivano tutti allo stesso punto: raccontare la contemporaneità tra musica e parole. Il primo contributo del volume, opera di William Grandi, intende esplorare il fiabesco per cogliere alcuni aspetti principali di un’esperienza narrativa - la fiaba, per l’appunto - che coinvolge l’intera umanità, attraversando spazi e culture, linguaggi e suggestioni.

Susanna Barsotti

Nella seconda parte del testo, Susanna Barsotti procede ad un’analisi delle principali raccolte europee di fiabe della tradizione popolare, seguendo un approccio di tipo storico-letterario, con lo scopo di offrire uno sguardo descrittivo e critico dell’evoluzione del patrimonio fiabesco dall’età moderna alla seconda metà del secolo scorso.

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Leonardo Acone

La terza parte del volume, opera di Leonardo Acone, insegue l’enorme potenziale carsico che è possibile attribuire alle fiabe ed al complessivo registro fiabesco: la fiaba non si estingue nei secoli e, anzi, eleva il proprio tasso di pervasività letteraria riaffiorando ogni qualvolta le pagine lo consentano in termini di stupore, meraviglia, incanto e magia. Non secondaria la scelta di affrontare un tema così vasto partendo proprio dal grande compositore e critico tedesco. Schumann è infatti considerato come uno degli iniziatori del romanticismo musicale nonché uno dei suoi esponenti più importanti. Perché all'interno della sua opera, sono proprio le composizioni pianistiche pubblicate intorno al 1830 ad essere considerate quelle più autenticamente romantiche. La sua musica, infatti, riflette la natura profondamente individualista del Romanticismo che anche nel saggio “Da genti e paesi lontani” sembra essere un sottinteso pedagogico. Intellettuale ed esteta, meditativo, ma sempre proiettato verso il futuro, fu poco compreso in vita, condizione comune a molti grandi artisti. Ma, forse, è proprio l'inquietudine che nasce dalle sue esperienze personali che hanno reso senza età il tono “fiabesco” delle sue composizioni e particolarmente attuale il messaggio di un uomo che fatica a trovare il proprio posto nel mondo. E forse, l'importanza del saggio di Acone, Barsotti e Grandi nasce proprio da questo tema, dall'attualità dell'inadeguatezza che l'uomo di ogni tempo vive e che prova a superare attraverso il rifugio in una narrazione “irreale”, in un racconto che nasce dall'urgenza dell'uomo moderno di non perdere il senso della narrazione di sé stesso. In modalità postuma, la musica di Schumann è stata considerata audacemente originale per l’armonia, il ritmo, la forma e per la tecnica pianistica innovativa, così come la sua attività di critico musicale che sostenne e fece conoscere l’arte di Chopin e le composizioni di Brahms.

Leonardo Acone, Susanna Barsotti, William Grandi “Da genti e paesi lontani”, Marcianum Press, pagg. 248, euro 23


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