all’ospedale niguarda

Robot fisioterapista e occhiali «smart»: a Milano il nuovo centro NeMo per la sperimentazione clinica sulle Sla

di Silvia Sperandio

Occhiali

3' di lettura

Oltre 650 metri quadri di laboratori e spazi per la sperimentazione clinica di nuove terapie, e una palestra di 120 metri quadri per una riabilitazione supportata da tecnologie innovative: dal “robot fisioterapista” al braccio meccanico per supportare i movimenti del paziente, agli occhiali “smartglass” che grazie alla realtà aumentata consentono di guidare la carrozzina con il movimento degli occhi. Il nuovo Centro di ricerca clinica NeMo che si è inaugurato all’ospedale Niguarda di Milano, punta ad aprire nuovi orizzonti allo studioe alle terapie delle malattie neuromuscolari - come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e le atrofie muscolari spinali (SMA) - che complessivamente, in Italia, oggi colpiscono oltre 40mila persone. Si tratta di patologie complesse e che richiedono un approccio clinico multidisciplinare, considerando anche che finora ne sono stati individuati circa 150 diversi tipi.

La nuova struttura - all’interno di spazi in disuso del Niguarda che sono stati recuperati - si chiama NeMO Clinical Research Center “Nanni Anselmi” , è costata circa 900mila euro ed è attigua a Centro clinico NeMO, polo di eccellenza per le malattie neuromuscolari nato dalla volontà delle associazioni dei pazienti.

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È stato quest’ultimo a farsi carico della ristrutturazione del nuovo spazio di ricerca, che oggi costituisce «un reparto separato e autonomo, dotato di personale dedicato e formato con preparazione specialistica, come prescrivono le linee guida per lo svolgimento di sperimentazioni cliniche di portata internazionale».

NeMO Clinical Research Centre è intitolato a Nanni Anselmi, editore milanese e paziente NeMO scomparso nel 2016. «Il centro di ricerca - spiega il presidente di NeMO, Alberto Fontana - nasce dalla consapevolezza che offrire alle persone con malattie neuromuscolari le migliori condizioni di assistenza e cura significa anche essere un canale in cui l'innovazione può essere resa accessibile ai pazienti».

«Ne è l'esempio - continua Fontana - il recente caso della nuova terapia per le SMA, che ha visto NeMO effettuare quasi il 70% dei trattamenti a livello nazionale». Ed è significativo che si tratti di «un progetto di iniziativa privata per la sanità pubblica che nasce proprio dai bisogni dei pazienti, espressi attraverso le loro associazioni».

Diverse le sperimentazioni già in atto, come una terapia innovativa per l 'atrofia muscolare spinale (SMA) su neonati in cui ancora non sono presenti sintomi e che punta proprio a bloccarne la comparsa, o una nuova terapia contro la Sla che è in grado non solo di prolungare la sopravvivenza ma anche ridurre la gravità dei sintomi.

È stata anche attivata la misurazione di una proteina nel sangue per “predire” l'aggressività della SLA, che può anche divenire bersaglio di farmaci che blocchino l'avanzare della patologia.
Il Centro è dotato e sta testando strumentazioni innovative. L’obiettivo è portare ampi benefici ai pazienti nell'ambito della riabilitazione.

Tra queste, un “robot fisioterapista”, Hunova, sviluppato dall'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, che consente di supportare e monitorare le varie attività di riabilitazione: così il fisioterapista digitale può ad esempio indicare al paziente come correggere i movimenti. Ci sono poi gli occhiali smartglass che, attraverso la tecnologia della realtà aumentata, permettono al paziente di guidare la propria carrozzina o far muovere il letto con il solo movimento degli occhi.

Tra le novità, un sistema (A-circle) che attraverso onde sonore stimola i muscoli e le terminazioni nervose per sostenere la ripresa delle capacità motorie del paziente; e un braccio robotico, Kinova, che può essere montato sulla carrozzina e si controlla attraverso un joystick.

All'inaugurazione dello spazio hanno partecipato, oltre al presidente Alberto Fontana, l'assessore al welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, il rettore dell'Università degli Studi di Milano Gianluca Vago e il direttore generale dell'Ospedale Niguarda Marco Trivelli.

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