Roma, bocciati rifiuti e mezzi pubblici. Stupore taxi: strappano la sufficienza
Nella relazione dell’Agenzia per la qualità dei servizi pubblici locali i giudizi dei residenti, rassegnati. I più insoddisfatti sono i lavoratori
di Manuela Perrone
I punti chiave
- Intervistato un campione di 5.762 residenti
- Bene le relazioni private, male il giudizio sulle istituzioni
- Grande rassegnazione verso il futuro
- Servizi, pollice verso per pulizia, rifiuti e trasporti
- Sorpresa taxi. Gualtieri: «Dati riferiti ai mesi passati»
- Promossi musei, acqua e farmacie
- La tendenza alla «polarizzazione»
- Contrastare l’insoddisfazione nei lavoratori
4' di lettura
Bocciati rifiuti e trasporti, le piaghe storiche della Capitale. Ma i romani resistono in un giudizio sulla qualità della vita sufficiente: il voto medio per il 2023 si assesta sul punteggio di 6,69, solo in lieve calo rispetto al 6,74 del 2022 (e in peggioramento in 9 municipi su 15) e sempre nettamente migliore del picco negativo (5,12) registrato nel 2016. I dati arrivano dal primo volume della Relazione annuale 2022-2023 dell'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, presieduta da Elisa D’Alterio, illustrata martedì 10 ottobre in assemblea capitolina e pronta per la presentazione al pubblico nel pomeriggio nella sede dell’Anci di via dei Prefetti.
Intervistato un campione di 5.762 residenti
Il volume è il primo di una “quadrilogia” che esplora anche le funzioni del benessere, tra cui cultura e sociale, l’igiene urbana e il verde pubblico. L’indagine sulla qualità della vita e l'analisi dei dati sulla qualità percepita dei servizi si basano su un campione di 5.762 intervistati (53,2% donne, 57,2% tra 30 e 64 anni e 41,4% diplomati); le interviste sono state realizzate nella primavera-estate del 2023.
Bene le relazioni private, male il giudizio sulle istituzioni
A pesare sul giudizio sufficiente espresso sulla qualità della vita sono soprattutto le relazioni private (famiglia e amici) e tempo libero: in tutti e tre i casi il voto medio supera il 7. Appena sufficiente, di contro, è valutata la situazione ambientale della zona in cui si vive (6,07), aspetto su cui incide molto la valutazione del decoro e, di riflesso, del servizio di igiene urbana. Mediocri tutti gli altri punteggi medi sui restanti fattori, in particolare sull’opportunità di partecipazione civica e politica (5,56), sulla percezione della sicurezza personale (5,96) e sulle istituzioni: Governo (5,33), amministrazione comunale (5,60) e municipale (5,23).
Grande rassegnazione verso il futuro
I romani appaiono rassegnati e sfiduciati (ma va sottolineato che è un pessimismo, come ci ha ricordato il Censis, che condividono con il resto degli italiani): il 65% degli interpellati ritiene che in futuro la situazione rimarrà invariata, appena il 18% pensa che ci sarà un miglioramento, mentre il 9,7% - un dato in crescita di 1,6 punti - è convinto addirittura che il quadro sia destinato a peggiorare ancora. Guardando a tutte le sette dimensioni della qualità della vita esaminate nell’indagine - opportunità di lavoro, paesaggio e ambiente, viabilità con bici, moto e auto, decoro urbano e call center - la quota di risposte di chi indica un peggioramento è, come nel 2022, nettamente superiore a quella di chi segnala un miglioramento.
Servizi, pollice verso per pulizia, rifiuti e trasporti
Guardando alla qualità percepita dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, sotto il punteggio di 5 si collocano a pari (de)merito raccolta dei rifiuti e pulizia delle strade (4,6). Come stupirsene? Cambiano le amministrazioni, ma nessuna riesce a invertire la rotta: l’igiene urbana ha sempre registrato valutazioni negative, senza mai raggiungere la sufficienza dal 2009 a oggi e toccando le punte più basse di 2,8 e 2,7 nel 2019. Sotto la sufficienza anche la gestione della sosta a pagamento (5,2) e quella dei cimiteri (5,4), Verano e Prima Porta, nonché servizi sociali municipali (5,8) e soprattutto autobus e tram (5,6) e metropolitane (5,9). Anche in questo caso, purtroppo, nessuna sorpresa.
Sorpresa taxi. Gualtieri: «Dati riferiti ai mesi passati»
Lo stupore arriva invece per i taxi, visti i pesanti disservizi, le vetture introvabili e le code: conquistano un 6,3. Tanto da suscitare il commento del sindaco Roberto Gualtieri: «L’ampia sufficienza è un paradosso che forse risente dei dati dei mesi precedenti. Ricordo che anche l'anno scorso i taxi hanno ottenuto un giudizio alto, perché è negli ultimi tempi che si sono manifestati i disagi a fronte di una crescita del turismo». Precisa lo stesso rapporto: «I fattori contingenti, che potrebbero spiegare il dato, riguardano il momento della rilevazione, che è avvenuta poco prima dell'acuirsi della crisi, nonché il minore utilizzo di questo mezzo di trasporto da parte dei residenti romani».
Promossi musei, acqua e farmacie
Promossi dai residenti i musei comunali (che svettano con 7,5), storicamente fiore all’occhiello della Capitale, seguiti dai servizi di acqua potabile (7,2), dalle farmacie comunali (7), dall’Auditorium (7,3) e dal Palaexpo (7). Sopra il 6 biblioteche comunali e Bioparco (6,9), parchi e ville (6,8), illuminazione stradale e asili nido (6,2), che guadagnano lo stesso voto dei servizi online.
La tendenza alla «polarizzazione»
L’Agenzia sintetizza i risultati descrivendo un fenomeno di «polarizzazione» dello stato dei servizi pubblici di Roma Capitale: aumenta la contrapposizione tra l’area di quelli valutati positivamente (cultura e acqua) e l’insieme delle criticità che sembrano non aggredibili (specialmente rifiuti e pulizia delle strade). I soddisfatti del complesso dei servizi esaminati sono pertanto il 71% degli intervistati, gli insoddisfatti sono il restante 29%: questo dato spiegherebbe il voto medio complessivamente positivo sulla qualità della vita a Roma. Ma l’avvertimento finale al Comune riguarda l’igiene urbana, ancora più dei trasporti. Perché «questioni organizzative e amministrative concernenti il soggetto gestore (l’Ama, ndr) stanno tenendo in ostaggio questo servizio fondamentale da troppo tempo».
Contrastare l’insoddisfazione nei lavoratori
Ma intervenire sulla base delle priorità è urgente. Anche perché i più insoddisfatti sono gli occupati: chi lavora e paga il prezzo più alto in termini di disservizi. Il monito sulle conseguenze nefaste dei disagi è esplicito: «Bisognerebbe fare in modo che l'insoddisfazione, soprattutto riconducibile a tale categoria, non vada ad alimentare tendenze perverse. Come quella dell'evasione (sempre troppo elevata, celandosi talvolta proprio dietro il velo dell'insoddisfazione: “Non sono soddisfatto e quindi non pago la tassa sui rifiuti...”) o della ripicca (“Poiché pago, pretendo di lasciare il sacco dei rifiuti nel cassonetto sotto casa, anche se è pieno, e non spreco tempo a cercarne un altro meno pieno; pertanto lo lascio a terra accanto al cassonetto colmo...”)». Chiunque viva a Roma sa di cosa si parla.
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