Roma, emergenza rifiuti: il prefetto in campo
La nomina di un commissario ai rifiuti per Roma, per ora, è esclusa ma se le strade individuate non risolvessero un problema ormai insostenibile, la soluzione più drastica rischierebbe di diventare inevitabile
di Marco Ludovico
3' di lettura
La nomina di un commissario ai rifiuti per Roma, per ora, è esclusa. Anzi, neanche se ne parla, bandita anche la parola “emergenza”. Spetterebbe al governo, è un gesto a alto impatto politico, può spuntare solo se condiviso tra tutti gli attori in gioco, compresi dunque Regione e Comune. Al momento c’è la corsa a risolvere nell’interesse di tutti. Ma se le strade individuate non risolvono un problema ormai insostenibile, la soluzione più drastica rischia di diventare inevitabile. Con buona pace della politica. Il prefetto di Roma, Gerarda Pantalone, sta svolgendo un ruolo pressante e continuo con le istituzioni interessate. Proprio per scongiurare l’aggravarsi dell’emergenza e riportarla invece a un progressivo rientro.
Un caso già scritto
I precedenti di una soluzione energica, in realtà, ci sono. Il 22 luglio 2011 l’allora prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, fu designato in consiglio dei ministri commissario ai rifiuti dall’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi. La discarica di Malagrotta andava verso la chiusura. Bisognava trovare di corsa un’altra sede, anche più d’una. I cassonetti erano stracolmi, gli articoli su Roma al collasso rifiuti erano quotidiani. Non era lo stesso scenario di oggi, anzi l’emergenza attuale forse è peggio.
Il monitoraggio di palazzo Valentini
Di certo in queste settimane la prefettura di Roma ha seguito molto da vicino la questione e nella riunione di oggi con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco della capitale Virginia Raggi, c’era anche la titolare di palazzo Valentini, sede della prefettura romana. I toni alla fine sono stati rilassati: «Abbiamo individuato belle soluzioni» ha sottolineato Costa. Se saranno efficaci, si vedrà fin dai prossimi giorni. L’arretrato da recuperare è pesante.
Il ruolo della prefettura
Gerarda Pantalone, finora, ha svolto un ruolo di vigilanza senza assumere iniziative clamorose. In teoria, infatti, il prefetto potrebbe avvalersi del potere di ordinanza. Disporre, per esempio, la raccolta immediata dei rifiuti in una determinata zona per rischi di natura sanitaria. Avvalersi, se lo ritenesse necessario, dell’esercito. Il prefetto, soprattutto, deve garantire – d’intesa con il questore e le forze dell’ordine - l’assenza di rischi di ordine pubblico. Pericoli finora non comparsi all’orizzonte. Ma in agguato dietro l’angolo se l’emergenza si protraesse. Pantalone perseguirebbe l’impegno istituzionale di tutti.
Polemiche e rivolte garantite
Pecoraro, all’epoca, soprattutto dopo l’uscita dell'ad di Ama Franco Panzironi, dialogò a lungo con il suo sostituto, Salvatore Cappello. Oggi l’attuale prefetto si confronta di continuo con Ama, Campidoglio e Regione. Ma nel 2011 la ricerca delle discariche si rivelò drammatica: su sei siti ipotizzati Pecoraro individuò Corcolle e Riano Flaminio, soprattutto per la prima si scatenò una rivolta perché ritenuta troppo vicina a Villa Adriana. Pecoraro fu costretto a dimettersi da commissario anche se quel sito è stato più volte poi preso in considerazione.
Sull’immondizia equilibri politici fragili
Adesso la soluzione per Ama parla, tra l’altro, di portare i rifiuti all’estero. I costi saranno elevati. Bisognerà vedere, soprattutto, non solo l’efficacia immediata ma soprattutto la tenuta delle soluzioni delineate nel vertice odierno. Nel periodo estivo, infatti, se il caldo amplifica miasmi e rischi sanitari dei rifiuti per strada diminuisce – soprattutto ad agosto - la quantità dell’immondizia nei cassonetti. Ma alla fine la questione può tornare politica. Non a caso alla riunione di stamattina per una questione romana c’era anche il vicepresidente del Consiglio M5S Luigi Di Maio. L’altro vicepremier, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, da cui dipende Pantalone, finora è rimasto alla finestra. Ma a più riprese nei mesi scorsi ha punzecchiato Virginia Raggi.
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