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Roma, le tappe del termovalorizzatore: cantieri al via a luglio 2024, in funzione dall’estate 2026

Per il progetto, contestato dal M5S e voluto dal sindaco Gualtieri, bando di gara ad agosto. L’impianto capace di bruciare i rifiuti per 600mila tonnellate l’anno

Gualtieri: “A Roma serve il termovalorizzatore o una discarica, tertium non datur”

3' di lettura

Il termovalorizzatore di Roma, progetto fortemente voluto dal sindaco Roberto Gualtieri e uno dei tasselli più importanti della sua amministrazione a medio-lungo termine, continua a dividere i partiti di opposizione. Il M5s ha presentato un ordine del giorno al decreto Pnrr che sarà giovedì 20 aprile in Aula alla Camera. La segretaria del Pd Elly Schlein non si è ancora espressa ma gli esponenti del suo partito fanno scudo e accusano i Cinque Stelle di creare problemi alle altre forze politiche di opposizione piuttosto che al governo. Intanto il progetto e i passaggi tecnici vanno avanti con un cronoprogramma serrato.

Impianto da 600mila tonnellate l’anno

L’impianto per chiudere il ciclo dei rifiuti nella Capitale, con una capacità di trattamento pari a 600mila tonnellate l’anno, sorgerà nell’area di Santa Palomba, all’estrema periferia di Roma (al confine con Ardea e Pomezia). Secondo i piani del primo cittadino (che da maggio 2022 è anche commissario straordinario per il Giubileo e può esercitare competenze assegnate alla Regione, fra cui quella di predisporre e adottare il piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale) diverrà operativo per il settembre del 2026. Non si potrà realizzare entro il Giubileo del 2025 ma il sindaco non si è mai mostrato preoccupato: «Il piano di transizione approvato» ha spiegato in passato un ottimo punto di inizio, in cui sono previsti «sbocchi stabili».

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Il termovalorizzatore sarà realizzato con un sistema di project financing e «su un terreno che sarà concesso» ai costruttori «da Ama a titolo oneroso» ha spiegato Gualtieri. Il piano del commissario prevede un contributo pubblico «al 49 per cento del totale con un tetto di 40 milioni di euro», mentre i costi stimati per la realizzazione sarebbero di 700 milioni di euro.

La proposta di Acea Ambiente

A dicembre il Comune, dopo aver firmato l’ordinanza, ha emanato un avviso pubblico esplorativo, per la ricerca di operatori economici interessati alla presentazione di proposte di project financing finalizzate all’individuazione del promotore, per l’affidamento in concessione della progettazione, realizzazione ed esercizio, del polo impiantistico. Il termine dell’avviso arrivato il 1° marzo ha visto la presentazione da parte di Acea Ambiente della propria manifestazione di interesse.

Il bando di gara ad agosto

Dopo la verifica da parte dell'amministrazione della risposta di Acea all’avviso, è stata costituita un Commissione di valutazione tecnica ed economica del progetto con durata di 60 giorni che scadranno il 30 aprile. Al termine di questo step, l’iter prevede che venga fatta la dichiarazione di pubblico interesse della proposta. Dopodiché le strutture comunali prepareranno il bando che verrà pubblicato il 1° agosto, con scadenza al 30 ottobre.

In funzione a settembre 2026

Secondo il cronoprogramma l’avvio dei cantieri è fissato per il 1° luglio del 2024, mentre l’entrata in funzione dell’impianto è prevista a settembre del 2026. Chi vincerà la gara, quindi, procederà alla costruzione e gestione dell’inceneritore che brucerà la frazione indifferenziata dei rifiuti, generando energia da destinare ad altri usi. Roma avrà così un suo termovalorizzatore, un po’ sul modello di quello di Copenaghen, e sarà «basato sulla migliore tecnologia per il recupero energetico, il riciclo delle ceneri, il controllo delle emissioni», come ha più volte spiegato il sindaco Gualtieri deciso ad andare avanti superando le criticità che via via si presentano.

Il nodo viabilità

A partire da quella della viabilità, più volte sollevata dal neo presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca (favorevole all’opera) che insiste sul rischio di congestionare la via Ardeatina con il transito dei mezzi destinati all’impianto. Il Comune di Roma, secondo le indicazioni di Gualtieri in qualità di commissario di governo, sta quindi pensando di progettare il trasferimento di rifiuti non più su gomma ma tramite la ferrovia.

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