Romagna, molte disdette dai turisti tedeschi: a luglio arrivano al 25%
L’allarme di Federalberghi Emilia-Romagna: «Un tedesco su due al momento ha cancellato la prenotazione per le vacanze di giugno»
di Enrico Netti
2' di lettura
«Un tedesco su due al momento ha cancellato la prenotazione per le vacanze di giugno in Romagna mentre per il mese di luglio siamo al 25% di disdette» avverte Patrizia Rinaldis, presidente di Federalberghi Emilia-Romagna. Perdite pesanti in termini di presenze e pernottamenti provocate dalle imprecise informazioni diffuse dai media tedeschi nella fase post alluvione hanno “allargato” l’epicentro delle aree alluvionate fino alle cittadine sulla costa in realtà scampate al disastro. Un titolo per tutti: «Rimini, il paradiso delle vacanze allagato». Un video di Bild ha presentato così la situazione con spezzoni ripresi nelle cittadine interne della zona allagata insieme alla mareggiata che spazza la costa.
Buona parte di queste disdette è arrivata dalle agenzie di viaggio online come Booking.com ed Expedia prevalentemente utilizzate da una clientela non fidelizzata che sceglie la vacanza in funzione del prezzo e dei servizi offerti ma anche per la facilità con cui si può rinunciare al viaggio. Una volta cancellata la vacanza in Italia la scelta è poi caduta tra le località di Spagna, Grecia e Croazia. Da non dimenticare che il 90% dei turisti tedeschi utilizza l’auto come mezzo per andare in vacanza e questa comodità ha favorito le rinunce.
Diverso il comportamento dei turisti degli altri paesi europei come, per esempio, Francia, Scandinavia ed Est Europa, che raggiungono la Romagna con l’aereo e i viaggi organizzati. Da questa clientela non arrivano rinunce. «Subito dopo l’alluvione sono arrivate disdette anche dagli italiani a causa delle difficoltà nel raggiungere la riviera ma appena la viabilità si è normalizzata hanno ripreso ad arrivare le prenotazioni» continua la presidente che per il ponte della festa della Repubblica segnala un buon livello di presenze. Al momento è difficile quantificare i mancati ricavi per le disdette ma il 2023 per la zona si preannunciava come un anno record, con una spesa turistica estiva di 3,7 miliardi (+6,2%) secondo le stime di Demoskopika, dopo un 2022 in cui si erano superate le presenze del 2019.
Per le vacanze estive gli italiani invece quest’anno hanno giocato d’anticipo nel prenotare. È quanto emerge dall’Osservatorio Astoi - Confindustria Viaggi che evidenzia un aumento dei ricavi dei tour operator con un +11% rispetto lo stesso periodo del 2019 ma quest’anno a causa dei rincari del carburante e l’inflazione cala (-4%) il numero dei viaggiatori. «Pesano i rincari portati dall’inflazione ma i clienti non rinunciano ai viaggi, un bene incomprimibile - ricorda Pier Ezhaya, presidente Astoi - Confindustria Viaggi -. I dati sono nettamente positivi e la propensione a viaggiare si esprime nelle forme più variegate. Si preferisce il turismo organizzato verso i consumatori più inclini al fai da te, specialmente nei mesi di spalla dell’alta stagione (i mesi di maggio, giugno, settembre e ottobre ndr) con in media un +15%».
Sicilia, Sardegna e Puglia sono le mete preferite da coloro che scelgono l’Italia mentre per quanto riguarda i viaggi all’estero spiccano nell’area del Mediterraneo l’Egitto (+46% sul 2019), Tunisia, Spagna e Grecia. Nel lungo raggio si affermano Kenya, Zanzibar e Madagascar e per l’Estremo Oriente è boom di prenotazioni verso il Giappone e l’Indonesia con Bali.
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