Rome Cavalieri scommette sui turisti under 35
Per l’albergo della catena Hilton il ritorno di americani e inglesi. Al via il restyling del ristorante La Pergola
di Nicoletta Picchio
3' di lettura
Stanno tornando gli americani, la percezione è già forte e corredata dai numeri dei prossimi mesi del 2023. Se si guarda l’Europa, ecco di nuovo gli inglesi, tradizionalmente amanti della Capitale. Ancora sotto i livelli pre Covid i sudamericani, ma con ritmi in recupero. E poi si attende un grande afflusso dal mercato saudita. Per il 24-25 ancora prospettive positive: «ci aspettiamo una ripresa forte del mercato asiatico e abbiamo già la domanda di grandi eventi per aziende nord-americane». La voce di Alessandro Cabella, managing director del Rome Cavalieri, è palesemente soddisfatta. Dopo gli anni bui della pandemia ora il turismo è in grande ripresa. La mancanza dei russi si è sentita poco, non era prima della guerra una presenza rilevante, sta tornando il turismo italiano, che in questi anni di Covid è stato comunque un elemento importante. Soprattutto ci sono molte aspettative su quella fascia di lusso che riguarda le nuove generazioni, quei giovani sui 30-35 anni che viaggiano nelle capitali, spinti dal desiderio di curiosità, cultura e divertimento.
«Una domanda che vogliamo intercettare, per essere protagonisti del futuro». Proprio alla svolta del sessantesimo compleanno il Rome Cavalieri ha deciso di darsi un tocco di contemporaneità. Senza tradire la tradizione di albergo storico di Roma, ma per essere più attraente nei confronti di quei high-net-worth-individual che girano il mondo. «Abbiamo 60 anni di storia, siamo un albergo-icona di Roma, sono stati qui grandi personaggi, abbiamo ospitato set cinematografici con attori come Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Ornella Muti, eventi diplomatici che hanno segnato la storia. Siamo un’oasi di lusso e di pace, con il più bel panorama della città e vogliamo continuare ad esserlo», racconta Cabella.
Si parte, quindi, con una rimessa a nuovo. A cominciare da ristorante La Pergola, «la nostra gemma», il tre stelle Michelin dello chef Heinz Beck. Sarà chiuso da novembre ad aprile del prossimo anno e i lavori sono stati affidati allo studio Jouin Manku. La sfida, spiega Cabella, è mantenere un legame forte e importante con la città, giocando con i suoi colori, dalla terracotta all’ocra, valorizzare le opere d’arte (l’albergo ha una collezione pregiata che va da Tiepolo a Warhol) che già oggi sono appese alle pareti, grazie ad un gioco di luci, per rispondere alle esigenze e ai gusti dei nuovi viaggiatori metropolitani dall’alta potenzialità di spesa. Un primo passo, e poi si continuerà con le camere, aumentando le suite, nella prospettiva di avere sempre più eventi diplomatici, e con il resto dell’albergo.
Un percorso passo dopo passo, dice Cabella, grazie anche all’impegno della proprietà: il Rome Cavalieri, con il marchio Waldorf Astoria, fa parte della grande famiglia Hilton, «un network con 140 milioni di membri, clienti affezionati che ci danno sprone e ci frequentano in modo continuo, in tutte le parti del mondo».
Proprio in questo periodo c’è un nuovo e numeroso fiorire di brand del lusso tra gli alberghi della capitale, soprattutto tra Via Veneto e il centro storico. Molta concorrenza: «ben venga. Queste aperture sono una grande opportunità per tutti, un segnale di fiducia nei confronti di Roma. Si accende un faro sulla capitale, si cattura l’attenzione a livello internazionale. Ci saranno grandi eventi: il Giubileo nel 2025, siamo in corsa per l’Expo 2030. Noi facciamo il nostro sforzo imprenditoriale, ma c’è contemporaneamente una grande responsabilità da parte della città. Non può dare quello che sta dando oggi».
Per Cabella occorre proiettarsi avanti, con molta più determinazione: «va aumentato il senso civico dei cittadini, vanno offerti servizi, la città ha bisogno di una manutenzione costante. Come Unindustria abbiamo presentato un documento all’amministrazione con le nostre richieste, prospettando una strategia per il rilancio di Roma. Vedremo». La realtà è che alla nuova clientela non basta il Colosseo, non basta il Pantheon: occorre dare di più, offrire interessi contemporanei, a cominciare dalle mostre d’arte. Andrebbe veramente pensato un modo per far vivere il Tevere come a Parigi o ad Amsterdam. Al Rome Cavalieri da anni c’è il Libro delle esperienze, che si arricchisce sempre di più. Visite riservate, luoghi sconosciuti. «Stiamo superando il turismo mordi e fuggi, la permanenza si sta allungando verso le 3-4 notti». C’è molta attesa anche per la ripresa della parte congressuale, i grandi spazi che possono ospitare fino a 2100 persone e che hanno consentito al Rome Cavalieri di tenere duro anche durante la pandemia. Accanto a queste sfide c’è anche quella della sostenibilità, con la certificazione Green Key, il marchio internazionale dell’ambiente promosso dalla Foundation for Environmental Education.
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