ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIntervista

Rossetti (Open Fiber): «La nostra rete è un asset strategico per digitalizzare il Paese»

Parla l’ad: «Il dossier rete unica non ci ha rallentati, nelle aree bianche abbiamo accelerato e recuperato ritardi passati. Sulla società nessuna tensione finanziaria»

di Andrea Biondi

5' di lettura

«Open Fiber sta facendo un lavoro molto serio e importante». Per Mario Rossetti, amministratore delegato della società partecipata da Cdp (60%) e Macquarie (40%), il punto da cui partire sta nel fatto che «Open Fiber con quasi 14 milioni di unità immobiliari coperte in Ftth e circa 115mila chilometri realizzati, ha la rete d’accesso in fibra ottica più estesa d’Italia e tra le principali in Europa. Circa il 65% dei clienti Ftth in Italia naviga sulla nostra infrastruttura. Quindi parliamo di un asset strategico imprescindibile per qualsiasi ragionamento sulla digitalizzazione del Paese».

Sbagliata quindi, dice in questa intervista al Sole 24 Ore, la descrizione di un’azienda in panne, vista «l’accelerazione nello sviluppo della rete nelle aree bianche». Né tantomeno, dice l’ad, «c’è stato alcun rallentamento legato al dossier rete Tim (Cdp e Macquarie avevano presentato un’offerta cui poi è stata preferita quella di Kkr, ndr) grazie anche all’impegno straordinario delle persone che lavorano in Open Fiber. Lo dimostrano i numeri. Nel primo semestre dell’anno abbiamo investito 848 milioni contro i 582 milioni di un anno fa; nel 2022 gli investimenti sono stati oltre 1,5 miliardi e quest’anno saliranno a circa 2 miliardi. Tutto questo con numeri in crescita sul conto economico che abbiamo messo nero su bianco nella semestrale: ricavi per 267,5 milioni: +28%. E anche l’Ebitda si è attestato a 102,7 milioni: +33%».

Loading...

Aumentano gli investimenti, ma Open Fiber deve fare i conti con i ritardi nelle aree bianche e ora anche nelle aree grigie.

Parliamo di due questioni differenti ed è bene fare chiarezza. Sulle aree bianche abbiamo ereditato ritardi importanti dalla gestione precedente. Il piano andava chiuso al 2020, ma al 31 dicembre 2021 l’avanzamento era al 42 per cento. Oggi stiamo realizzando 20mila chilometri l’anno di infrastruttura, 50 chilometri al giorno sulle aree bianche. Se la società avesse lavorato sempre con questa velocità il progetto Bul, da 90mila chilometri, sarebbe già finito. Negli ultimi 19 mesi abbiamo realizzato più di 30mila chilometri. Nei 48 mesi fra 2017 e 2021 ne erano sono stati costruiti 37.500. Oggi siamo al 76% di avanzamento. Il che vuol dire che confermiamo al 2024 il termine dei lavori. E c’è anche un altro risultato raggiunto.

A cosa si riferisce?

Abbiamo abilitato la consuntivazione di oltre 350 milioni di fondi europei entro la fine dell’anno sui Comuni finanziati con fondi Fesr nelle aree bianche. Che altrimenti sarebbero andati persi. Una volta che la rete è finita e funzionate c’è un processo amministrativo per il collaudo che richiede tempo, questo spiega il numero più alto delle unità immobiliari in vendibilità rispetto a quelle collaudate. Va poi considerato un altro tema: abbiamo dovuto costruire circa 14mila chilometri in più di quanto fosse previsto al momento della gara. Lo si è stabilito dall’analisi approfondita dei dati, come la densità abitativa. Quindi parliamo di tempi più lunghi ed extracosti per quasi 600 milioni. Abbiamo aperto un tavolo con il Governo, con il Mimit, per il riequilibrio del Piano economico finanziario. Parliamo di oltre 850 milioni. Una cifra rilevante. Contiamo che si arrivi a chiudere il cerchio entro la fine dell’anno.

C’è sempre un tema di clientela molto ridotta nelle aree bianche. Sono 163mila.

La concessione è del 2016 e ha dei limiti: non include il collegamento con la rete nazionale che stiamo facendo noi spendendo circa 350 milioni e nemmeno l’ultimo miglio, cioè i 40 metri fino alle abitazioni che sono realizzati con fondi privati di Of. In questo quadro va considerato che lo Stato nel 2037, al termine della concessione, rischierebbe di trovarsi una rete monca, con la testa e la coda di proprietà di un privato. Per questo abbiamo iniziato un’interlocuzione con il Mimit e Infratel, con la disponibilità da parte nostra a ragionare a una revisione del perimetro della concessione che ricomprenda anche la parte iniziale e finale della rete. Tornando ai clienti, ci sono segnali positivi: da quando abbiamo ridotto i prezzi, da 16,7 a 12,5 euro a linea, abbiamo visto un interesse crescente degli operatori grazie anche alla riduzione dei tempi di attivazione. In questo quadro, è positivo anche l’accordo con Tim di un anno fa per l’utilizzo delle infrastrutture Fibercop. Stiamo infatti valutando di estenderlo alle aree grigie oltre che alle bianche. Entrambi abbiamo l’interesse a riutilizzare infrastrutture esistenti.

Dopo le aree bianche, la sfida riguarda però proprio anche le aree grigie. La milestone non è stata raggiunta né da voi né da Tim. E questo ha comportato sanzioni per 47 milioni.

L’ammontare delle penali andrà rivisto alla luce dell’esito delle verifiche sul campo che stanno rivelando una riduzione del 43% dei civici collegabili. Inoltre, abbiamo scontato ritardi delle imprese di progettazione. Nonostante questo abbiamo avviato le attività in tutti gli 8 lotti e aperto la commercializzazione in circa 80 comuni. E nel mese di agosto abbiamo lanciato una gara dal valore di 1,1 miliardi per il completamento dei lavori nelle aree del Piano Italia a 1 Giga dopo quelle da 1 miliardo bandite a fine 2022. L'aggiudicazione dovrebbe avvenire per la fine dell'anno. Terminate le fasi iniziali saremo in grado di andare più spediti e al 2026, come da programma, avremo completato.

La società è al lavoro con un pool di 32 istituti bancari per il rifinanziamento. E la posizione finanziaria netta è negativa per 4,6 miliardi a fine 2022. Segni di tensione finanziaria?

È naturale che aggiornando il piano industriale, approvato a dicembre 2021 in un contesto radicalmente diverso, su cui si basava il project financing dal valore di 7,2 miliardi anche questo venga ridefinito di conseguenza. C’è da considerare l’incremento del costo delle materie prime e il contesto macroeconomico mutato con una domanda inferiore rispetto all’epoca Covid, inoltre ci sono da includere le aree grigie a bando. Poi, in un modello di business infrastrutturale come quello di Of, il ritorno sugli investimenti ha orizzonti temporali più ampi. C’è una fase di costruzione e una di messa a reddito, il debito va visto in funzione del margine a tendere, che si attesterà attorno all’80%. L’esposizione verso le banche al 30 giugno si attesta -4,5 miliardi, cui si aggiungono 670 milioni di prestito soci subordinato.

Avete richiesto al Governo un anticipo del 20% sui fondi del Pnrr oltre a un ristoro per maggiori costi nelle aree grigie. C'è stata risposta?

Al momento no. È chiaro che si tratta di voci non indifferenti, anche sulle richieste che stiamo finalizzando con le banche.

Nell’ultimo anno e mezzo Open Fiber è stata al centro delle discussioni per un possibile matrimonio con Tim e la creazione della rete unica. Progetto tramontato?

È un tema che riguarda gli azionisti sul quale non entro.

Il rapporto fra gli azionisti è buono o mostra qualche scricchiolio come segnalato da varie indiscrezioni di mercato?

Io guardo ai fatti. E quello che riscontro sono delibere approvate tutte all’unanimità in Cda.

Guardando ai vostri risultati, il modello wholesale only può funzionare?

Sì, ha senso soprattutto in un momento in cui il settore ha tutto l’interesse a evitare duplicazioni di investimenti. Il tema è piuttosto un altro: l’adozione della fibra ottica. Abbiamo davanti anni importanti di lavoro ma il punto chiave è definire la strategia sulla quale puntare per realizzare una vera digitalizzazione del Paese. La rete in fibra ottica consente di risparmiare l’80% dell’energia e ha performance elevatissime: vogliamo restare su tecnologie vecchie che prima o poi dovranno essere abbandonate o vogliamo programmare adesso una migrazione, che richiede tempi lunghi, a tecnologie a prova di futuro?

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti