Ruffino investe 11 milioni per la sostenibilità del vino
Per la vendemmia 2024 prevista la completa conversione al biologico delle 9 tenute del Gruppo ma l’obiettivo è minimizzare l’impatto di tutta la filiera e porre attenzione anche alle ricadute sociali sul territorio
di Emiliano Sgambato
2' di lettura
I vini di Ruffino accelerano sulla strada della sostenibilità, dove tra i traguardi previsti già per la vendemmia del 2024 c’è la completa conversione al biologico delle nove tenute del Gruppo. Per raggiungere i suoi obiettivi, Ruffino ha stanziato undici milioni di euro distribuiti su sette anni (dal 2019 al 2025) pari a quasi un terzo degli investimenti annuali del Gruppo che – forte di circa 29 milioni di bottiglie all’anno prodotte ed esportate in 83 Paesi del mondo e oltre 123 milioni di fatturato – vuole fare da stimolo decisivo a tutto il settore.
Gli obiettivi Ruffino 2025 prevedono di rendere la filiera al 100% sostenibile, facendo da traino anche per le realtà più piccole dell’indotto, attraverso un taglio delle emissioni del 15% per arrivare al 50% nel 2030, un aumento del 15% dei rifiuti mandati in riciclo per arrivare a zero nel 2050, una riduzione dell’utilizzo dell’acqua anche attraverso un aumento del 25% delle acque riutilizzate nel processo di produzione.
Ruffino Cares – progetto nato nel 2018 come marchio contenitore di iniziative legate alla Responsabilità sociale d’impresa – oggi è diventato una vera e propria strategia aziendale che mette al centro lo sviluppo sostenibile come rappresentato dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite applicati al comparto vitivinicolo. L’ambiente è solo uno dei quattro pilastri che sorreggono questo percorso, accanto a politiche orientate alla diversità e all’inclusione, promozione del bere responsabile, impegno verso gli altri e in particolare verso le comunità locali. L’obiettivo più generale è quello di trasformare il marchio toscano in un brand for purpose, ossia un brand che antepone il benessere delle persone in qualsiasi scelta.
«In questa gara non c’è chi arriva primo e chi arriva ultimo, ma bisogna arrivare tutti – ha affermato Sandro Sartor, presidente e ad di Ruffino e vice presidente di Unione Italiana Vini ad un evento che si è svolto a Milano per analizzare la strategia del gruppo –. Le attività del settore vitivinicolo sono in regime di interdipendenza con la disponibilità di risorse naturali e col tessuto socioeconomico».
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