Rugby, dal mondiale in Francia un impatto superiore ai 2 miliardi
Nella rassegna iridata cominciata venerdì scorso e che chiude il 28 ottobre l’obiettivo è vendere 2,5 milioni di biglietti, pari al 98% del totale
di Flavia Carletti
3' di lettura
La Coppa del mondo di rugby 2023, che si è aperta venerdì sera allo Stade de France di Parigi con la vittoria della Francia sulla Nuova Zelanda, punta a essere la più “grande” di sempre. Gli organizzatori vogliono battere ogni record, dai biglietti venduti, agli ascolti televisivi, con l’obiettivo di avere un significativo ritorno economico per la Francia paese ospitante e per World Rugby, la federazione internazionale della palla ovale.
Dalla prima Coppa del mondo del 1987 in Nuova Zelanda, a ogni edizione, che si gioca ogni quattro anni, l’asticella è stata alzata e il Mondiale 2023 si confronta da una parte con quello del 2019 disputato in Giappone (prima volta in Asia) e dall’altra con quello del 2015 giocato in Inghilterra, più simile dal punto di vista geografico ed economico.
Le previsioni per il torneo
La Francia si aspetta di accogliere durante il torneo 600mila visitatori in più rispetto alla media del periodo (di cui quasi il 60% dal Regno Unito), che spenderanno in media circa 2.160 euro a testa per alberghi, cibo, bevande, spostamenti e shopping nei 15 giorni medi di permanenza per assistere alle partite (48 in tabellone tra fase a gironi e fase a eliminazione diretta, con la finale del 28 ottobre prossimo). Se in Giappone nel 2019 i biglietti venduti sono stati 1,72 milioni (99,3% della capienza totale), per il 2023 si punta a oltre 2,5 milioni (i biglietti disponibili sono 2,6 milioni). Tornando indietro al 2015, in Inghilterra sono stati venduti 2,47 milioni di biglietti (98% del totale), con 406mila visitatori internazionali, che hanno speso in media 2.400 sterline ciascuno. Da dire che il prezzo medio per la fase a gironi in Francia è pari a 97 euro, inferiore a quello stabilito in Giappone e Inghilterra. Il costo dei biglietti nell’arco della competizione va da un minimo di 37 euro a un massimo di oltre 960 euro, per un possibile incasso complessivo di 216 milioni.
La copertura televisiva
Dal punto di vista televisivo, il Mondiale in Giappone ha avuto 857 milioni di spettatori nel mondo, con una crescita del 26% rispetto al 2015, e per il 2023 la scommessa è di superare ulteriormente questa cifra. E&Y Japan ha stimato che la Coppa del mondo 2019 ha avuto un impatto economico complessivo per il paese di 646 miliardi di yen, pari a 4,3 miliardi di sterline, quando il Mondiale 2015 giocato in Inghilterra ha avuto un giro d'affari di 2,3 miliardi di sterline, di cui 1,1 miliardi addizionali per il Pil dell’anno, e 2,7 miliardi di sterline attribuiti a investimenti interni nel Regno Unito direttamente correlati alla Rugby world cup 2015.
La Francia, già paese ospitante nel 2007, in quella edizione ha visto 400mila visitatori in più, 2,24 milioni di biglietti venduti (94% del totale) e un impatto economico valutato in 4 miliardi di euro. Prima dell’inizio del torneo, l’impatto diretto economico per la Francia è stato calcolato in 2 miliardi di euro, cui poi si andranno ad aggiungere le ulteriori ricadute positive, grazie alle spese dei visitatori e alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Il torneo ha 38 marchi partner che hanno firmato contratti di sponsorizzazione, per un valore annuo stimato pari a circa 134 milioni di euro, di cui 60 milioni attribuibili a sponsor nazionali francesi. Per quanto riguarda il contributo versato a World Rugby, la stima è di 457 milioni di euro, che la Federazione internazionale andrà a reinvestire negli anni successivi per la promozione e il sostegno del rugby.
La Coppa del mondo rappresenta l’entrata principale della Federazione: il bilancio World Rugby del 2019, anno del Mondiale in Giappone, si è chiuso con ricavi pari a 381,4 milioni di sterline, quasi tutti attribuibili al contributo del torneo iridato, e un utile di 128,8 milioni, mentre il bilancio 2020 ha visto ricavi per 10,8 milioni e una perdita di 42 milioni. Con il passare degli anni, è aumentata anche la diffusione dei social media: nelle edizioni 2007 e 2011 hanno avuto un ruolo marginale, ma nel 2015 e 2019 la loro presenza è cresciuta. Durante il periodo della Coppa del mondo in Giappone, per esempio, i video legati al gioco hanno registrato 2,04 miliardi di visualizzazioni, contro le 370 milioni di visualizzazioni del 2015.
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