Rugby, i Saracens inglesi fanno il bis: sono ancora campioni d’Europa
di Giacomo Bagnasco
3' di lettura
Una squadra fantastica che continua a non perdere un colpo, una squadra ai vertici europei che continua a lasciare l'opera incompiuta, cedendo in finale (terza sconfitta a un passo dal traguardo). E così a Edimburgo - nella finale di Champions Cup, l'equivalente della Champions League calcistica - i Saracens vincono 27-18 (tre mete a due) e si confermano campioni d'Europa, mentre il Clermont Auvergne deve accontentarsi dell'onore, per avere tenuto in apprensione i “Sarries” fino all'ultimo e per avere contribuito a scrivere un ultimo atto molto appassionante e spettacolare, cosa tutt'altro che scontata quando ci si gioca così tanto.
La squadra inglese vince per la seconda volta consecutiva da imbattuta la massima competizione europea per club. L'anno scorso - cosa mai avvenuta - fece l'en-plein di nove successi in nove partite (sei nella fase a giorni, più il quarto di finale, la semifinale e la finale, tutte in partite secche), stavolta si accontenta di otto vittorie e un pareggio, ottenuto nella fase a gironi in casa degli Scarlets. Ma è davvero un bell’accontentarsi, soprattutto per quei giocatori come i fratelli Mako e Billy Vunipola (pilone e n. 8, quest'ultimo votato man of the match), il seconda linea Maro Itoje, l'apertura/centro Owen Farrell che nel 2017 si sono aggiudicati il secondo Sei Nazioni di fila con l'Inghilterra. E i Saraceni londinesi sono ancora in corsa per riprendersi il campionato inglese, l'Aviva Premiership: al titolo del 2016 vorrebbero aggiungere quello del 2017 e intanto sono arrivati alle semifinali play-off.
Partita, quella del BT Murrayfield Stadium, giocata fra squadre molto solide in mischia, che però non si sono certo limitate alla guerra di trincea o al gioco tattico al piede, dando vita anche ad azioni di grande respiro, fatte di break individuali così come di palloni riciclati a tutta velocità. Partenza a supremazia rossonera, con gli inglesi sul 12-0 a metà primo tempo, grazie alle mete di Ashton (con il classico tuffo irridente) e Kruis. La riscossa gialloblù è firmata da Lamerat, servito dal veterano Rougerie, e il Clermont può dirsi soddisfatto di avere limitato i danni, visto che la prima frazione termina 12-7.
Nella ripresa Farrell allunga per i suoi con un calcio (15-7), ma subito dopo arriva la meta più bella dell'incontro, realizzata dai transalpini: contrattacco di Spedding, uno dei migliori, dai 22 metri, veloce avanzata sulla sinistra, palla a Yato che, placcato da due avversari, libera Abendanon per la volata finale. Con la trasformazione di Parra 15-14, che diventerà 18-17 dopo un botta e risposta sui piazzati. Ma i Saracens riescono a metterci qualcosa in più: soprattutto, ci mettono la marcatura che, a sette minuti dalla fine, rompe definitivamente l'equilibrio: autore della meta è l'estremo Goode, un altro da voto altissimo in pagella.
Finisce 25-17 per i francesi, invece, la finale di Challenge Cup, la Europa League rugbystica, sempre per mantenere il paragone. Vince in rimonta lo Stade Francais, che rompe - lui sì - il tabù delle finali europee finite male: gli inglesi del Gloucester si portano sul 10-0, poi è rimonta parigina guidata dal capitano Sergio Parisse, autore della prima meta per i suoi e votato man of the match. Come suol dirsi, nel cielo scozzese si è visto anche uno squarcio di Azzurro.
La finale di Champions Cup
Saracens-Clermont Auvergne 28-17 (primo tempo 12-7). Per i Saracens: 3 mete (Ashton, Kruis, Goode), 3 calci piazzati (Farrell), 2 trasformazioni (Farrell). Per il Clermont Auvergne: 2 mete (Lamerat, Abendanon), 1 calcio piazzato (Parra), 2 trasformazioni (Parra). Calci fermi: Farrell 5 su 7; Parra 3 su 3, Lopez 0 su 1.
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