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Rush finale dei big cinesi in crisi per ripagare il debito in scadenza

Huarong, Evergrande trovano le risorse per onorare i pagamenti entro fine mese, ma i problemi per i colossi “too big to fail” non sono finiti

Lai Xiaomin, ex chairman di Huarong

3' di lettura

Le celebrazioni dei cento anni del Partito non lasciano spazio a fallimenti clamorosi. Pechino corre in aiuto dei giganti dell’economia in crisi da tempo, anche a causa delle massicce campagne di acquisto degli anni scorsi e salva anche Huarong, espulsa perfino dall’indice MSCI. Evergrande, Suning seguono la stessa strada, evitando, per il momento, il default. Il Governo cinese ha stabilito nuove regole per l’efficienza delle società, molto difficili da attuare a costo zero. Ha anche premesso che, in linea di principio, il fallimento delle realtà in crisi non sarà evitato a tutti i costi.

Una ciambella per Huarong

La società di asset management il cui principale azionista è lo stesso ministero delle Finanze ha vissuto momenti difficili culminati nella condanna a morte dell’ex chairman Lai Xiaomin nel gennaio scorso per corruzione e altri reati gravi.

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Ma la tenuta della società è sempre più a rischio e la corsa sui tempi delle scadenze sempre più affannosa. China Huarong Asset Management Co. Ltd. ha rimborsato puntualmente un’altra tranche di obbligazioni in dollari in scadenza, in qualche modo alimentando le preoccupazioni sullo stato di salute della società finanziaria.

A metà settimana all’ultimo minuto ha onorato un’obbligazione da 250 milioni di dollari in scadenza. Dallo scorso mese di aprile ha rimborsato integralmente nei tempi previsti tre obbligazioni in dollari statunitensi e un’obbligazione in dollari di Singapore, per un totale rispettivamente di 1,45 miliardi di dollari e 600 milioni di dollari Usa (circa 446 milioni di dollari).

GuangZhou Evergrande

Evergrande si rimette in pari

Anche il gruppo China Evergrande, oppresso dai debiti, per il momento almeno è riuscito a trovare la quadra mettendo da parte 13,6 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 1,75 miliardi di dollari) per rimborsare le obbligazioni in dollari statunitensi in scadenza oggi e gli interessi su tutte le obbligazioni offshore.

Il gigante del real estate in grave difficoltà ha dichiarato di non avere obbligazioni quotate in borsa in scadenza prima del marzo 2022. Ma non è finita. Dopo il pagamento di 1,45 miliardi di obbligazioni in dollari, Evergrande dovrà ancora onorare circa 17 miliardi di dollari di obbligazioni in circolazione, tutte in debito offshore in dollari.

La prossima obbligazione in scadenza sarà un’emissione da 2 miliardi, all’8,25% che scadrà il 23 marzo 2022.

Zhang Jindong, azioni congelate

Le mille giravolte di Suning

Più complessa ancora la situazione di Suning, le cui azioni quotate a Shenzhen sono addirittura sono state sospese per una decina di giorni. I creditori hanno deciso di estendere di due anni un bond da 451 milioni di dollari giunto a maturazione, il che indica le difficoltà dell’azienda che dovrà reperire in qualche modo le risorse necessarie.

Suning ha nel complesso un debito da 4.6 miliardi tra onshore e offshore, incluso uno da 600 milioni al 7,5% in scadenza a settembre. Una corte di Pechino ha ordinato di congelare il 5,8% di azioni in mano al fondatore Zhang Jindong per tre anni.

La società ha attivato un negoziato con la muncipalità di Shenzhen perchè un fondo locale possa entrare nel capitale, ma il negoziato non sembra essere arrivato a una soluzione, mentre Suning ha continuato a vendere i propri beni per far cassa, anche dando lo sfratto ai dipendenti per poter vendere le abitazioni destinate a loro.

Corrono le nuove obbligazioni

Intanto, le emissioni di nuove obbligazioni viaggiano a gran ritmo. In Cina hanno totalizzato a maggio 4.400 miliardi di yuan (circa 679,6 miliardi di dollari).

Secondo i dati diffusi dalla People’s Bank of China, le emissioni di buoni del Tesoro sono state pari a 375,76 miliardi di yuan, mentre quelle degli enti locali si sono attestate a 875,34 miliardi di yuan.

Sempre nel mese di maggio, le emissioni di obbligazioni finanziarie sono arrivate a 610,59 miliardi di yuan, mentre i prestiti obbligazionari emessi dalle società hanno totalizzato 578,04 miliardi di yuan.

Le emissioni di credit-asset-backed security si sono attestate a 95,83 miliardi di yuan mentre quelle di certificati di deposito interbancari hanno raggiunto quota 1.800 miliardi di yuan. Secondo i dati della banca centrale, a fine maggio le obbligazioni in deposito titoli hanno raggiunto un valore di 122.200 miliardi di yuan.


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