Usa vietano transazioni con Banca centrale russa. Mosca raddoppia i tassi di interesse
Le nuove sanzioni del G7 che colpiscono le banche e la Banca centrale russa scatenano una corsa al contante, in cerca soprattutto di dollari
I punti chiave
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Gli Stati Uniti vietano con effetto immediato tutte le transazioni con la Banca centrale russa. Lo annunciano le autorità Usa. E anche il Giappone imporrà delle sanzioni nei confronti del presidente della Bielorussia e della Banca centrale russa dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Le due decisioni arrivano nel giorno in cui crolla al minimo storico il rublo dopo le nuove sanzioni alla Russia, tra cui l’esclusione selettiva delle banche dal circuito dei pagamenti Swift, per l’invasione in Ucraina.
La Banca centrale della Russia ha annunciato che oggi la Borsa di Mosca resterà chiusa.
In mattinata la banca centrale ha ritardato di tre ore le contrattazioni del rublo e si era riservata di decidere sull’apertura dei mercati. La moneta russa è arrivata a cedere il 30% sul dollaro nel mercato ufficiale di Mosca, dopo che la Banca centrale ha ritardato di oltre 3 ore le contrattazioni (qui l’andamento) per poi recuperare parte delle perdite dopo che la Banca centrale russa ha aumentato i tassi di interesse di riferimento di 10,5 punti, portandoli dal 9,5 al 20 per cento. Per sostenere la domanda di rubli, la Banca centrale ha anche obbligato le compagnie russe a vendere l’80% dei propri ricavi in valuta estera.
Forti tensioni anche sul debito sovrano russo: il rendimento sui titoli di Stato denominati in dollari con scadenza 2027 è balzato in un solo giorno dal 10 al 24 per cento.
Gli spread sul rublo sono aumentati di otto volte, con i market maker da Sydney a Hong Kong che si tirano indietro. La Banca Centrale Europea ha inoltre valutato che Sberbank Europe AG e le sue due filiali nell’unione bancaria, Sberbank d.d. in Croazia e Sberbank banka d.d. in Slovenia, stanno fallendo o rischiano di fallire a causa di un deterioramento della loro situazione di liquidità.
Lunghe code ai bancomat
In Russia non a caso si registrano da qualche giorno lunghe code agli sportelli dei bancomat, in cerca di rubli ma soprattutto di dollari, sempre più difficili da trovare. Nelle ultime ore le file sono cresciute ancora dopo le nuove, pesanti, sanzioni finanziarie approvate dai Paesi del G7 e dall’intera Unione europea che escludono alcune banche russe dal sistema di pagamenti internazionali Swift e congelano gli attivi della Banca centrale di Mosca detenuti all’estero.
«Sono stato in coda per un’ora, ma la valuta straniera è sparita ovunque, solo rubli», ha detto all’agenzia Bloomberg Vladimir, un programmatore di 28 anni, mentre aspettava in una lunga fila a un bancomat in un centro commerciale di Mosca. «Mi sono mosso tardi perché non pensavo che tutto questo potesse accadere. Sono sotto shock».
Corsa al dollaro
La corsa ai dollari non è stata rallentata nemmeno dal cambio «punitivo» offerto da alcune banche, che in alcuni casi scambiano le valute ben oltre i 100 rubli per un dollaro, a fronte di un cambio ufficiale di 83,7.
Il timore diffuso è che la valuta russa crolli ancora sui mercati, in un «panic selling» di cui sono visti i primi accenni nella settimana scorsa.
I tassi di cambio offerti dalle banche domenica 27 febbraio riflettevano già la grande incertezza: dai 98,08 rubli per dollaro di Alfa Bank ai 99,49 di Sberbank, fino aI 105 di Vtb Group e i 115 rubli di Otkritie Bank.
Molti cittadini temono di non poter più usare i circuiti internazionali delle carte di credito per i pagamenti quotidiani e quindi è scattata la corsa al contante. La Banca centrale russa ha affermato che le carte di credito continueranno a funzionare normalmente e che dispone di risorse sufficienti ma la corsa ai bancomat non si è fermata nonostante queste rassicurazioni.
Verso l’espulsione da Swift delle banche russe
È attesa in giornata la pubblicazione dell’elenco ufficiale delle banche russe coinvolte dal provvedimento di espulsione dallo Swift, ovvero il sistema di messaggistica che collega 11.000 banche e istituzioni globali ed è responsabile dell’esecuzione della stragrande maggioranza delle operazioni finanziarie.
Come sottolineato dall’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell, il provvedimento sarà selettivo in modo da provocare gravi danni al sistema finanziario russo ma al tempo stesso lasciare aperte delle «possibilità perché si possano mandare soldi alle famiglie o pagare cose che sono necessarie».
«Non vogliamo fare lo stesso errore fatto con l’Iran» ha spiegato Borrell dando appuntamento a oggi 28 febbraio per conoscere il numero e i nominativi delle banche coinvolte dal provvedimento.
Una decisione che minaccia di ridurre in ginocchio gli istituti colpiti come testimonia la decisione comunicata nella notte della vigilanza Bce di considerare Sberbank Europe e le sue divisioni in Croazia e Slovenia «in fallimento o in probabile fallimento per il deterioramento della loro situazione di liquidità».
Sberbank Europe, controllata dalla russa Sberbank, e le sue divisioni - spiega il comunicato Bce - hanno sperimentato «una significativa uscita di depositi in seguito all’impatto delle tensioni geopolitiche» e delle sanzioni imposte dall’Occidente e nel prossimo futuro non sarà probabilmente in grado di pagare i propri debiti in tempo.
Riserve congelate
Come conseguenza delle sanzioni occidentali è stato inoltre congelato circa il 50% delle riserve della banca centrale in quanto queste riserve sono detenute in Paesi nel G7. L’Occidente aveva già minacciato di utilizzare l’opzione estrema di espellere la Russia dallo Swift nel 2014 quando il Cremlino aveva dato il via all’operazione di annessione della Crimea. La Russia aveva risposto che una tale decisione sarebbe equivalsa a una dichiarazione di guerra e Stati Uniti ed Europa avevano deciso di non procedere in tal senso. Da allora la Russia ha cercato di sviluppare un proprio sistema di messaggistica finanziaria che secondo gli esperti ha avuto un successo solo parziale e che sta ora per essere messo alla prova della verità.
Per approfondire: La Borsa di Mosca
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