Russia, il giornalista del Wall Street Journal arrestato stava lavorando a un’inchiesta sul gruppo Wagner
Il suo caso è contrassegnato come “top secret”. Il quotidiano statunitense respinge con forza l’accusa di spionaggio a carico del suo reporter
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Evan Gershkovich, il giornalista del Wall Street Journal fermato a Ekaterinburg per spionaggio, rimarrà in stato di arresto in Russia per almeno due mesi, fino al 29 maggio. Lo ha deciso la Corte di Lefortovo a Mosca, secondo quanto precisato dal suo servizio stampa all’agenzia Ria Novosti. Gershkovich è stato prelevato da agenti della sicurezza in borghese in un ristorante a Ekaterinburg e caricato su un minivan. Il volto del giornalista è stato coperto con un maglione mentre veniva portato nella vettura, scrive il Washington Post ricostruendo le modalità del fermo sulla base delle informazioni raccolte dai media locali. Gershkovich sarebbe poi stato trasportato a Mosca.
Secondo le forze dell’ordine, il suo caso è contrassegnato come “top secret”. Il servizio di sicurezza sostiene che Gershkovich «stava raccogliendo informazioni classificate sulle attività di una delle aziende del complesso industriale militare russo».
Gli spostamenti del reporter
Secondo il sito indipendente Mediazona, Gershkovich stava lavorando a un articolo sul Gruppo Wagner. Il suo ultimo articolo da Mosca, pubblicato all'inizio di questa settimana, parlava del rallentamento dell'economia russa a causa delle sanzioni occidentali imposte quando le truppe russe hanno invaso l'Ucraina. Oltre che a Ekaterinburg, il giornalista americano si era recato a Nizhny Tagil, un'altra città russa dove è situato uno stabilimento dell'industria della difesa Uralvagonzavod, che produce carri armati. Lo scrive il sito indipendente Meduza citando “giornalisti occidentali che lavorano a Mosca”.
Media locali della regione degli Urali citano un fixer, Yaroslav Shirshikov, che ha accompagnato il giornalista nella sua visita a Ekaterinburg. Secondo Shirshikov, Gershkovich si era recato in questa città per raccogliere informazioni sull'atteggiamento della popolazione nei confronti del conflitto in Ucraina e la compagnia militare Wagner. Richiesto di un commento da un giornalista del Daily Beast, il fondatore della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha risposto in tono sarcastico: «Se vuoi posso controllare la stanza delle torture di casa mia per vedere se è qui, ma non mi pare di averlo visto tra le decine di giornalisti americani che tengo lì». Ieri, scrive Meduza, si era diffusa la voce che un uomo era stato fermato dalle forze di sicurezza nel ristorante Bukowski Grill di Ekaterinburg e portato via con la testa coperta da un maglione. Secondo Shirshikov si trattava proprio del giornalista americano.
Wsj: nessuno spionaggio
Il Wall Street Journal ha «smentito con veemenza» le accuse di spionaggio mosse da Mosca nei confronti del suo giornalista. «Il Wall Street Journal respinge con veemenza le accuse deig servizi di sicurezza russi e chiede l’immediato rilascio di Evan Gershkovich, un giornalista affidabile e coscienzioso», ha dichiarato il giornale in un comunicato. «Siamo solidali con Evan e la sua famiglia».
Il possibile scambio di prigionieri
La questione di un possibile scambio di prigionieri con gli Usa che coinvolga anche il giornalista «non è ancora stata discussa», ha detto il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov citato dalla Tass. Ad una domanda in proposito, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto: «Non ho alcuna informazione, non ho nulla da dire in proposito». La domanda si riferiva a un possibile scambio con Serghei Cherkasov, un russo detenuto in Brasile e incriminato nei giorni scorsi negli Usa con l’accusa di essere un agente dei servizi d’intelligence russi.Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha auspicato che gli Usa non compiano atti di rappresaglia per l’arresto del giornalista del Wall Street Journal in Russia. «Speriamo che ciò non avvenga, e non deve avvenire», ha detto Peskov, citato dall’agenzia Ria Novosti. Peskov ha anche detto nel caso del giornalista «non si parla di sospetti, è stato colto in flagrante».
Evan Gershkovich è il primo giornalista statunitense arrestato in Russia per spionaggio dai tempi della Guerra Fredda. Nel 1986 finì in manette con un’accusa simile il reporter Nick Daniloff: «Nel mio caso, l’Fbi aveva arrestato un sovietico a New York per spionaggio e i russi arrestarono me», ha dichiarato Daniloff alla Cnn. Aggiungendo che la negoziazione alla fine aveva garantito il suo rilascio, con una «soluzione per l’uomo che era stato arrestato a New York». All’epoca Ronald Reagan era presidente degli Stati Uniti, la Russia faceva parte dell’Unione Sovietica e i rapporti erano molto tesi. Daniloff fu arrestato al termine del suo incarico per Us News and World Report, restò in prigione per settimane in isolamento prima che l’amministrazione Reagan negoziasse il suo rilascio. Parlando in una conferenza stampa dopo essere tornato in libertà nell’86, Daniloff definì la situazione «molto complessa», sottolineando che senza il «profondo e personale interesse» del presidente Reagan per il suo caso, sarebbe rimasto in prigione per molto più tempo.
A fine 2022, gli Stati Uniti e la Russia sono stati coinvolti in uno scambio di prigionieri. Brittney Griner, la cestista americana detenuta per mesi in Russia con l’accusa di possesso di sostanze stupefacenti, è stata liberata nell’ambito di uno scambio di prigionieri con il trafficante di armi Viktor Bout.
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