Gas, Russia e Ucraina siglano l’accordo sul transito. Salvi i rifornimenti all’Europa
Il protocollo d’intesa riguarda il rinnovo dei contratti sul passaggio attraverso il territorio ucraino delle forniture dirette ai clienti europei. Per fine anno prevista la firma dell’accordo finale, valido cinque anni: evitata un’ennesima crisi
di Antonella Scott
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Le relazioni tra Russia e Ucraina chiudono l’anno con un segnale positivo: le due compagnie energetiche nazionali, Gazprom e Naftogaz, hanno firmato venerdì sera un protocollod’intesa che evita il rischio di interruzioni nel transito di gas russo inviato in Europa attraverso il territorio ucraino. Secondo quanto ha comunicato il monopolio russo, del pacchetto di intese raggiunte farebbe parte la decisione comune di ricomporre le rivendicazioni reciproche sul fronte del gas.
Il portavoce di Gazprom, Serghej Kuprijanov, non ha fornito altri dettagli, anche se il primo vicepremier Dmitrij Kozak, attraverso l’agenzia russa Ria Novosti, ha aggiunto che il nuovo accordo copre un periodo di cinque anni, una sorta di compromesso tra il desiderio di Kiev di impegni di lungo periodo e l’insistenza russa a non andare oltre un anno. La firma del contratto finale è prevista per la fine dell’anno, quando sarebbe scaduto il contratto in vigore: è così stata evitata una nuova crisi del gas, la terza, che avrebbe potuto coinvolgere ancora una volta l’Europa.
«Ai massimi livelli»
Dopo l’annuncio di un accordo di principio, giovedì sera, venerdì erano proseguiti gli incontri tra il ministro dell’Energia russo Aleksandr Novak e il collega ucraino, Oleksiy Orzhel. Come ha comunicato Gazprom, la trattativa è avvenuta «ai massimi livelli»: per parte russa insieme a Novak è intervenuto il vicepremier Dmitrij Kozak, oltre ad Aleksej Miller, il capo del monopolio russo. Per Kiev, con Orzhel il direttore esecutivo di Naftogaz Jurij Vitrenko e Serghej Makogon, responsabile del nuovo Sistema di trasporto gas dell’Ucraina.
In gioco il rinnovo del contratto decennale che dal 2009 a oggi avrebbe dovuto regolare le forniture di gas russo all’Ucraina. La crisi del 2014 ha stravolto quelle intese: dal novembre 2015 l’Ucraina non si rifornisce più direttamente da Gazprom ma si aggrappa al guadagno garantito dal transito verso l’Europa, tuttora cruciale, 3 miliardi di dollari l’anno per le casse di Kiev. Quel che resta del contratto era in scadenza il 31 dicembre prossimo.
In corsa contro il tempo
Russi e ucraini hanno corso contro il tempo per evitare un’ennesima crisi, in questo momento delicatissimo per i rapporti bilaterali, e per definire un contratto da far partire il 1° gennaio 2020. Alle trattative, mediate dalla Commissione Europea con il vicepresidente slovacco Maros Sefcovic, è stato registrato un clima «positivo», lavorando a un pacchetto che dovrebbe comprendere tutti i fronti aperti: i volumi e le scadenze del nuovo contratto, e i contenziosi legali sui reciproci impegni non rispettati in questi cinque anni di crisi. Malgrado tutto, Gazprom continua a rifornireil 36% del gas di cui l’Europa ha bisogno, e questo in buona parte passa ancora per l’Ucraina.
Le intese dovevano ricevere un’approvazione politica: venerdì il presidente russo era sembrato confermare la nuova reciproca disponibilità spiegando di voler raggiungere un’intesa che abbia benefici reciproci, e che non crei rischi «per nessuna delle due parti». «Malgrado la costruzione di nuovi gasdotti - aveva detto Vladimir Putin giovedì nella conferenza stampa di fine anno - manterremo il transito attraverso l’Ucraina».
Il fronte legale
«Ora - ha commentato il vicepresidente della Commissione Ue Sefcovic - abbiamo di fronte una cornice politica con gli elementi chiave necessari a spianare la strada a un contratto di transito di lungo termine tra le compagnie». La trattativa dovrebbe riguardare un pacchetto di accordi che incrocino le concessioni delle due parti.L’archiviazione delle cause legali pendenti era sempre stata per Mosca precondizione per avviare le trattative. Ora però è sul piatto un’offerta russa, il pagamento all’Ucraina di 3 miliardi di dollari per chiudere il primo contenzioso. Da notare che il debito di cui Mosca ha sempre chiesto la restituzione - gli aiuti consegnati all’ex presidente filorusso Viktor Yanukovich alla fine del 2013 in cambio della mancata firma dell’Accordo di associazione all’Unione Europea - è proprio di 3 miliardi.In questo modo, il debito verrebbe estinto. Da parte sua l’Ucraina sarebbe pronta a lasciar cadere una seconda istanza presso la Corte di arbitrato di Stoccolma, per 12 miliardi di dollari.
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