Sicurezza informatica

Russia-Ucraina, il governo alla Pa: «Stop a Kaspersky, comprare un altro antivirus»

In dirittura d’arrivo la norma destinata a tutti gli uffici pubblici dotati di software di produzione russa

di Marco Ludovico

(REUTERS)

2' di lettura

La norma è stata già annunciata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Franco Gabrielli. In queste ore è in definizione a palazzo Chigi dopo i contributi dei tecnici dei ministeri interessati, dall’Interno alla Difesa, all’Innovazione tecnologica. In prima linea l’Acn-agenzia per la cybersicurezza nazionale guidata da Roberto Baldoni. Stop, dunque, all’antivirus Kaspersky in tutta la pubblica amministrazione. Così come non va più utilizzato qualunque altro software di produzione russa. Troppi segnali di minaccia in giro. Troppo rischioso.

«Comprare un secondo antivirus»

L’indicazione normativa potrebbe già arrivare oggi. Dovrebbe essere inserita nel cosiddetto nuovo «decreto Ucraina». L’intervento è complesso. Da almeno una settimana i tecnici del governo guidato da Mario Draghi ne parlano e ne discutono. Lo scenario è impressionante: l’antivirus Kaspersky è considerato uno dei migliori in circolazione. Lo hanno adottato migliaia e migliaia di uffici e aziende pubbliche e private da anni, anche se stime esaurienti non ci sono. Inserito nei gangli informatici più vitali di enti e istituzioni di ogni livello, comprese quelle di sicurezza nazionale. Adesso la soluzione sembra una sola: disattivarlo e comprarne un altro.

Loading...

I nodi contrattuali e contabili

Un’indicazione di legge su un profilo così tecnico è come minimo articolata. Non è facile. Le amministrazioni hanno contratti, scadenze, impegni di spesa. Vanno evitati ricorsi a valanga a causa di disdette non tutelate sul piano civile. L’ipotesi in avanzamento, dunque, è di consentire alla pubblica amministrazione di acquistare un altro software di protezione. Quest’ultimo, una volta installato, prende il posto di Kaspersky o similari, disattivandoli. I contratti in essere continueranno fino a termine senza essere rinnovati. Le continue minacce cyber legate al conflitto Russia-Ucraina, giustificano una scelta pur onerosa e la sua urgenza. Dovrebbero così venir meno anche le eventuali obiezioni della Corte dei Conti.

Colao: «Alzare attenzione sul rischio cyber»

Nell’audizione in commissione Affari costituzionali, il ministro dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, ha raccomandato: «Dobbiamo tutti alzare l’attenzione sul rischio cyber e lo abbiamo fatto a cominciare dall’istituzione dell’Agenzia nazionale» per la cybersecurity. Il ministro ha messo in evidenza come «la cybersicurezza è una gara continua. Noi ci miglioriamo ma poi gli hacker avanzano. Dobbiamo continuare a investire». Per la cybersecurity il Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) prevede 623 milioni di sussidi così articolati nel tempo: 170 milioni nel 2021,190,4 nel 2022,174 nel 2023, 88,6 nel 2024. Fondi adesso più preziosi che mai.

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti