Trasporto aereo

Ryanair, parla O’Leary: «Non ci interessa il marchio Alitalia. Anche Ita fallirà»

L’ad della low cost annuncia 5 nuove rotte invernali da Roma e 800 assunzioni in Italia. Parla di ripresa del traffico e bilancio «vicino al pareggio o con una piccola perdita»

di Gianni Dragoni

(REUTERS)

4' di lettura

Ryanair non parteciperà alla gara per la vendita del marchio Alitalia. La retromarcia è stata annunciata da Michael O’Leary, amministratore delegato della principale low cost europea in una conferenza stampa a Roma, nella quale ha annunciato 5 nuove rotte dalla capitale nel prossimo operativo invernale. Alla gara per il «brand» parteciperà Ita, la nuova compagnia pubblica. «Il marchio non ci servirebbe. Lo vuole Ita e se lo prenderà». O’Leary vede una ripresa del traffico. Prevede che quest’anno Ryanair «si attesterà fra i 90 e i 100 milioni di passeggeri, mentre i conti potranno essere vicini al pareggio o con una piccola perdita», dopo il rosso di 815 milioni di euro nel bilancio al 31 marzo 2021.

Il marchio Alitalia

«Il bando di gara per l’handling o il marchio di Alitalia non ci interessa», ha puntualizzato il numero uno di Ryanair, smentendo così le intenzioni annunciate in estate, probabilmente per fini pubblicitari. «Alitalia non ha asset di valore». Ha detto al Sole 24 Ore che «Alitalia è una compagnia di m...» («shitty airline»), anche se «ha un grande marchio, molto conosciuto a livello internazionale». «Se avessimo comprato il marchio non ci sarebbe servito, non avremmo potuto usarlo. Avrebbe creato confusione con il nostro nome».

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O’Leary: «Non temiano Ita, anche lei fallirà»

«Non temiamo la concorrenza di Ita, perché sarà una compagnia molto più piccola, con 50-60 aerei, circa il 60% della compagnia precedente, mentre Ryanair in Italia, per l’estate 2022 dovrebbe avere circa 200 velivoli. Questa riduzione di capacità è una sfida per Ryanair per cogliere le opportunità» aperte da questo disimpegno. Ciò che è importante è che si stia risolvendo questo stato di incertezza, che non fa bene al mercato italiano e ai consumatori». Secondo O’Leary la nuova compagnia non andrà bene e sarà venduta a Lufthansa o Air France. «Anche la nuova compagnia riceverà soldi pubblici come la vecchia ma alla fine anche Ita fallirà».«Nel medio termine di sicuro Ita non farà utili: i conti non saranno sostenibili e avrà di nuovo bisogno dei soldi pubblici». Quello attuale, ha detto il manager irlandese, «è l’ennesimo round di aiuti ad Alitalia, ma l’Europa continuerà ad autorizzarli fino a quando, alla fine, sarà venduta a Lufthansa o Air France».

Interesse per gli slot

A Ryanair interessano invece gli slot, le bande orarie nei principali aeroporti che da Alitalia non passeranno a Ita. «Abbiamo chiesto e continuiamo a richiedere che gli slot di Alitalia che non sono utilizzati, a Fiumicino, Linate e Malpensa, vengano rilasciati per consentire a Ryanair e ad altre compagnie aeree di utilizzarli», ha spiegato.

L’espansione invernale

La compagnia irlandese ha annunciato per il prossimo operativo invernale l’apertura di 5 nuove rotte che collegheranno Roma, da Ciampino e Fiumicino, con Agadir, Amman, Fez, Riga e Tallinn. In totale il programma invernale avrà voli da Roma per 62 destinazioni, in oltre 20 paesi. Sulle nuove rotte c’è una promozione, «con tariffe a partire da 19,99 euro per viaggi fino a novembre 2021, che devono essere prenotati entro la mezzanotte di venerdì 10 settembre 2021». Ryanair «creerà oltre 800 nuovi posti di lavoro per piloti, personale di cabina e ingegneri in Italia questo inverno».

La ripresa del traffico

«In Italia abbiamo visto una ripresa molto forte, e al momento registriamo un’alta richiesta dal Nord Europa verso il vostro paese. Non mi aspetto una forte crescita in Italia nei mesi invernali, ma pensiamo di poter tornare già da novembre ai livelli pre-Covid, con una stima di 20 milioni di passeggeri nel secondo semestre del 2021», ha aggiunto O’Leary. «Pensiamo di superare i livelli pre-pandemia già dall’estate 2022 e il nostro obiettivo è di 45-50 milioni di passeggeri l’anno, superiore ai 40 milioni che trasportavamo prima del Covid».

L’incontro con l’Enac e la tassa addizionale

O’Leary ha riferito di aver avuto «un incontro molto positivo stamattina» con il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma. «L’Enac può incoraggiare gli aeroporti a guardare in avanti per sostenere la ripresa del mercato aereo italiano ma può soprattutto incoraggiare il governo a cancellare l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco. In Ryanair continuiamo a sperare che venga eliminata e penso che il governo sia consapevole dei danni che questa “barriera” fa al turismo italiano in termini di competitività rispetto a Grecia, Spagna e Portogallo». «Con Di Palma abbiamo parlato di diversi argomenti: l’accelerazione della ripresa del traffico in Italia post-Covid, il trasferimento degli slot da Alitalia a Ita, il decreto Rilancio, la riduzione dei movimenti a Ciampino, la nostra proposta di aprire due nuovi hangar a Bergamo, il che porterebbe ulteriore crescita anche in termini occupazionali con altri 150 posti di lavoro in loco».

Sull’incontro l’Enac ha emesso un comunicato, in cui si fa riferimento anche alla controversia sul provvedimento dell’ente, in vigore dal 15 agosto, per garantire, senza dover pagare alcun supplemento, l’assegnazione gratuita dei posti ai minori e a disabili vicino ai loro genitori e/o accompagnatori. Nonostante le nuove regole c’è chi, come Ryanair, continua a far pagare i posti. Il comunicato dice che «Ryanair, pur avendo adeguato le procedure di prenotazione, è rimasta ferma sulla propria posizione, evidenziando che si tratta di una scelta di politica commerciale, a differenza dell’Enac che, al contrario, ha emanato il Regolamento tecnico sulla base di ragioni legate alla sicurezza e con la finalità di tutelare i diritti dei passeggeri. Si attende, in merito, la pronuncia della Camera di Consiglio del Tar».

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