ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl futuro del partito

Sabato Tajani diventa il presidente di Forza Italia. Primo nodo il ruolo di Fascina

Verso un congresso la prossima primavera, prima delle elezioni europee del giugno 2024

Tajani: Europee, si a Salvini ma no a Le Pen

3' di lettura

Antonio Tajani si prepara a prendere il timone di Forza Italia e rivela la sua strategia per la tenuta (o la sopravvivenza per alcuni) del partito: il congresso si riunirà la prossima primavera, prima delle elezioni europee del giugno 2024. Il coordinatore nazionale anticipa così il traguardo considerato un banco di prova per tutti i partiti e uno spartiacque per gli azzurri, orfani ora di Silvio Berlusconi. Una accelerazione che smentisce l’iniziale obiettivo di attendere il responso elettorale del prossimo anno e sembra dare una linea precisa alla strategia del ministro degli Esteri.

La tela del “reggente”

Con la famiglia del Cav che continua ad essere in campo. Come dimostrato anche dalla nota informale che smentisce qualsiasi “sfratto” per Marta Fascina da Arcore. Tajani spiega la sua linea in un’intervista che parte proprio dal presupposto che Fi può sempre contare sulla famiglia del Cavaliere. E, con uno stile più agguerrito del solito, liquida come «balle su balle» le voci che i figli del fondatore di Fi abbiano chiuso i canali con il partito delegando tutto a lui. «La famiglia è tutt’altro che disinteressata, segue, si informa», chiarisce. E precisa pure di parlare «ogni giorno» con Marina e Pier Silvio Berlusconi, oltre al «dialogo costante» con Gianni Letta e Fedele Confalonieri.

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Tajani: Europee, si a Salvini ma no a Le Pen

Co-responsabilizzazione alla guida

Impossibile del resto recidere il cordone con i parenti dell’ex premier e il suo inner circle. I debiti che pesano sul partito sono stati finora garantiti da Arcore. L’attuale coordinatore non usa mezzi termini nell’indicare la strada dell’accelerazione dei tempi. «Sabato al Consiglio nazionale chi la pensa diversamente, lo dica apertamente e si candidi al posto mio. Io non ho nulla da temere». Tajani sa bene di avere dalla sua buona parte del partito. La sua strategia, raccontano nei corridoi parlamentari, sembra racchiusa nella parola “co-responsabilizzazione” ossia a un mese dalla scomparsa di Berlusconi, con un partito che gli ultimi sondaggi inchiodano a un 6,1%, ci si può salvare solo restando uniti. Cioè remando tutti insieme sulla stessa barca, anche se instabile, senza troppi mal di pancia e senza schiacciarsi troppo sulle posizioni di Fratelli d’Italia (che ovviamente potrebbe far gola a parecchi) o dei sovranisti alleati della Lega in Europa.

Gli equilibri interni

Forza Italia del resto può vantare di essere ancora l’ala moderata del centrodestra. Anche in Europa. Non a caso al Consiglio di sabato ci sarà il leader del Ppe, Manfred Weber, e non Giorgia Meloni o Matteo Salvini, come rimarcato da Tajani. Inoltre, anticipando i tempi, il leader pro tempore potrebbe usare proprio il congresso come trampolino per il voto di giugno. Sapendo inoltre di poter contare su forzisti di peso come Renato Schifani, Occhiuto e Fulvio Martusciello al Sud e su Alberto Cirio e Alessandro Sorte a Nord.

Il “nodo” di Marta Fascina

In questo quadro si inserisce il “nodo” di Marta Fascina, la deputata e ultima compagna del Cav. Fonti vicine alla famiglia Berlusconi assicurano che la “quasi moglie” non dovrà lasciare la villa di Arcore e che i rapporti con lei sono «eccellenti», smentendo le voci di un prossimo “sfratto” della donna da Villa San Martino che negli ultimi anni ha abitato con l’ex premier scomparso un mese fa. Proprio lì sarà celebrata una messa con famigliari e amici del Cav, mentre un’altra lo ricorderà a Roma, su iniziativa di Licia Ronzulli.

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