Saes vola dopo cessione business nitinol, stima plusvalenza 584,6 mln
Sottoscritto un accordo vincolante con la statunitense Resonetics per la cessione a quest'ultima del business del nitinol e, in particolare, delle società controllate statunitensi Memry Corporation e Saes Smart Materials
di Stefania Arcudi
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Saes Getters, dopo non essere riuscita a fare prezzo a Piazza Affari (in leggero rialzo il FTSE MIB e l'All Share) è poi entrata in neogoziazione con un rialzo superiore al 34% rispetto alla chiusura di venerdì (+39,6% le risparmio) , dopo avere sottoscritto un accordo vincolante con la statunitense Resonetics per la cessione a quest'ultima del business del nitinol e, in particolare, delle società controllate statunitensi Memry Corporation e Saes Smart Materials. La società del New Hampshire, che ha tra gli azionisti principali Carlyle e il fondo di private equity Gtcr, pagherà 900 milioni di dollari (cash/debt free), pari a circa 17 volte l'Ebitda adjusted relativo al perimetro di cessione nel periodo ottobre 2021-settembre 2022. La somma sarà corrisposta per cassa, in un’unica soluzione, alla data del closing, atteso nel 2023. Il prezzo, che se convertito in euro al cambio attuale è pari a circa 857,1 milioni, comporta una plusvalenza lorda di circa 719,6 milioni di euro, che sarà ridotta dei costi legati all’operazione (soprattutto spese legali, di consulenza e per incentivi), stimati in circa 135 milioni e la cui determinazione finale sarà effettuata e comunicata entro il closing.
La plusvalenza netta del gruppo Saes è prevista nell’intorno di 584,6 milioni di euro. «Le risorse finanziarie ricavate consentiranno al gruppo un’ennesima trasformazione industriale e un notevole ritorno per gli stakeholder», ha detto Massimo della Porta, presidente di Saes Getters. La società ha segnalato che «l'operazione consentirà a Saes di beneficiare di una significativa iniezione di cassa, da utilizzare per lo sviluppo sia organico che inorganico nei settori del packaging avanzato e dei nuovi materiali funzionali, oltre che per remunerare gli azionisti». Secondo gli analisti, «al netto dei costi di transazione e degli incentivi stimati in 135 milioni di euro e delle tasse sul capital gain (ipotizziamo il 27% su un capital gain stimato di 585 milioni), stimiamo il cash-in netto per Saes in 546 milioni rispetto a un market cap pre-annuncio di 462 milioni».
Come sottolineano gli esperti di Banca Akros, «il business disinvestito ha generato ricavi nei primi nove mesi del 2022 per 90,8 milioni di euro, il 48% dei ricavi totali) e un Ebitda di 36,3 milioni, con un margine del 40%. Le attività rimanenti dovrebbero generare nell'anno fiscale 2022 un turnover di 130 milioni di euro. Considerando un margine Ebitda del 20%, potremmo ottenere un ebitda per l'anno fiscale 2022 di 26 milioni che, con un rapporto Ev/Ebitda di 8,5 volte, potrebbe portare a un valore di 220 milioni». Nell’operazione, Saes Getters è seguita da Lazard come financial advisor, mentre Resonetics è seguita da Mediobanca Per Saes, consulenti legali sono Nixon Peabody per le tematiche di diritto americano, e Fieldfisher per quelle di diritto italiano. I consulenti fiscali sono lo Studio Maisto e Associati, per le tematiche fiscali italiane, e Plante Moran per quelle americane.
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