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Safilo, intesa con Thelios su Longarone. Corsa contro il tempo per salvare l’occupazione

Nel sito lavorano 458 persone e l’accordo salvaguarderebbe i posti di lavoro. Coinvolta anche la veneta iVision che nel 2019 aveva rilevato il sito di Safilo di Montignacco (Udine)

di Giulia Crivelli

3' di lettura

Mancherebbe davvero poco a un accordo definitivo per dare un futuro allo stabilimento Safilo di Longarone, nel cuore del distretto bellunese dell’occhialeria, e alle 458 persone che vi lavorano. Il piccolo (grande) colpo di scena – almeno per chi ha seguito le trattative da osservatore – è arrivato due giorni fa con un comunicato stampa di sette righe sette di Safilo, dove si annunciava il coinvolgimento nelle trattative per la cessione dello stabilimento dell’imprenditore Carlo Fulchir, noto nel distretto con la sua azienda iVision Group, ma non altrettanto conosciuto al di fuori del settore.

La filiera dell’occhiale

La filiera dell’occhiale made in Italy di media e alta gamma è infatti tutta concentrata nel Bellunese e comprende i grandi nomi del settore (Luxottica, Marcolin e De Rigo, oltre a Safilo, naturalmente) e centinaia di Pmi che lavorano nei vari anelli della catena e che spesso sono fornitori dei grandi player, proprio come la iVision.

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Trattativa a tre

Fonti interne a Safilo hanno confermato ieri al Sole 24 Ore che la trattativa a due si è trasformata in trattativa a tre: accanto agli accordi in via di definizione con Thelios, la società del gruppo Lvmh che ha sede proprio nel Bellunese, sono in fase conclusiva quelli con Fulchir. La ragione del nuovo mosaico è presto detta, spiegano da Safilo: «Lo stabilimento di Longarone nacque negli anni 50 e da allora si è più volte ingrandito e trasformato: oggi è di fatto diviso in due, ma solo da una strada. Nella parte principale, quella che interessa a Thelios, vengono svolti processi come la galvanica e la verniciatura, nell’altra, che interessa a Carlo Fulchir, si svolge soprattutto il finissaggio». La iVision assumerebbe 208 lavoratori, mentre Thelios gli altri 250.

Il fattore tempo

Il fattore tempo sta diventando cruciale: le trattative per la cessione di Longarone sono iniziate alla fine di gennaio, quando, comunicando i risultati del 2022, il cda di Safilo «ribadiva l’importanza dei siti produttivi di Santa Maria di Sala e Bergamo e del centro logistico di Padova», ma contestualmente dava «mandato al management di esplorare soluzioni alternative per lo stabilimento di Longarone».

La salvaguardia dell’occupazione

Thelios, che ha in portafoglio molti marchi di punta di Lvmh, il più grande gruppo del lusso al mondo, e Fulchir avrebbero già concordato i termini dell’accordo, che consentirebbe alle 458 persone che lavorano a Longarone «di mantenere il posto di lavoro, di non spostarsi in altri stabilimenti e di continuare a svolgere mansioni simili o uguali a quelle che hanno avuto finora». Manca un assenso formale di sindacati e istituzioni, tutti coinvolti nelle trattative degli ultimi sei mesi e che mercoledì hanno partecipato a un incontro Regione Veneto. «Considerando che in agosto in Italia tutto rallenta o addirittura si ferma, in Safilo auspichiamo che si arrivi presto a una firma congiunta – spiegano ancora dall’azienda –. Sia Thelios sia Fulchir sono in una fase di forte espansione delle rispettive attività, tutte concentrate nel segmento degli occhiali di alta gamma, per i quali la domanda è fortissima. Se non garantiremo in tempi brevi la soluzione Longarone, potrebbero esplorare altre strade e i primi a rimetterci sarebbero i lavoratori».

Il faro di sindacati e istituzioni

Carlo Fulchir e Safilo avevano già stretto accordi in passato: nel 2019 la iVision aveva rilevato lo stabilimento Safilo di Martignacco (Udine). Sull’impegno di Fulchir chiedono ulteriori certezze i sindacati, che vorrebbero anche maggiori dettagli sui piani industriali per le due parti dello stabilimento di Longarone. Al termine dell’incontro in Regione ha mostrato cauto ottimismo Elena Donazzan, assessore al Lavoro del Veneto: «Se l’accordo andrà in porto, verrà garantita l’occupazione nel medesimo settore a tutti i lavoratori di Safilo, valorizzando le loro competenze e allo stesso tempo il patrimonio immobiliare industriale di Longarone».

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