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Saipem e Tenaris in fondo a Ftse Mib, Fed e dollaro premono su prezzi petrolio

La banca centrale americana ha delineato un quadro con tassi elevati più a lungo che apre interrogativi per la crescita. Frena la corsa del prezzo del prezzo del petrolio ed emergono dubbi sulla tenuta della domanda

di Andrea Fontana

Working pumpjacks are seen at the Montebello Oil Field in Montebello, California. (Photo by Frederic J. BROWN / AFP)

2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - I titoli dell'oil&gas sono tra i peggiori sui mercati azionari europei penalizzati dalla nuova frenata dei prezzi del greggio innescata principalmente dalle decisioni della Federal Reserve e dai movimenti del dollaro, ma anche dai timori sulla domanda. Il sottoindice Stoxx600 del comparto arretra e sui principali listini cedono il passo Bp, TotalEnergies e Eni mentre arretrano Repsol e Shell. A Milano nel comparto le vendite spingono Saipem a -4,3,% e Tenaris a -3,2%.

I prezzi del petrolio, già nella seduta di mercoledì 20 settembre in netto calo, stanno registrando un'altra seduta di flessione. La debolezza riguarda anche le altre materie prime. Dalla riunione del comitato di politica monetaria della banca centrale americana è emerso un quadro complessivo caratterizzato da un'economia Usa più resiliente e dalla necessità di mantenere i tassi di interesse più alti per un periodo più lungo di tempo in modo da contenere le spinte dell'inflazione: questo scenario però interroga il mercato sulla frenata che l'economia potrà avere davanti a una politica monetaria con tassi Usa sopra il 5% per molti mesi.

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«Siamo maggiormente preoccupati per la sostenibilità a breve termine del recente tasso di crescita del PIL reale del 2%. Sebbene sia certamente possibile un soft landing, ossia riportare l'inflazione all'obiettivo senza causare una recessione, riteniamo che la probabilità di recessione sia un "testa o croce". La politica monetaria restrittiva dovrebbe rimanere in vigore per un periodo prolungato e rallentare l'attività economica nel tempo» è il commento di Tiffany Wilding, North American Economist di Pimco. In questo senso le preoccupazioni si riflettono sulle previsioni della domanda di greggio. Il rapporto settimanale Usa sulle scorte di petrolio - che ha temporaneamente fatto recuperare i prezzi grazie alla discesa delle scorte sopra le attese - ha segnalato però un tasso di attività delle raffinerie ai minimi da tre mesi che pone interrogativi sulle prospettive della domanda. Ma i prezzi del greggio stanno soffrendo anche la corsa del dollaro, valuta in cui sono denominati i contratti sul barile, che è ai massimi dell'anno.

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