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Salario minimo, cosa prevedono le proposte che uniscono le opposizioni ma hanno il no del governo

Quella del M5s, ferma restando l'applicazione generalizzata del CCNL, introduce, una soglia minima inderogabile (9 euro lordi all'ora). Quelle del Pd partono da un altro presupposto. Il salario minimo (non specificato nell’ammontare) è previsto solo per quei settori produttivi non coperti dalla contrattazione collettiva

di Andrea Gagliardi

Meloni: Governo non crede che salario minimo legale sia soluzione

3' di lettura

Quella sul salario minimo legale (presente in 21 Stati Ue) è una battaglia che unisce tutte le opposizioni. Non solo Pd e M5s ma anche il Terzo Polo. Un patto tra le opposizioni partendo dalle proposte concrete come quelle sul salario minimo lo ha proposto dal palco della Cgil di Rimini, il leader del M5S Giuseppe Conte. Eppure si tratta di una soluzione che non convince il governo. Lo ha ribadito mercoledì durante il question time la premier Giorgia Meloni («serve tagliare tasse sul lavoro. Questo modello più efficace rispetto a salario minimo»).

Proposte diverse

Parte la prossima settimana in commissione Lavoro alla Camera la discussione sul salario minimo. Quattro le proposte di legge depositate in commissione, tutte a firma delle minoranze: oscillano fra i 9 e i 10 euro le soglie di retribuzione proposte, con sanzioni per i datori che disattendano le norme. M5s e Pd hanno presentato ciascuno la sua proposta. Con non poche diversità tra loro. Quella M5s, calendarizzata in Commissione Lavoro alla Camera, a prima firma, Giuseppe Conte, cita nella relazione illustrativa, la proposta di direttiva europea relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea, ormai prossima all'approvazione definitiva. E ferma restando l'applicazione generalizzata del CCNL, a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, introduce, una soglia minima inderogabile (9 euro lordi all'ora).

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M5s: contratti collettivi spesso inadeguati

Si parte infatti dal presupposto che in alcuni settori, infatti, i minimi salariali fissati nei cosiddetti contratti collettivi nazionali non sembrano adeguati, alla luce delle disposizioni costituzionali e degli indicatori internazionali. E si citano alcuni esempi come: il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) del settore del turismo (dove il trattamento orario minimo è pari a 7,48euro), il CCNL delle cooperative nei servizi socio-assistenziali (in cui l'importo orario minimo ammonta a 7,18 euro), il CCNL per le aziende dei settori dei pubblici esercizi,della ristorazione collettiva e commerciale e del turismo (che stabilisce il minimo orario contrattuale in 7,28 euro) e il CCNL del settore tessile e dell'abbigliamento (che stabilisce una retribuzione minima pari a 7,09 euro per il comparto abbigliamento).

Contratti «pirata» nel mirino

E si punta l’indice sul proliferare dei cosiddetti contratti collettivi « pirata », ossia quei contratti collettivi – diffusi soprattutto in alcuni settori – stipulati da soggetti dotati di scarsa o inesistente forza rappresentativa, finalizzati a fissare condizioni normative ed economiche peggiorative per i lavoratori rispetto a quanto previsto dai contratti collettivi stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi, dando vita a dannosi fenomeni di distorsione della concorrenza.

Le proposte del Pd

Le proposte del Pd (una di Mauro Laus e un’altra di Debora Serracchiani) assegnate in sede Referente alla Commissione XI Lavoro, non citano una soglia minima inderogabile per il salario minimo. Anche se il Pd, più recentemente in una mozione discussa alla Camera a prima firma dell’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, ha però indicato la cifra di 9,5 euro all’ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali.

Salario minimo solo nei settori senza contrattazione collettiva

Entrambe partono da un altro presupposto. Il salario minimo è previsto solo per quei settori produttivi non coperti dalla contrattazione collettiva. Quanto all’ammontare, la proposta Serracchiani (che prevede multe per chi viola le norme da mille a 10mila euro per ciascun lavoratore) fissa che la retribuzione minima applicabile ai lavoratori sia individuata con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentito il CNEL e le parti sociali, tenuto conto dei livelli retributivi vigenti nei settori affini. Importi e modalità, nella proposta Laus sono determinati invece da una Commissione composta da dieci rappresentanti dei lavoratori dipendenti, da dieci rappresentanti delle imprese e dal presidente del CNEL, che la convoca e la presiede

Per Avs salario minimo a 10 euro

La proposta di legge di Avs, presentata anche nelle scorse legislature e a prima firma del leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, punta invece a fare sì che il trattamento economico minimo orario stabilito dal contratto collettivo nazionale non possa essere inferiore ai 10 euro lordi.

Proposta Terzo polo in itinere

Non c’è una proposta ancora del Terzo Polo sul salario minimo che la starebbe comunque mettendo a punto. In una mozione a prima firma Richetti presentata in Aula si faceva riferimento a un salario minimo legale inderogabile non inferiore ai 9 euro l’ora lordi nel caso in cui non faccia fede la contrattazione collettiva o per i lavori saltuari.

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