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Saldi estivi, l’appello da Yamamay a Ovs: posticipiamoli al 15 luglio

Cimmino (Yamamay): «È arrivato il momento di prendere atto che il calendario solare non può più essere allineato a quello commerciale». Appello condiviso da Douglas, Confimprese e Federdistribuzione

di Giulia Crivelli

(Imagoeconomica)

2' di lettura

«Il clima è cambiato, lo dicono gli scienziati e lo viviamo tutti, cittadini e imprese, nell’esperienza quotidiana. Vale per l’Europa e il mondo ed è arrivato il momento di prendere atto che il calendario solare non può più essere allineato a quello commerciale»: Gianluigi Cimmino, amministratore delegato di Yamamay e Carpisa lancia un appello a Governo e regioni perché l’inizio dei saldi estivi slitti di un paio di settimane o «almeno di dieci giorni».

Insieme ad altri protagonisti delle grandi catene della moda e in particolare a Stefano Beraldo, ceo di Ovs, e a Confimprese e Federdistribuzione, Cimmino propone che i calendari dei saldi del 2023 – e in prospettiva quelli dei saldi invernali – siano ripensati. «Era stato fatto nel 2021, per aiutare il settore a riprendersi dai lockdown legati al Covid: dopo mesi di chiusure le istituzioni centrali e regionali avevano capito che non si poteva ripartire dalle vendite a prezzo scontato, che per definizione contraggono i margini», aggiunge Cimmino. Nel 2022, sempre a proposito di eventi estremi, in maggio in molte regioni le temperature erano arrivate a 40 gradi e – ammette l’ad di Yamamay e Carpisa – «avevano dimenticato il problema dei calendari». Ma le temperature autunnali di questo maggio hanno riportato di attualità il tema: «Non vogliamo rincorrere il meteo anno per anno, ma trovare soluzioni condivise e di buon senso – spiega Cimmino –. Per l’inverno vale da parecchi anni lo stesso ragionamento: i saldi andrebbero spostati almeno a metà gennaio, perché l’abbigliamento invernale si inizia a vendere a novembre».

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Il rimbalzo del 2022 e dei primi mesi del 2023 ha portato aziende come Yamamay-Carpisa, Ovs e molte altre, ad esempio Rinascente, a investire in nuovi progetti e iniziative e assumere o formare molte persone, in maggioranza giovani: «Sono mosse che si possono fare quando i margini lo consentono – conclude Cimmino –. Non vogliamo difendere rendite di posizione, ma avere una visione di medio e lungo termine. Aggiungo che quest’anno, rispetto alla crisi legata al Covid, dobbiamo affrontare l’inflazione e, da qualche giorno, altre drammatiche emergenze in alcune regioni: solo il nostro gruppo, per dare un’idea, in questi giorni terrà chiusi 35 negozi dell’Emilia-Romagna». All’appello di Cimmino e Beraldo, spostandosi a un settore attiguo alla moda, si è unito Fabio Pampani, presidente e ceo Sud Europa della catena di profumerie Douglas, che in Italia ha 370 negozi e che, tradizionalmente, partecipa ai saldi.

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