ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùGiovedì in Cdm

Decreto Caivano: ammonimento del questore e daspo urbano per i minorenni dai 14 anni

Mille euro di multa ai genitori se il minore è ammonito. Aumentano controlli e sanzioni. Per vittime reati online possibile chiedere oscuramento a siti e social

Blitz Caivano, Piantedosi: Non sarà caso isolato

8' di lettura

Daspo urbano e ammonimento del questore anche per i minorenni che abbiano compiuto 14 anni. É quanto prevede il dl contro la criminalità giovanile sul tavolo del pre-Cdm. Prevista anche una stretta sulla detenzione di armi e sostanze stupefacenti da parte di minori che abbiano compiuto i 14 anni.

L’ammonimento del questore dai 14 anni

Ammonimento del questore per i minori che hanno compiuto i 14 anni in caso di risse, violenze, minacce e percosse ai danni di minorenni anche senza querela o denuncia da parte delle vittime. Nella bozza del decreto di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, giovedì 7 settembre in Consiglio dei ministri, si legge che al momento dell’ammonimento, «il questore convoca il minore, unitamente ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale». L’effetto dell’ammonimento cessa - precisa la bozza - al compimento dei 18 anni.

Loading...
Decreto Caivano, Garlatti: l’inasprimento del sistema penale non è la soluzione

Se il minore è ammonito 1000 euro multa a genitori

Nei confronti di chi «era tenuto alla sorveglianza del minore o all’assolvimento degli obblighi educativi è applicata la sanzione amministrativa pecuniaria da 200 euro a 1.000 euro, salvo che non provi di non aver potuto impedire il fatto».

Fino a 2 anni di carcere ai genitori se il figlio non frequenta la scuola obbligo

Stretta sul rispetto dell’obbligo scolastico, con una pena fino a 2 anni di carcere per i genitori e la perdita del diritto all’assegno di inclusione in caso di inadempienza. «Chiunque, rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore, omette, senza giusto motivo, di impartirgli o di fargli impartire l'istruzione obbligatoria è punito con la reclusione fino a due anni», si legge nella bozza, che stabilisce anche che «non ha diritto all'Assegno di inclusione il nucleo familiare per i cui componenti minorenni non sia documentata la regolare frequenza della scuola dell'obbligo». Dagli istituti penali minorili possono essere allontanati i detenuti che abbiano compiuto i 21 anni se questi creano problemi all’ordine e alla sicurezza delle strutture.

Daspo urbano: le regole

Il daspo urbano è previsto dall’articolo 2: «qualora le persone indicate nell'articolo 1 siano pericolose per la sicurezza pubblica e si trovino in un comune diverso dai luoghi di residenza o di dimora abituale, il questore, con provvedimento motivato, può ordinare loro di lasciare il territorio del medesimo comune entro un termine non superiore a quarantotto ore, inibendo di farvi ritorno, senza preventiva autorizzazione, per un periodo non inferiore a sei mesi e non superiore a quattro anni. Il provvedimento è efficace nella sola parte in cui dispone il divieto di ritorno nel comune, nel caso in cui, al momento della notifica, l'interessato abbia già lasciato il territorio del comune dal quale il questore ha disposto l'allontanamento».

Per la rieducazione anche lavori socialmente utili gratis

All’articolo 8 della bozza di decreto è previsto un percorso di rieducazione del minore. «Il pubblico ministero - si legge nella bozza - nel caso di reati per i quali è prevista la pena detentiva non superiore nel massimo a cinque anni di reclusione ovvero la pena pecuniaria, sola o congiunta alla predetta pena, notifica al minore e all'esercente la responsabilità genitoriale l'istanza di definizione anticipata del procedimento subordinata alla condizione che il minore, con l'accordo dell'esercente la responsabilità genitoriale, acceda a un percorso di reinserimento e rieducazione civica e sociale sulla base di un programma rieducativo che preveda, sentiti i servizi minorili di cui all'articolo 6 e compatibilmente con la legislazione sul lavoro minorile, lo svolgimento di lavori socialmente utili o la collaborazione a titolo gratuito con enti no profit o lo svolgimento di altre attività a beneficio della comunità di appartenenza, per un periodo compreso da uno a sei mesi’».

Divieto uso cellulari per 14enni condannati

Divieto d’uso totale o in parte di cellulari o utilizzo di piattaforme e servizi online per i minori che hanno compiuto i 14 anni se raggiunti da avviso orale da parte del questore e «condannati, anche con sentenza non definitiva, per uno o più delitti contro la persona, il patrimonio ovvero inerenti alle armi o alle sostanze stupefacenti». Il divieto, si legge ancora nella bozza del decreto, non può superare i due anni.

Per vittime reati online possibile chiedere oscuramento a siti e social

Possibilità per chi è vittima di un reato consumato online di chiedere l’oscuramento o la rimozione dei propri dati ai siti e ai sociali. «La vittima di un reato commesso per via telematica - si legge nella bozza di decreto - può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un'istanza per l'oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato personale riguardante i fatti di reato di cui è stato vittima, diffuso nella rete internet, previa conservazione dei dati originali, anche qualora la condotta, da identificare espressamente tramite relativo uniform resource locator (Url), non integri le fattispecie previste dall'articolo 167 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, ovvero da altre norme incriminatrici». E qualora, entro le ventiquattro ore successive al ricevimento dell'istanza «il soggetto responsabile non abbia comunicato di avere assunto l'incarico di provvedere all'oscuramento, alla rimozione o al blocco richiesto, ed entro quarantotto ore non vi abbia provveduto, o comunque nel caso in cui non sia possibile identificare il titolare del trattamento o il gestore del sito internet o del social media, l'interessato - prevede il testo della bozza - può rivolgere analoga richiesta, mediante segnalazione o reclamo, al Garante per la protezione dei dati personali».

Più fondi per docenti a scuole del Sud, 32 milioni entro il 2025

La bozza di decreto prevede anche fondi a disposizione delle scuole del Mezzogiorno, con uno stanziamento totale di 32 milioni tra quest’anno e il 2025. «Al fine di potenziare l'organico dei docenti per l'accompagnamento dei progetti pilota del piano ’Agenda Sud’ - si legge nella bozza - è autorizzata per gli anni scolastici 2023/2024 e 2024/2025 la spesa di 6.400.000 euro per l'anno 2023, 16.000.000 euro per l'anno 2024 e 9.600.000 euro per l'anno 2025». Inoltre «dal 1° gennaio 2024, al fine di ridurre i divari territoriali, contrastare la dispersione scolastica e l'abbandono precoce, nonché prevenire processi di emarginazione sociale, è istituito un Fondo».

Il piano per Caivano

Il decreto prevede un piano di interventi infrastrutturali e di riqualificazione per 30 milioni di euro per il Comune di Caivano e un commissario straordinario per la sua attuazione. «Al fine di fronteggiare le situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile presenti nel territorio del Comune di Caivano - si legge nella bozza - il Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri predispone, d'intesa con il Comune di Caivano, un piano straordinario di interventi infrastrutturali o di riqualificazione nell'ambito del territorio del predetto Comune. Con delibera del Consiglio dei ministri, viene approvato il piano degli interventi di cui al primo periodo e viene nominato un Commissario straordinario con il compito di procedere alla sua attuazione, con assegnazione delle relative risorse nel limite complessivo di euro 30 milioni».

Caivano, Meloni: "Mai più zone franche"

Garlatti: abbassare l’età imputabile non serve

«Abbassare l'età imputabile non serve. Già oggi il minorenne che ha meno di 14 anni e commette reato può essere convocato davanti a un giudice. Inoltre, ove ne ricorrano le condizioni, può essere destinatario di interventi di sostegno che includano anche la sua famiglia. Nei casi più gravi anche il minore di 14 anni può essere destinatario di misure di sicurezza basate sulla sua pericolosità sociale», ha osservato l’Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza Carla Garlatti, che ha scritto una nota alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni (video) alla vigilia di un Consiglio dei ministri. «Occorre pensare a sanzioni penali su misura per i minorenni, diverse da quelle degli adulti e parametrate alla gravità del fatto – ha affermato Carla Garlatti - come, per esempio, l'obbligo di svolgere servizi per la collettività. Ancora, nell'ottica del recupero e del reinserimento del minorenne, oltre che del contrasto alla recidiva, va valorizzata la giustizia riparativa, che offre strumenti che consentono all'autore del reato di comprendere la gravità delle proprie azioni, anche in relazione alla sofferenza di una vittima che finalmente non è più sola e trova supporto». Per Garlatti «non si può avere soltanto un approccio di tipo repressivo: il ragazzo che sbaglia va certamente punito, ma questo non basta. È necessario in primo luogo investire nella prevenzione, rafforzando gli interventi educativi - in particolare nelle zone a maggior criticità - valorizzando il lavoro di rete tra scuole, autorità giudiziaria e servizi del territorio, creando percorsi di presa in carico che supportino l'intero nucleo familiare. Questo sempre che il contesto familiare non risulti dannoso per lo sviluppo e il futuro del ragazzo: infatti è chiaro che quando l'ambiente è permeato da una cultura dell'illegalità, come avviene nelle famiglie che appartengono alla criminalità organizzata, l'unico modo per sottrarlo a un destino già segnato e per mostrargli che può esistere un altro tipo di vita, è quello di è allontanarlo».

Salvini: giovedì in cdm decreto sulle baby gang

Il cosiddetto decreto Caivano sarà in Consiglio dei ministri giovedì 7 settembre. «Conto che in Consiglio dei ministri domani ci sia un un provvedimento a proposito di baby gang e delinquenza minorile, che aumenta i controlli e le sanzioni. Abbassare l’età per essere imputabili è utile perché il 14enne che gira con un coltello o con una pistola, è capace di intendere e volere e se sbaglia, se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un 50enne». Lo ha sottolineato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, a Rtl 102.5, aggiungendo che il provvedimento «era già pronto da tempo perché i decreti non si fanno in un quarto d’ora». Salvini ha anche ribadito che il blitz interforze a Caivano - 400 uomini impegnati, nel corso del quale sono anche stati sequestrati proiettili per kalashnikov - non è stato «uno show».

Strage di Brandizzo: se c’è errore, c’è il licenziamento anche nel pubblico

Sulla strage di Brandizzo il vicepremier ha detto: «Chiederò che se a nome del pubblico qualcuno ha sbagliato paghi. Non faccio il magistrato, c’è una inchiesta in corso però il licenziamento non può essere solo nel settore privato, se c’è un errore e in questo caso con 5 vittime, non è un errore di contabilità». Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha detto che «se verrà confermato quello che sta emergendo, che è al di fuori di ogni regola e logica, chiederò all’azienda competente di prendere evidenti provvedimenti», ha rimarcato Salvini. «Non c’è nessuna consuetudine di andare a morire sui binari».

La legge elettorale per le europee ora non si cambia

«La legge è questa e non cambia: si voterà il prossimo giugno e non è serio cambiare la legge elettorale per le europee un anno prima delle elezioni. L’ultima delle preoccupazioni mie, della Lega e del governo è cambiarla, per fare più confusione. Quella è e quella rimane», ha detto il vicepremier Matteo Salvini nell’intervista. «Leggevo su qualche giornale che staremmo parlando della legge elettorale per le elezioni europee, ma - afferma Salvini - figurati se con tutti i problemi che abbiamo da risolvere abbiamo tempo da perdere o da dedicare alla legge elettorale per le europee, alle soglie di sbarramento, pura fantasia».

Brandizzo, Salvini: "Anche solo un incidente è di troppo"

Europee: mai proposto una candidatura a Vannacci

«Non ho mai incontrato di persona il generale Vannacci, magari lo farò, non gli ho mai proposto una candidatura per le europee, anche questo è il calcio mercato estivo per occupare le pagine», ha affermato Salvini nel corso dell’intervista tornando sulle polemiche per le frasi del generale Roberto Vannacci contenute in un libro autoprodotto. «Mi sono impegnato a leggere il libro, poi ci saranno dei passaggi che condividerò, ne ho letto degli stralci sulla giustizia, sull’immigrazione, sulla sicurezza, ce ne saranno altri che non condividerò, perché l’omosessualità non è qualcosa contro natura, ma è qualcosa che è. Però la libertà per me viene prima di tutto», ha detto Salvini che ritiene sbagliato «il linciaggio di un generale della Folgore che ha portato alto l’onore dell’Italia all’estero. Non penso che sia lui il problema dell’Italia».

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti