le reazioni politiche

Salvini: grazie Trump per averlo eliminato. Meloni: no a tifo da stadio

L'M5S invoca una linea comune dell'Ue per scongiurare conflitti. Delrio: si rischia una drammatica e incontrollata esplosione della tensione nell'area

di Nicola Barone

In migliaia in piazza a Teheran contro i “crimini” Usa

3' di lettura

C'è preoccupazione nell'esecutivo dopo l'uccisione del generale Qassami Soleimani. Per la Farnesina «nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilità», dal momento che «nuovi focolai di tensione non sono nell'interesse di nessuno e rischiano di essere terreno fertile per il terrorismo e l'estremismo violento». In seguito all'accaduto sono state innalzate le misure di sicurezza dei contingenti dove operano i soldati italiani e inoltre sono stati limitati al minimo gli spostamenti al di fuori delle basi. «Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell'Italia e dell'Unione Europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell'Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà». Nel mondo politico italiano a reagire così, tra i primi, è il segretario della Lega Matteo Salvini.

Giorgia Meloni: fase complessa, no a tifo da stadio
Più sfumata la posizione di Giorgia Meloni, secondo cui «la complessa questione mediorientale, in cui si innesta la rivalità tra Iran e Arabia Saudita, non merita tifoserie da stadio ma necessita di grande attenzione». La leader di Fratelli d'Italia esprime «la più ferma condanna al gravissimo assalto all'ambasciata statunitense in Iraq e una forte preoccupazione per le conseguenze della reazione americana che ne è seguita».

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M5S invoca azione dell'Ue per scongiurare conflitti
Si è fatta «grave» la situazione nel ragionamento fatto dai presidenti delle commissioni Esteri e Difesa della Camera, Marta Grande e Gianluca Rizzo. E questo rende opportuno che il governo rafforzi il proprio impegno per affrontare la crisi. «Occorre trovare una linea comune a livello europeo con l'obiettivo di scongiurare l'ipotesi di una escalation di violenza. Oggi più che mai è necessario intervenire diplomaticamente al fine di evitare l'insorgere di nuovi conflitti e mantenere la stabilità della regione».

Pd: Italia promuova l'iniziativa comune
Anche da parte del capogruppo democratico a Montecitorio Graziano Delrio l'invito è per «un'iniziativa dell'Unione europea che coinvolga quanti hanno a cuore la pace non solo in quella terra martoriata», azione in cui dovrà essere necessariamente in prima linea. L'eliminazione del generale può infatti «innescare una drammatica e incontrollata esplosione della tensione nell'area mediorientale indebolendo le ragioni dei moderati in Iran e in tutti i paesi dell'area. E sarebbe oltremodo grave se tutto ciò avvenisse per calcoli elettorali interni. A questo punto è urgente che l'intera comunità internazionale si attivi realmente per evitare che il rischio di nuovi tragici conflitti si muti in devastante realtà». Gennaro Migliore, capogruppo di Italia Viva in Commissione Esteri alla Camera, che chiede l'immediata convocazione del Parlamento per riferire sulle crisi libiche e sulle conseguenze dell'uccisione del generale iraniano Soleimani. «Il 2020 della politica italiana è iniziato con sterili discussioni da cortile. Quello che sta accadendo in Libia e in Medio Oriente dovrebbe farci cambiare passo e chiamare l'Italia - e l'Europa - a tornare ad avere un
ruolo in politica estera», scrive su Twitter l'ex premier Matteo Renzi.

Forza Italia: Trump comprensibile ma evitare escalation
Per come vede le cose Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, l'attacco Usa con l'uccisione del generale Soleimani, «un uomo potente e pericoloso che aveva più volte affermato di voler "punire" l'America», è «comprensibile». Ciò on quanto «da anni l'Iran tiene sotto scacco il Medio Oriente e alimenta, in modo scientifico, la tensione. Lo scorso luglio i Guardiani della Rivoluzione iraniana avevano sequestrato una petroliera britannica con 23 persone a bordo nello Stretto di Hormuz. Qualche giorno fa centinaia di manifestanti iracheni filo-iraniani hanno preso d'assalto l'ambasciata americana a Baghdad, cantando "morte all'America"». Ma arrivati al punto attuale occorre attivare un canale contro una escalation, «anche perché abbiamo i nostri militari impegnati in Medio Oriente. Ed è a loro che va il nostro pensiero».

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