contro il World Economic Outlook

Salvini, Di Maio e Tria contro il Fmi: è il Fondo una minaccia

2' di lettura

Il vicepremier Matteo Salvini sulle barricate contro il Fondo monetario internazionale, “reo” di aver tagliato le stime di crescita dell'economia italiana per il 2019 dall'1% di ottobre allo 0,6%, inserendoci tra i principali fattori di rischio globali nella versione aggiornata del World Economic Outlook. «L'Italia minaccia e rischio per l'economia globale? Piuttosto - attacca Salvini - è il Fmi che è una minaccia per l'economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri». Parole dure, come quelle usate dall'altro vicepremier, Luigi Di Maio, il 18 gennaio, quando replicò con toni critici all’identica stima al ribasso, questa volta di Bankitalia, con la prospettiva di una “recessione tecnica”. «Non è la prima volta - ironizzò Di Maio - sono diversi anni che non ci prende». Poi Di Maio ha commentato anche l’outlook del Fmi: «Non arretriamo, di fronte a chi addirittura definisce l’Italia una delle cause della recessione economica. Non lo possiamo accettare. Se pensano che con qualche dato possano scoraggiarci si sbagliano: indietro non si torna».

Anche il ministro dell’Economia, Tria, prova a gettare acqua sul fuoco sugli allarmi che provengono dalle istituzioni finanziarie, il Fmi in particolare, e più o meno con gli stessi argomenti del vicepremier Di Maio: «Non credo che l’Italia sia un rischio né per l’Ue né globale», in realtà il rischio viene dalle politiche consigliate dal Fmi». Per Tria, il Fmi e la Commissione Ue non si accorgono che «per voler accumulare mezzi per reagire alla crisi si crea la crisi».

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Forza Italia: cambiare radicalmente le ricette economiche
L’opposizione, invece, prende spunto dalla stima pessimistica del Fmi per attaccare il Governo. Dal centrodestra d’opposizione si alaza la voce della vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia Mara Carfagna che chiede all'esecutivo di «cambiare radicalmente le sue ricette economiche» a fronte di un «crollo» della crescita «che avrà un impatto sul mercato del lavoro e che rischia di essere ulteriormente aggravato dalle nuove tasse». Renato Brunetta, altro deputato azzurro, ricorda che «la minor crescita comporta che il rapporto deficit/Pil per il 2019 dovrebbe aumentare al 2,4%, ovvero oltre l'obiettivo fissato dalla Commissione». Una buona ragione perchè si renda necessaria una manovra correttiva «quantificabile tra i 4 e i 7 miliardi di euro, già dalla prossima primavera».

GUARDA IL VIDEO: Fmi taglia le stime del Pil italiano

Magorno (Pd): Governo apra occhi, altro che boom economico
A sinistra, a commentare i dati del Fmi è invece un tweet del senatore dem Ernesto Magorno. «Anche il Fmi taglia le stime di crescita dell'Italia. Fa paura l'atteggiamento del governo che invece di prendere atto della gravità della situazione riesce solo a rispondere con la teoria di Di Maio secondo cui un boom economico è dietro l'angolo. Aprite gli occhi e fermatevi!», si legge nel post.

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