la decisione

Salvini ora dice sì alla cittadinanza per Ramy. «È come mio figlio»

di Nicola Barone

Ramy Shehata con suo padre Khalid

2' di lettura

«Sì alla cittadinanza a Ramy perché è come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese, ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superare». Questa dunque la conclusione cui è pervenuto il vicepremier Matteo Salvini a proposito del tredicenne che ha dato l'allarme ai carabinieri dal bus sequestrato a San Donato Milanese.

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Nelle ultime ore si era fatta fortissima la pressione sul leader del Carroccio per un gesto che desse simbolicamente riconoscimento all'atto di eroismo del ragazzo. Ora, a questione risolta, anche Luigi Di Maio si rallegra. «Nei giorni scorsi avevo inviato una lettera proprio ai ministeri competenti per chiedere loro di conferire la cittadinanza per meriti speciali al piccolo Ramy. Sono felice di aver convinto anche Salvini sulla cittadinanza a questo bambino».

Sono cinque gli allievi della scuola media "Vailati" e dodici i carabinieri invitati formalmente al Viminale, per via del ruolo avuto nel salvare la vita agli occupanti del bus. Si tratta di Adam, che dopo aver nascosto il telefonino al terrorista, è riuscito a chiamare i carabinieri, fornendo indicazioni utili; Aurora, che, presa in ostaggio, «manteneva calma e sangue freddo»; Fabio, che ha parlato con il terrorista, cercando di dissuaderlo e tranquillizzarlo; Nicolò, che si è offerto come ostaggio, dopo la richiesta del terrorista; e naturalmente Ramy.

GUARDA IL VIDEO - Terrore sul bus, la telefonata al 112 fatta da uno degli studenti

La cittadinanza italiana può essere concessa allo straniero anche quando questi «abbia reso eminenti servizi all'Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato». A norma dell'articolo 9, comma 2, della legge 91/1992 cui fa capo la disciplina in materia di cittadinanza è la fattispecie che ricorrerebbe nel caso di Ramy Shehaha e Adam El Hamami, i due piccoli (di origine egiziana il primo, marocchina il secondo, entrambi nati in Italia) che hanno dato l'allarme dal mezzo dirottato. Tecnicamente la concessione della cittadinanza per merito avviene con decreto del presidente della Repubblica, «sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'Interno, di concerto con il ministro degli Affari esteri».

Nel caso di Ramy e Adam si tratterebbe del primo caso di concessione della cittadinanza per «eminenti servizi all'Italia» a minorenni. L'unico precedente che però non si è concretizzato ha riguardato il piccolo Alfie Evans, affetto da una grave malattia, cui è stata concessa per consentirgli di essere trasferito per cure in Italia. Anche se Alfie sarebbe poi morto subito dopo nella sua stanza d'ospedale a Liverpool.

La cittadinanza ad un minore porrebbe il problema del rapporto giuridico con i genitori che non hanno la cittadinanza italiana. I tecnici hanno ragionato anche sulla possibilità di estendere al nucleo familiare la cittadinanza nel caso dei ragazzini del bus, ma i precedenti penali di un componente hanno bloccato l'ipotesi. La strada seguita sembra pertanto quella di limitare la concessione al solo minorenne.

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