Orlando: «Voglio difendere diritti umani»

Salvini ai sindaci ribelli: Dl sicurezza è legge dello Stato. E Di Maio si allinea

di Vittorio Nuti

Scontro aperto fra Salvini e i sindaci: 'Si dimettano'

3' di lettura

«Per me la polemica non esiste, c'è una legge dello Stato, firmata dal presidente della Repubblica, applicata dal 99% dei sindaci». In visita a Chieti il ministro dell'Interno Matteo Salvini torna sullo scontro in corso con alcuni sindaci sul decreto sicurezza e immigrazione. Un muro contro muro polemico innescato due giorni fa dal primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, deciso a far disapplicare dall'ufficio Anagrafe cittadino l'articolo 13 del decreto che vieta l’iscrizione all’Anagafe dei titolari di permesso di soggiorno per richiesta d'asilo. Una misura che Orlando considera incostituzionale e in violazione dei diritti umani, perchè senza l’iscrizione all'Anagrafe i migranti rimangono privi di residenza e non possono richiedere la carta di identità e si rimane privi di residenza.
«C'è qualche sindaco incapace - ha sottolineato il ministro - che siccome non sa gestire Palermo, Napoli, Firenze e altre città, si inventa polemiche che non esistono. Immigrati regolari e perbene, i profughi veri, avranno più tutele con questo decreto; i furbetti e i finti profughi, spacciatori e stupratori, tornano a casa loro». Già ieri Salvini aveva attaccato i “ribelli”: «È finita la pacchia. Se qualche sindaco non è d'accordo si dimetta. Traditori degli italiani, rispettino la firma di Mattarella».

Sit in solidale per Orlando: «Voglio difendere diritti umani»
A Salvini Orlando ha risposto a stretto giro. «Voglio difendere i diritti umani dei migranti, che sono persone», ha spiegato parlando a centinaia di persone riunite davanti a palazzo delle Aquile a Palermo per un sit in di solidarietà. «Al nervosismo del ministro rispondo che ho esercitato le mie funzioni di sindaco: ho sospeso l'applicazione di norme di esclusiva competenza comunale che potevano pregiudicare i diritti umani dei migranti».«E adesso - ha concluso il sindaco - mi rivolgerò all'autorità giudiziaria perché, in quella sede, il caso possa essere rimesso alla Corte costituzionale che giudicherà la legittimità o l'illegittimità costituzionale di norme che hanno un sapore certamente disumano e criminogeno».

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L’Anagrafe di Palermo: pime richieste esaminate il 28 gennaio
L'Anagrafe di Palermo, dopo la direttiva del sindaco del 21 dicembre (ma trasmessa all'ufficio solo a inizio anno) che “congela” per gli stranieri coinvolti «qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali con particolare, ma non esclusivo, riferimento alla procedure della residenza anagrafica», ha iniziato ad applicare il nuovo corso in modo prudente. E i primi appuntamenti per esaminare le richieste di residenza di extracomunitari (10 quelle presentate oggi da cittadini del Bangladesh e del Ghana) sono stati fissati solo a partire dal 28 gennaio.

Di Maio ai sindaci ribelli: «Decreto Sicurezza è legge dello Stato»
Intanto sulla querelle si registra l’allineamento sul Viminale dell’altro vicepremier e leader politico del M5S, Luigi Di Maio, nonostante o forse proprio a causa dei malumori che serpeggiano all’interno del Movimento per gli effetti del decreto Sicurezza. La legge 132/2018, ha ricordato Di Maio parlando ad Alleghe, «è una legge dello Stato e nessun governo dirà mai a un sindaco di disobbedire». e «come governo non lo diremo, perché abbiamo sostenuto questo decreto e lo portiamo avanti. Questa è solo una boutade politica». Se poi, come annunciato da alcuni sindaci ci saranno ricorsi «che in via incidentale andranno alla Corte costituzionale, allora sarà la Corte a giudicare il decreto, ma quello che sto vedendo in queste ore è solo la strumentalizzazione di un tema».

Il confronto con l’Anci e il tentativo di mediazione di Conte
Dalla parte di Orlando si sono schierati in questi giorni i sindaci di Napoli, Firenze, Parma, Reggio Calabria e l'amministrazione di Milano. Altri 30 invece si schierati a difesa dell'applicazione del decreto sicurezza, facendo pressing sull’Anci - che sul tema sollecita un tavolo di confronto con il Governo - per evitare che l'associazione che rappresenta i primi cittadini venga usata strumentalmente per sostenere posizioni politiche. Ieri il presidente e dindaco di Bari Antonio Decaro ha annunciato per il 10 gennaio la convocazione di una nuova riunione del comitato direttivo Anci «per discutere in modo franco e aperto, come nostro solito» del tema sicurezza come delle criticità della legge di bilancio. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tentato ieri di proporsi come figura di conciliazione tra le parti facendo trapelare da fonti di Palazzo Chigi da un lato il suo appoggio a Salvini («inaccettabile non applicare una legge dello Stato») dall’altro l’apertura all’ipotesi di un confronto con l’Anci per ridiscutere il decreto («ben venga»). Apertura però subito bloccata da Salvini: «Con tutta la buona volontà il decreto sicurezza lo abbiamo già discusso, limato per tre mesi e migliorato»,

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