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San Marino sul mercato dei capitali: arriva il Titano bond

Prima emissione sovrana della storia per la micro Repubblica. Per un ammontare fino a 500 milioni. L’appetito degli investitor per gli High Yield

di Simone Filippetti

San Marino capitale dell'innovazione con i big della tecnologia

3' di lettura

LONDRA - La Repubblica di San Marino si prepara a lanciare il suo primo «Titano Bond». L’estate del Covid rimarrà nella storia della piccola nazione come quella del debutto sul mercato dei capitali. A metà luglio sarà collocato sul mercato il primo titolo sovrano della sua storia secolare. Dopo anni di tentativi, questa sembra la volta buona: è da almeno il 2015 che lo Stato ha sul tavolo il progetto di un’emissione sovrana.

Sondaggi a Londra

Una banca d’affari internazionale sta sondando il terreno, a Londra, per capire accoglienza e appeal del «Titano Bond», il titolo del debito sovrano, una novità assoluta per la repubblica incastonata sul monte Titano. Il futuro del debutto di San Marino tra i «sovereign» si deciderà nel giro di poche settimane: il Parlamento si riunisce per approvare varare una modifica alla Legge di Bilancio per 500 milioni. Una delega ampia, che però poggia sul pilastro di titoli di stato da lanciare sul mercato.

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Fino a oggi, il mini paese, coi su 69 chilometri quadrati di superficie e i suoi 33mila abitanti, si è sempre auto-finanziato e il debito pubblico è stato sulle spalle dei cittadini. San Marino aveva in passato collocato titoli ai cittadini della Rocca. Ma il 2020 sarà l’anno del gran salto sul mercato internazionale: il debutto che segna una pietra miliare per la finanza pubblica di San Marino è anch’esso un effetto della pandemia. Pur microscopica, anche la Repubblica del Titano si trova a fronteggiare una maggiore necessità di spesa, peraltro dopo una stagione non semplice.

L’impatto della pandemia

Come tutti i paesi del mondo, il Governo della Rocca vedrà un’impennata del debito: nel 2020 il rapporto tra Deficit e Pil, atteso al 2,4%, salirà al 20%, secondo le stime degli analisti. Il nuovo governo, insediato a gennaio 2020, sta affrontando la crisi con un pacchetto da 150-200 milioni di aiuti per il paese.

Oltre a finanziarsi sui mercati internazionali, San Marino sta valutando anche altre soluzioni innovative, come lanciare una sorta di «fiscovaluta»: nella nuova sessione il Consiglio Grande e Generale (il locale parlamento) dovrà, infatti, pronunciarsi su un disegno di legge predisposto dalla maggioranza di Governo che ha definito il perimetro dei «Certificati di Compensazione Fiscale», i Ccf: sono una sorta di moneta fiscale, dei titoli di credito emessi dallo Stato con i quali lo Stato garantisce uno sconto fiscale equivalente al valore nominale del titolo, circolanti su un sistema di scambio interno. Lo strumento sarebbe un generatore di liquidità per aiutare famiglie e aziende in difficoltà a seguito della recessione da Covid: è un esperimento per alcuni aspetti simile al Sardex, la «moneta» complementare introdotta in Sardegna.

Fame di High Yield

Tornando alla prima emissione sovrana di San Marino, a cui potrebbero seguirne altre, magari con strutture diverse, l’ammontare dipenderà dall’andamento del pre-marketing. In teoria, il governo avrà disponibilità fino a 500 milioni, ma è probabile che l’importo venga suddiviso in più tranche. Il tasso di interesse offerto ai sottoscrittori verrà deciso in base all’appetito degli investitori e alle condizioni di mercato. A inizio aprile, in piena pandemia, l’agenzia di rating Fitch aveva abbassato il giudizio da Tripla B- a Doppia B, cosa che si rifletterà sul rendimento. Sotto la soglia della Tripla B, infatti, si entra nel girone dei titoli «High-Yield», con alti tassi di interesse, a fronte di un rischio maggiore.

Ma in epoca di tassi negativi, il costo del funding per San Marino potrebbe essere allettante. Il mercato è affamato di rendimenti e, e si guarda anche alle emissioni High Yield. In altri tempi, quando un paese Tripla A garantiva sicurezza e rendimenti, la bocciatura sotto la soglia dell’Investment Grade sarebbe stata una tegola. Oggi, invece, con la spasmodica ricerca di ritorni che non siano lo zero virgola, il primo titolo sovrano di San Marino potrebbe avere gli ingredienti di un successo.

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