San Pellegrino accoglie l’invito di Gucci e si unisce alla sfida per ridurre le emissioni
Alla fine del 2019 Marco Bizzarri, ad della maison del gruppo Kering, si era appellato alle aziende di ogni settore a intensificare gli sforzi per diminuire l’impatto sull’ambiente
di Giulia Crivelli
I punti chiave
4' di lettura
A novembre 2019, prima che la pandemia sconvolgesse il pianeta, il presidente e ceo di Gucci, Marco Bizzarri, pubblicò una lettera aperta agli amministratori delegati di aziende attive in ogni settore per unirsi alla “ Ceo Carbon Neutral Challenge ” e affrontare nell’immediato il problema dell'ambiente. Propose di concentrarsi sulla riduzione delle emissioni di gas serra come priorità. Un invito ma anche una sfida, poiché svolte come la carbon neutrality richiedono tempo e investimenti: in attesa di progressi e innovazioni tecnologiche Bizzarri sostiene che le aziende dovrebbero assumersi la responsabilità di tutte le emissioni da loro generate, compensando le emissioni totali all'interno delle loro attività aziendali e nell'intera supply chain attraverso soluzioni che supportano la conservazione e il ripristino della natura.
Le ragioni di Sanpellegrino
In questi due anni a Gucci si sono unite aziende di molti settori, da Sap a The RealReal, passando da Lavazza Group e Levin Sources e oggi si aggiunge Sanpellegrino. «Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito di Marco Bizzarri ad aderire alla Ceo Carbon Neutral Challenge perché crediamo che l'unico modo per affrontare il cambiamento climatico, ripristinare la biodiversità e salvaguardare il pianeta, sia lavorare tutti insieme con l'obiettivo di ridurre le emissioni generate – spiega Stefano Marini, ceo del gruppo Sanpellegrino (foto in alto) –. Da diversi anni siamo impegnati in un percorso di sostenibilità, che nel 2022 raggiungerà una tappa importante con l'annullamento delle emissioni di CO2 dei nostri principali brand, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima e bibite Sanpellegrino. Ma crediamo che sia giunto il momento di ampliare la portata delle nostre azioni collaborando per creare e condividere soluzioni efficaci a gestire responsabilmente le risorse e, allo stesso tempo, preservare e ripristinare la natura. È un atto di responsabilità verso il nostro pianeta e verso le generazioni future – aggiunge Marini –. Sono sicuro che la nostra condivisione di valori, quali leader di aziende riconosciute come simbolo del made in Italy nel mondo, ci porterà a tagliare nuovi importanti traguardi sul fronte della sostenibilità.»
Gli obiettivi già raggiunti
Sul fronte della produzione, Sanpellegrino ha introdotto misure che hanno permesso di ridurre di circa il 60% le emissioni di CO2 negli ultimi 9 anni. Ha lavorato sull’alleggerimento del packaging ed è stata una delle prime aziende in Italia a realizzare bottiglie di plastica riciclata al 100%. Inoltre dal 2016 Sanpellegrino ha aderito, in qualità di socio fondatore, a Coripet, il Consorzio volontario senza scopo di lucro riconosciuto dal ministero dell’Ambiente, che si propone di incrementare i livelli di raccolta e riciclo delle bottiglie in Pet e creare un modello di economia circolare attraverso l’implementazione della filiera chiusa “bottle to bottle”.
L’impegno sulla logistica
Nel campo della logistica, Sanpellegrino è da anni in prima linea nella riduzione delle emissioni legate al trasporto, attraverso il miglioramento delle performance logistiche, l'ottimizzazione dei carichi e l'impiego di mezzi alimentati a Gnl, un combustibile fossile a più bassa intensità di carbonio. Per ridurre le emissioni di un ulteriore 6% entro il 2025, il gruppo investirà oltre 4 milioni di euro all’anno nell’utilizzo di biocarburanti, sia per il trasporto via terra che marittimo.
L’auspicio di Marco Bizzarri
«Sono sempre più numerose le aziende che riconoscono l'importanza di rendere conto di tutte le emissioni generate dalle loro attività con un’azione immediata, che non si esaurisce nella riduzione delle emissioni o nella sottoscrizione di obiettivi a lungo termine che rischiano di non essere incisivi – commenta Marco Bizzarri –. Come aziende abbiamo la responsabilità delle emissioni dell'intera catena di fornitura, che rappresentano la maggior parte della nostra impronta, e di agire al tempo stesso per preservare la natura. La Challenge vuole creare una via verso un’economia net zero, positiva per la natura.»
La sostenibilità come visione “olistica” di Gucci
Per Gucci l’impegno sui temi di quella che una volta si chiamava “corporate social responsibility” assume molte forme, dall’ambiente al sociale alla governance. L’ultimo esempio in ordine di tempo è dello scorso 11 ottobre, giorno in cui ogni anno si celebra la Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze. Lunedì Gucci ha presentato l’ultimo numero di CHIME Zine, la pubblicazione periodica che dà voce ad attivisti e artisti di tutto il mondo impegnati nella lotta per l'uguaglianza di genere . I contributi del nuovo numero, curato dall'attivista e autore Adam Eli con la direzione artistica della visual artist MP5, includono: una conversazione con Judy Heumann, Chella Man e Andraéa LaVant sulle questioni di genere e il movimento delle persone con disabilità; un saggio di Noura Erakat sulla Palestina e la questione femminile; un’intervista di Paxton Smith alle cineaste Maya Cueva e Leah Galant sul loro film On the divide, incentrato sull’ultima clinica per aborti al confine tra Stati Uniti e Messico; un resoconto in prima persona dall’Uganda da parte di mothers2mothers, Ong africana che offre servizi sanitari e istruzione alle donne e alle loro famiglie nell'Africa subsahariana; un articolo della scrittrice italiana Ariman Scriba sull’impatto dell’ambiente esterno sulla salute mentale; una compilation speciale di Mahila Zine dall'India; un articolo di Omna Tigray sullo stupro come strumento di guerra in Etiopia e opere d’arte dell’artista multidisciplinare afgana Kubra Khademi, della graphic designer palestinese Hiba Walid Yassine e dell’artista contemporanea indiana Varnita Sethi.
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