Sanatoria in vista per autovelox non omologati
Il decreto Infrastrutture parificherà approvazione e omologazione
di Maurizio Caprino
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Sembra destinato a chiudersi il fronte più caldo degli ultimi anni nei ricorsi contro le multe stradali, soprattutto quelle per eccesso di velocità: quello della mancata omologazione dell’apparecchio con cui l’infrazione è stata rilevata. Nella bozza del prossimo decreto Infrastrutture, che è in attesa del varo, il Codice della strada viene modificato nelle parti in cui consente la rilevazione da remoto delle infrazioni (quella effettuata da dispositivi fissi non presidiati da agenti) soltanto se si utilizzano apparecchi debitamente omologati.
Questa formulazione, se interpretata in modo letterale, taglia fuori tutti i misuratori di velocità, in quanto tutti quelli in uso non sono omologati, bensì approvati. È l’articolo 192 del Regolamento di esecuzione del Codice che non consente di fare diversamente: un’omologazione si può rilasciare solo quando esistono specifiche norme tecniche di riferimento.
Per questo in passato il ministero delle Infrastrutture ha sempre espresso pareri secondo cui le espressioni omologazione e approvazione sono da considerare equivalenti. Ma molte sentenze hanno poi smentito questa interpretazione.
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