Sanità, servono 4 miliardi tra medici e stop al payback
Per i medici bisognerà cominciare a trovare le risorse per il nuovo contratto nazionale 2022-2024 per il quale servono circa 2,7 miliardi
di Marzio Bartoloni
I punti chiave
2' di lettura
Una dote minima di 4 miliardi in più da destinare al Fondo sanitario nazionale per provare ad incentivare medici e personale sanitario sempre più in fuga dagli ospedali a cui aggiungere l’impegno a disinnescare la bomba del payback che grazie all’ultima proroga approvata nel decreto Caldo ha spostato a fine ottobre il pagamento di 1 miliardo a carico delle aziende che producono dispositivi medici.
Verso la manovra d’autunno
È con questa pacchetto minimo di richieste che il ministro della Salute Orazio Schillaci vede il collega all’Economia Giancarlo Giorgetti in vista della «prudente» manovra d’autunno. Una partita in salita per il titolare di un dicastero che solo negli anni drammatici del Covid ha beneficiato di fondi straordinari per arginare la tempesta della pandemia.
Obiettivo: da 3 a 4 miliardi in più per incentivi al personale
Il ministro Schillaci - come anticipato al Sole 24 Ore lo scorso 26 luglio - punta ad avere «3-4 miliardi in più da destinare prioritariamente agli incentivi per il personale in modo da rendere più attrattivo il Servizio sanitario nazionale». Solo con gli incentivi in più - questo il ragionamento che Schillaci farà a Giorgetti - si potrà trattenere nelle corsie degli ospedali medici e infermieri per provare così anche a recuperare il buco nero delle liste d’attesa che oggi è diventata la ragione numero uno per la rinuncia alle cure per quasi 2,5 milioni di italiani. I fondi in più serviranno innanzitutto per provare ad attutire gli effetti dell’inflazione che nella Sanità comunque si fanno sentire molto di meno degli altri settori tra i farmaci con prezzi negoziati e il personale pagato con contratti nazionali.
Le risorse in più “libere” saranno destinate - questa la priorità di Schillaci - per provare a estendere a tutti i medici il bonus introdotto dalla manovra dell’anno scorso per tutto il personale sanitario che lavora nei pronto soccorso, prima trincea della Sanità, e che cubava in tutto 200 milioni. Per provare a garantire un incentivo simile nelle buste paga di tutti i camici bianchi serviranno dunque come minimo 400-500 milioni. Altre risorse saranno necessarie per pagare di più anche le prestazioni aggiuntive (l’ipotesi è 80 euro lordi l’ora per i medici, 50 euro per gli infermieri) per chi vorrà lavorare extra orario magari proprio per abbattere le lunghe liste d’attesa.
Il nuovo contratto nazionale 2022-2024
E sempre per i medici bisognerà cominciare a trovare le risorse per il nuovo contratto nazionale 2022-2024 per il quale servono circa 2,7 miliardi: l’idea è quella di cominciare a mettere una prima “piccola” posta anche perché è ormai quasi certo che gli effetti economici del contratto 2019-2021 si faranno sentire solo dal prossimo anno. Nei giorni scorsi c’è stata la fumata nera dei sindacati dopo l’incontro con l’Aran sul nuovo contratto ormai scaduto e così il costo di 2,5 miliardi (compresi gli arretrati) si sposterà sul Fondo sanitario che nel 2024 era previsto scendere a 132,7 miliardi dai 136 del 2023 (dove erano già accantonati i costi del contratto).
Il payback
Infine la partita sul payback che pesa 1 miliardo sulle imprese del biomedicale: l’idea è provare a cancellarlo tutto o almeno sterilizzarne una buona parte. Su questo fronte lavorerà il tavolo convocato dalla sottosegretaria al Mef Lucia Albano «con i rappresentanti di categoria per individuare possibili soluzioni strutturali».
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